Capitolo 12

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Rimanemmo a terra ancora per un bel po' di tempo. Io gli accarezzavo la schiena e lui ogni tanto emetteva qualche singhiozzo.

Non lo sentii per qualche minuto, tanto che pensai si fosse addormento.

Provai a muovermi e lui si alzò di scatto. Barcollò un attimo tenendosi la testa con una mano in preda da un giramento di testa.

Mi sedetti preoccupata. La sua espressione era indecifrabile. I suoi occhi spenti.

Mi guardò. Sostenni quello sguardo duro.

Si girò di colpo alzando le braccia come se non sapesse cosa fare.

Si portò la mano nella tasca da cui precedentemente aveva estratto qualcosa che aveva ingerito. Ne tirò fuori un piccolo cilindro nero e si girò mostrandomelo.

-Guarda! Ecco cosa mi ha fatto impazzire!!- urlò.

I miei occhi si spalancarono.

-Cosa sono quelle Harry?- chiesi terrorizzata scattando in piedi.

-No! No, no, no, no! Non scappare!- disse velocemente. Nei suoi occhi vidi la paura per un attimo. Poi scomparve. Mi afferrò violentemente un polso facendomi male.

Non sapevo come reagire... Guardai in basso, verso il piccolo cilindro che teneva in mano.

-Harry mi stai facendo male...-
-Sai cosa sono?- urlò interrompendomi.
-mi stai fac...- tentai
-Ti ho chiesto se sai cosa sono?- mi urlò in faccia più forte interrompendomi ancora. Avevo quasi paura.
-N-no...- sussurrai.
-Queste,- mi fissò duramente negli occhi. -queste sono entrate nella mia vita con la forza. È colpa loro se non ho idea di dove cazzo siano Zayn e Louis.- disse arrabbiato a voce bassa.

Mi si avvicinò all'orecchio facendomi venire i brividi e sussurrò. -È stato Louis, ha iniziato lui.- si allontanò.

Li hanno drogati. Qualcuno ha iniziato a dare loro quelle merde e poi ne sono diventati dipendenti.

Ero incapace di spiccicare parola.

Sul suo viso comparse un ghigno. -Non hai più sempre la risposta pronta, eh?- rise.

Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Incominciai a vedere appannato fino a quando la prima mi rigò una guancia.

Harry sembrò riprendersi di colpo, come se le mie lacrime lo avessero riportato in se. I suoi occhi tornarono del loro colore naturale. Il suo viso prese un espressione meno dura.

Mi guardò preoccupato, poi guardò le sue mani: una stringeva il cilindro e l'altra era ancora stretta sul mio polso dolorante.

Lasciò la presa come se sia il mio polso che il cilindro l'avessero bruciato e si allontanò di qualche metro.

Rimasi immobile massaggiandomi il polso e guardandolo mente le lacrime mi rigavano le guance.

Harry mi guardò terrorizzato. Fece un passo cauto verso di me, indietreggiai istintivamente.

Si portò le mani alla testa in segno si disperazione.

Non sapevo cosa fare. Avrei voluto corrergli incontro, abbracciarlo e dirgli che andava tutto bene, che lo avrei aiutato a risolvere tutto. Ma il mio corpo era come congelato.

-Nicole...- provò a chiamarmi.

Provai a rispondere, ma la mia bocca non fu d'accordo.

-Nicole, ti prego... Perdonami.- mi supplicò.

Abbassai la testa.

Lo sentii muoversi velocemente verso di me. Questa volta rimasi ferma. Tra di noi vi era una distanza di circa mezzo metro.

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