Infinito.

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Forse e' solo perche' ormai vedo la morte da vicino, forse e' solo perche' sono solo un codardo, forse e' perche' sono fottutamente terrorizzato da quello che potrebbe aspettarmi, forse e' solo una mia suggestione. Non posso escludere tutto questo.

Perdonatemi. Normalmente sono un distinto professore di neurologia, di neurofisiopatologia per l'esattezza, e di norma uso paroloni a cui attribuisco un tono altisonante e scientifico e non mi faccio sopraffare da emozioni o credenze popolari, retaggio di un passato ormai obsoleto, ma stasera mentre scrivo questo testo non posso fare a meno di sudare freddo e di vedere la mia mano tremante arrancare fra gli appunti mentre raccolgo le mie considerazioni e le mie ricerche.

Negli anni che ho dedicato allo studio di quella inestricabile e favolosa macchina biologica che e' il cervello umano ho ispezionato le centinaia di modi in cui il nostro cerebro agisce per compensare le inevitabili carenze delle nostre percezioni.

Sapevate, ad esempio, che in ogni momento immaginiamo il futuro? Per l'esattezza 10^-3 secondi in anticipo. Ovvero il nostro cervello immagina, grazie all'esperienza, cio' che sta per accadere. Noi lo percepiamo come istantaneo ma, in realta', tutta la nostra vita avviene 10^-3 secondi dopo di quanto la percepiamo. e' pochissimo, un tempo impercettibile ma e' importante nella nostra biologia, per questo riusciamo (a volte) a non far cadere un piatto che scivola di mano, e per questo i battitori del baseball riescono a colpire una palla che sibila oltre i 120 km orari. Sconvolgente? No, per niente.

Il nostro cervello si e' evoluto in milioni di anni per proteggerci e per meglio sopperire alle lacune che abbiamo verso le altre specie adattandosi e sopperendo laddove i nostri sensi sono carenti.

Una delle piu' straordinarie tecniche che il nostro cervello adotta per garantirci la sopravvivenza e' la paura. No, non e' Halloween, non si tratta di uno quei racconti del terrore che stimolano il sistema nervoso simpatico e stimolano la cute anserina (la pelle d'oca) tramite stimoli visivi. La paura e' un mezzo di difesa che la nostra specie (e piu' in generale tutti i cordati) ha sviluppato per sopravvivere. Non credo sia necessario spiegare le reazioni di fuga, lotta o immobilita' adottate di fronte alla paura nella nostra specie.

Io mi sono soffermato, specialmente in questi ultimi mesi in cui mi e' stato diagnosticato un sarcoma (un cancro) incurabile, su un aspetto ancora piu' affascinate della nostra psiche mentre avviene il fenomeno difensivo della paura: l'attenzione.

Vi e' mai capitato di essere coinvolti, o di sentire il racconto di chi e' sopravvissuto ad un incidente in auto? Quasi tutti raccontano che il tempo sembrava essersi fermato, o che fosse rallentato. Non e' un caso, e' una delle centinaia di forma di protezione che adotta il nostro il cervello: rallenta le percezioni sensoriali per darci la possibilita' di trovare una via di fuga, proteggerci, o quant'altro possiamo fare per sopravvivere.

Tutto questo, pero', finisce inevitabilmente quando un'altra percezione sensoriale (come il dolore nel caso di un incidente) stimola nuovamente il cervello che ricomincia ad elaborare i dati che riceve.

Ora, mi chiedo tremando, cosa succedera' quando il mio cervello non ricevera' piu' stimoli sensoriali perche' ogni fibra nervosa non ricevera' apporto di ossigeno dal sangue? Ovvero quando nulla sara' in grado di interrompere questa fittizia percezione, che seppur non reale sara' considerata dal mio cervello come tale?

E dopo che l'ultimo afflusso di ossigeno sara' arrivato al cervello e quindi l'attivita' sara' nulla, potrebbe accadere che questa percezione fittizia rallenti a tal punto da sembrare... infinita?

Tremo all'idea, non trattengo le urla: ci aspetta un'eternita' di terrore che non potra' avere fine.

Creepypasta - Storie HorrorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora