Non riesco a rialzarmi. Sono seduta sulla stessa sedia da qualche minuto, ma mi pare di non muovermi da ore. Non mi rendo più conto dell'ambiente circostante. Tremo ma non mi muovo. Rido ma piango. Ho capito ma sono confusa. Ho capito davvero tutto, ma non capisco nulla. Cosa si dovrebbe fare in queste situazioni? Ci si dichiara o si attende? Non mi è mai capitato nulla del genere, sono sempre rimasta per le mie, non so nulla di amore. Che poi da quando penso davvero a questo sentimento? Sono cambiata, e deve essere stato Stefano. Non trovo altra soluzione. Decido di mettermi un po' al computer per giocare e cercare di svagarmi, così apro la mia compilation di videogiochi e scelgo il mio preferito. La mattinata passa in questo modo e non succede nulla di eclatante, poi arriva mezzogiorno e mia mamma mi chiede di andare a comprare i pasticcini per il pranzo di oggi. Ogni tanto la domenica arrivano i miei parenti dalla Lombardia fin qua in Toscana, e si fermano a mangiare da noi. In pasticceria non c'è quasi nessuno, per cui ho tempo per scegliere. Una volta fatto il mio acquisto, mi fermo un po' al parco a guardare i bambini che giocano. Un giorno anche io avrò un bambino? O una bambina, chissà. Ripenso come d'istinto a Stefano e sorrido: io, lui e un figlio... Scuoto ampiamente la testa. A lui non piaccio sicuramente, è una situazione totalmente improbabile e non dovrei pensare a certe cose visto che non stiamo neanche insieme. Non stiamo insieme. Io e lui non staremo mai insieme... Mi è appena scesa una lacrima sulla guancia. Me la asciugo con la manica della felpa con un movimento rapido e mi incammino di nuovo verso casa. Una volta tornata ritrovo tutta la famiglia allargata, e tra baci e abbracci anche troppo invadenti riesco a salutare tutti. I miei parenti sono tutti molto chiassosi, parlano di continuo anche delle cose più frivole, e da un lato invidio questa loro spontaneità. Sono così contenti della vita. Dall'altro però riconosco che c'è davvero troppo rumore. Nonostante tutto, il pranzo si svolge al meglio. Poi, all'improvviso, mio zio se me esce con la frase:
:- Visto che siamo qua in provincia, perché non andiamo a Firenze questo pomeriggio?
Il cuore mi sale in gola. Si, si che voglio andare a Firenze. Apro Whatsapp sulla chat con Stefano e inizio a scrivere alla velocità della luce.
:- Stefano ci sei? (14:27)
Devo sapere subito se è in zona, voglio vederlo e chiarire questa cosa. Devo incontrarlo.
:- Ma ciao bischera (14:27)
:- Menomale che ci sei, devo chiederti una cosa (14:27)
:- Accidenti, già mi chiedi le cose ;p ?Comunque anche io voglio chiederti qualcosa... visto che ieri c'è stato l'incontro io sono ancora in zona, mi chiedevo se per caso tu volessi venire a Firenze oggi pomeriggio, scusa se chiedo a quest'ora :( (14:28)
Pensavo che questo tipo di coincidenze esistessero solo nei film e che fosse sempre tutto studiato, e invece eccolo qui. Stefano mi ha invitata ad uscire e il mio cuore sta esplodendo.
:- Non ci crederai, ma volevo chiederti la stessa identica cosa. (14:29)
:- Allora ti aspetto davanti al Duomo, va bene? ;) (14:29)
:- Penso di si, ti faccio risapere <3 (14:30)
A questo punto chiedo ai miei familiari se mi potessero lasciar uscire con i miei amici una volta in centro. La risposta è di si perché ormai sono maggiorenne e posso decidere per me stessa, ma vedo comunque un po' di delusione nei loro volti. Forse ci tenevano a uscire anche con me. Mi dispiace tanto, ma oggi ho una missione importante da portare a termine ed è quella di parlare con Stefano. Mi riprometto di farmi un giro con loro la prossima volta che tornano.
Vado a prendermi la giacca, apro per la prima volta la boccetta di mascara che mi hanno regalato qualche compleanno fa e che ho sempre tenuto sullo scaffale, me ne applico un po' e mi metto un po' di profumo. Guardo che sia tutto abbinato e che il berretto stia bene con il completo. Tutta questa situazione mi sta davvero cambiando, ma mi sembro quasi carina e ne sono felice. Mi faccio trovare all'ingresso davanti la porta. Quando tutti i parenti mi vedono, si guardano sorpresi: non penso mi abbiano vista più elegante che con un paio di jeans, perciò non mi scandalizzo per la loro reazione. Salgo in macchina con mia mamma, mia zia e mio zio. Il resto dei parenti si divide nelle altre due auto, e partiamo per Firenze. È un'ora di ansia: non riesco a smettere di agitarmi e di sorridere, mi sembra tutto così bello e surreale. Arriviamo dopo poco meno di un'ora e parcheggiamo vicino alla stazione di Santa Maria Novella. Saluto in modo rapido tutti i familiari e corro verso il Duomo. Sono venuta talmente tante volte qua che ormai mi so orientare perfettamente, amo alla follia questa città. Eccomi in piazza, dietro al Battistero. Giro attorno a questo e mi sento minuscola davanti l'immensità della chiesa in marmo e serpentino. Poi abbasso lo sguardo: lo youtuber che mi piace alza la mano e mi saluta.

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Wonderland
FanfictionIl sorriso di un idolo di fronte a una semplice fan. Ciò che rende speciale questo lieve legame sta per essere sconvolto per creare qualcosa di più grande. E più bello.