Sentii il respiro del mio vicino trainare quando gli consegnai la posta. Alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi ampi guardare il mio seno esposto. Non aveva un espressione arrogante o lieta, piuttosto una scioccata e discordinata.
diedi un occhiata all'appartamento misterioso di cui non avevo mai visto camminare nessuno dentro o fuori. Era uguale al mio, oltre al fatto che aveva colori e arredi diversi. Ciò che attirò la mia attenzione fu un pianoforte che era collocato vicino alla porta del balcone. Non avevo mai avuto un interesse per la musica, ma pensavo che fosse bello e volevo darci un'occhiata, il tentativo di suonarlo almeno.
"Um, suoni?" Affrontai quasi corrotta. Naturalmente suonava, perché qualcuno dovrebbe pagare migliai di dollari per qualcosa da guardare? Considerando viveva in un appartamento di classe media non sarebbe in grado di permettersi qualcosa di così costoso per dare spettacolo. Anche se, come facevo a saperlo?
L'uomo annuii con ancora gli occhi spalancati. Mi ero resa conto che non aveva detto una parola. Ero disperata di avere una conversazione con qualcuno. Mia madre non aveva mai fatto nulla se non urlare e i miei compagni di scuola non erano i migliori. Ero più un emarginata, grazie alla madre.
Ero stata ordinata di indossare qualunque cosa che mia madre volesse che indossavo, ovvero gonne con calze o calze con camicie e maglioni. I pantaloni non erano da signora come mia madre diceva sempre e le ragazze a scuola pensano che io sia strana con i miei modi perfetti e abiti diversi, pertanto nessuno mi voleva come amica.
"Fai, fai per caso...mi dispiace-per caso i-insegni?" Nessun amico o con chiunque parlavo non avevo buone abilità sociali e la mancanza di abilità sociale aveva reso difficile parlare con gli sconosciuti.
L'uomo stava per dire qualcosa ma la realtà mi colpì duramente. Era uno sconosciuto non mi conosceva e io non conoscevo lui, ero una ragazza a caso della porta accanto chiedendogli se mi poteva insegnare a suonare.
Improvvisamente mi pentii della mia schietezza e stavo per riprendere indietro tutto. Tuttavia, mia madre decise di fare un apparizione rendendomi un tuffo al cuore.
Stava per sgridarmi per averci messo troppo tempo, lo sapevo!
"I-io dovrei parlarne con tua madre." La voce dell'uomo era profonda e roca, molto virile.
"Di cosa devi parlarmi?" Mia madre chiese severamente, era chiaramente infastidita e mi dispiaceva per l'uomo che potrebbe avere una parola difficile per la madre. "Volevo lezioni di pianoforte, madre."
L'espressione di mia madre cambiò radicalmente. Il suo cipiglio era ormai un sorriso felice. Sono stata felice di vederla così, avevo già abbastanza problemi per aver preso una C sulla prova di matematica.
"Questa è una buona idea! Potresti migliorare la tua intelligenza. Dio sa che ne hai bisogno." Ridacchiò guardando il prossimo aspettandosi che rida con lei. Sono stata felice di vedere che non l'ha fatto ma piuttosto indietreggia come se l'insulto fosse sputato contro di lui.
"Beh io sono Leigh e questa é mia figlia Aleana, potremo discutere di questo se vieni per una tazza di thè." La madre era eccitata all'idea ed ero felice che stavo per avere qualcuno con cui parlare, oltre la madre, che non parlava molto spesso.
Seguì la madre e l'uomo nel nostro appartamento sedendosi in salotto. "Ora qual'è il tuo nome? Vivi nella porta accanto ma non ci siamo mai detti una parola a vicenda." Madre rise. "È Harold, ma vada per Harry."
Harry. Aveva un bel suono.
"Aleana vai a fare due tazze di thè!" Mia madre urlò anche se ero in piedi a soli due metri di distanza da lei, "posso averne uno madre?"
"Tesoro puoi avere il latte." Mormorai un ringraziamento prima di andare in cucina a preparare due tazze di thè e a me una tazza di latte. Mi sentivo arrabbiata con me stessa per lasciarmi controllare da mia madre. Forse dovrei fare il suo thè caldo e lasciarlo aspro. Ma sapevo che non avrei potuto farlo che lei avrebbe urlato.
Una volta che finì il thè per la madre e Harry mi feci strada verso il divanetto dove erano seduti. Madre e Harry stavano discutendo quando dovrei andare al suo appartamento per le lezioni. Mantenni il mio sguardo sulla tazza di latte, tuttavia sentivo un paio di occhi bruciare la mia fronte.
Alzai lo sguardo confermando che era Harry che guardava dritto verso di me. Mi contorsi dal mio posto prendendo un'altro sorso dal mio drink. Mi sentivo a disagio di non essere parte della conversazione così decisi di alzarmi e andare nella mia camera da letto.
Madre non sembrava infastidita dal mio ritiro, che era una buona cosa; non avevo intenzione di fare una lezione quando Harry se ne sarebbe andato. Stavo per leggere il mio libro di Mary Poppins, ma il bussare alla porta mi fermò. Harry entrò quasi subito sedendosi sul letto accanto a me.
"Voglio che tu venga domani." Disse con calma.
"I-io torno a casa alle tre così potremmo avere una lezione-"
Harry mise un suo dito lungo sulle mie labbra prima di ridere. "No, salta la scuola e vieni nel mio appartamento invece." Stavo per dire di no, ma Harry di nuovo mi interruppe. "Se non vieni sarò arrabbiato, assicurati di farlo."
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Mr.Deviant || h.s. (Italian translation)
Fanfiction[completed] deviant ˈdiːvɪənt/ adjective 1. partenza da standard abituali o accettati, soprattutto nel comportamento sociale o sessuale. strano, contorto, pervertito, eccentrico, piegato, viziosa. ____________________________ Questa storia non è mia...