1 - Incontri

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Un po' mi sento inadeguata, lo ammetto. Altre volte ero stata in fiera per qualche evento da nerd e gioco di ruolo, ma non mi era mai saltato per la mente di andare a un incontro con degli youtuber. Ho sempre seguito il mondo dei video online in qualche modo, mi guardo spesso dei video e sono iscritta da molto ad alcuni canali, ma non penso di sentirmi a mio agio nell'incontrare qualcuno di così famoso. La cosa a quanto pare non vale per la mia amica Marta, la quale mi ha convinta ad andare in città per incontrare i Mates. Sono quel gruppo di creator italiani, ai quali canali sono iscritta da davvero una vita. Proprio perché mi piacciono i loro contenuti, mi sono fatta trascinare in questa avventura. Che poi magari "trascinare", Marta mi ha addirittura influenzata nel chiedere ai miei genitori di portarci (sono ancora neopatentata, e la nostra macchina non posso guidarla). Ecco quindi il quartetto nella Jeep: io, la mia amica, mia madre e mia sorella, che più che altro si trova lì per inerzia. Difatti, mia mamma già sapeva che mentre noi due saremmo state in coda, lei sarebbe rimasta sola. Morale della storia: si è portata mia sorella. Fatto sta che dopo circa un'ora di viaggio parcheggiamo ed entriamo in fiera, dividendoci in due gruppi (e anche qua, il genitore aveva ragione). Constatiamo che abbiamo ancora tempo prima dell'inizio dell'evento, per cui camminiamo un po' lì in giro. Tra l'acquisto di strane bevande giapponesi e poster di serie tv, arriva il momento di mettersi in fila. Comincio a sudare freddo: la gente spinge e si stringe attorno a me, l'aria si fa pesante e il mio kit per l'asma è nello zaino di mia madre. Mi concentro e cerco di fare dei respiri profondi, migliorando leggermente la situazione. Ma non appena mi guardo attorno mi sento ancora più al centro dell'attenzione, e non in modo positivo. Tutti quanti hanno magliette a tema Mates, mentre io sono l'unica diversa con una semplice t-shirt bianca. Mi è parso di sentire qualcuno bisbigliare e sparlare di me, e comincio a farmi ancora più paranoie. Non riesco più a ragionare lucidamente, i pensieri si accatastano nella mia mente, mille voci sembrano provenire da ogni parte della mia testa. Nel frattempo è il turno di Marta, che mi ha chiesto di farle un video con il suo cellulare. Lo prendo e mi metto lì davanti alla transenna, inizio a registrare, percepisco lo sguardo pungente della gente dietro di me. Sono così sovrappensiero che non sento nemmeno il ragazzo dello staff che mi dice che è il mio momento. Spengo la videocamera del telefono e mi avvicino. Mi rendo conto benissimo da sola che le gambe mi tremano, che la testa mi gira e che non stia proprio al massimo. Forse è una sorta di reazione a quella strana bevanda viola che ho bevuto prima? Può darsi, non ho nemmeno controllato gli ingredienti. Abbraccio il primo dei Mates che ho davanti: ha gli occhiali e un grande ciuffo. Sembra proprio Stefano. Forse è davvero lui, se non fosse che vedo così sfocato potrei riconoscerlo. La gente mi fissa, lo sento. Fa freddo, il collo di Stefano è tiepido. Me lo aspettavo molto più caldo, visto che nel collo passano molte vene. O forse è la mia testa che è già calda di suo e non sento differenza? Mi tocco la fronte con la mano: è davvero calda. Troppo calda. Il tepore mi riscalda la mano, mi sto quasi rilassando. Forse se chiudessi gli occhi un attimo, basta qualche secondo per tornare a stare ben...-
TONF.
Adesso sono sdraiata a terra, a faccia in giù. Il pavimento è molto più fresco, mi ricorda la brezza del mare. Come ho fatto questo collegamento? Non ha assolutamente senso. Come si può paragonare la brezza al pavimento? Mi sento girare, adesso ho la testa verso l'alto. Però quella vista che ho davanti agli occhi sembra davvero quella di un paesaggio bellissimo: degli occhi marroni, un ciuffo biondo, sempre quegli occhiali...

:- ..Hey svegliati!..

Che cosa ha detto? È tutto molto ovattato, non capisco.

:- ..Portat...in infer...ia qua ..ietro!

Chiudo gli occhi e non sento più niente.

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