¦18¦HIBHAB-GASU¦

148 16 56
                                    

7 settembre 1920 villa Vernon Chwe New York.

"Identificati".

"B-boo Seungkwan".

La figura accenna un sorrisino divertito e solo dopo qualche minuto passato con la lama premuta sul collo dell'altro, rimasto immobile per tutto il tempo, allenta la presa.

Seungkwan appena sente la lama fredda allontanarsi lascia un piccolo sospiro di sollievo e apre gli occhi rimasti serrati fino a quel momento.

Lo sconosciuto ritira il coltellino e cammina fino ad arrivare davanti al coreano.

"Ti stavo aspettando" dice con quella voce calma e profonda allo stesso tempo.

Seungkwan guarda l'altra persona timoroso scrutandola per bene, è un ragazzo poco più alto di lui che lo osserva con un grosso sorriso; ha i tratti molto marcati, e nonostante l'apparenza occidentale, si può intravedere un minimo di origine asiatica.

"M-me?" riesce finalmente a dire il maggiore appena tremando ancora.

"A meno che non stessi aspettando me stesso, sì mi riferisco a te" dice Hansol sorridendo ancora, nel mentre si gira iniziando a incamminarsi nella vegetazione.

Seungkwan lo segue ancora confuso dalla situazione "non ti chiedi neanche perché ti sei ritrovato uno sconosciuto nel giardino?" domanda il coreano osservando il corvino che cammina come se non fosse accaduto nulla.

"Oh ma io lo so perché tu sei qui" risponde l'americano.

Il più grande ancora più confuso di prima si ferma continuandolo a fissare "che intendi?"

Il minore si ferma a sua volta girandosi verso l'altro "stai cercando una persona o per meglio dire stai cercando me" Hansol li afferra delicatamente la mano posandoci poi sul dorso un leggero bacio "Hansol Vernon Chwe piacere, è un infinito onore conoscerti Boo Seungkwan".

Il coreano rimane completamente scioccato "Tu? S-sei tu H V?"
"In carne e ossa" risponde divertito l'americano.

"Non... Non so che dire, ti immaginavo, ti immaginavo... Beh come dire... Diverso?"

"Immaginavi fossi una ragazza vero?"

"Forse" risponde in imbarazzo il maggiore aspettandosi una reazione negativa dall'altro che invece non arriva.
Il corvino semplicemente si lascia scappare una piccola risata "Tranquillo, me lo aspettavo, è stato divertente farti credere che lo fossi".

"Ya quindi mi hai preso in giro per tutto questo tempo?!" Seungkwan si altera leggermente alzando il tono di voce.

"Non pensare che lo abbia fatto per secondi fini, sapevo che se ti avessi rivelato la mia vera identità non mi avresti scritto le stesse cose, o sbaglio?" domanda Hansol riprendendo a camminare seguito dal coreano.

"Effettivamente hai ragione..." risponde imbarazzato il più grande "posso farti una domanda?"

"Certo dimmi".

"Perché ci sono così tante piante qui? Nel senso se quello da dove sono entrato io è il cancello d'ingresso, non ci dovrebbe essere una strada sterrata per far passare le auto?"

"In realtà quello è il vecchio ingresso, quello principale l'ho spostato da un'altra parte perché dov'era prima non mi piaceva, troppe automobili e rumore, mi dispiaceva però togliere il cancello perché mi piace esteticamente. Sai sei la prima persona che lo nota, nonostante lo abbia già spostato da qualche anno" racconta il minore e nel mentre arrivano davanti alla villa.

¦ Semicolon ¦ Seventeen's story ¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora