6 - Stazioni

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Mi avvicino a Stefano cercando di non essere goffa, ma tutto questo impegno non fa altro che peggiorare le cose: inciampo, ma riesco comunque a tenermi in piedi e a non cadere. Vedo lui ridere sotto i baffi, e arrossisco coprendomi gli occhi.

:- Sono un disastro, lo so.

:- A me sembri solo bellissima.

Le guance mi prendono fuoco e stavolta mi copro tutta la faccia.

:- ...Grazie.

:- Figurati ahahah.

Lo vedo portare la mano dietro la testa imbarazzato. Effettivamente è stato un commento particolare, una cosa non proprio tipica tra conoscenti. Mi propone di farci un giro per il centro, e io accetto. Non ho tutti questi soldi da spendere, ma potrebbe essere un'occasione per conoscerci meglio. Passiamo in qualche negozio di vestiti ma non trovo nulla che mi esalti in particolare. Per Stefano tutto il contrario, lo vedo uscire con qualcosa di diverso da ogni negozio. Passiamo davanti la libreria, e lo prego di entrare anche lì. Nel piccolo paese dove vivo non ci sono librerie, mentre qua ne trovo addirittura una a due piani. Punto gli occhi a una trilogia fantasy della quale avevo letto online, e resto a fissarla con gli occhi entusiasti di un bambino. Stefano mi nota.

:- Guarda, laggiù ho visto un libro bellissimo!

Indica alla mia sinistra.

:- Dove? Non vedo.

Nel frattempo che sono distratta lui afferra i libri dalla mia destra e li porta in cassa. Appena mi giro di nuovo non li vedo più, né lui né i libri. Mi osservo attorno e noto che mi aspetta all'uscita con la busta di carta in mano. Mi aveva davvero comprato la trilogia.

:- Non dovevi, posso permettermela, davvero.

:- Eh capirai, prendilo come un regalo da questo bischero.

:- Quanto spesso dici la parola "bischero"? Non so quante volte te l'ho sentito dire ormai! Ahahah.

:- Sono un fiorentino doc, io!

Gli sorrido e lui ricambia. Usciamo dalla libreria e penso che sia proprio una giornata tranquilla. Appena queste parole appaiono nella mia mente, sento un bambino urlare "ma sei St3pNy?" e un branco di persone si girano di scatto.

:- Tieniti pronta.

Stefano mi afferra la mano. A cosa dovrei essere prontAAAH! Lui inizia a correre e mi trascina dietro. Gli stringo la mano mentre corriamo e rido a crepapelle. Non mi sono mai divertita così tanto! Sento lui che ride con me mentre svoltiamo in vicoli improbabili, nascondendoci dalle persone che lo inseguono. Arriviamo fino in zona Campo di Marte, vicino Piazza Savonarola. Una volta lì abbiamo tempo di riprendere fiato con le schiene attaccate a un muro, per poi scoppiare entrambi in una fragorosa risata.

:- Non dirmi che è così tutti i giorni, Ste! Mi sono divertita da matti ma non ce la farei a sopportarlo sempre.

:- Ahahaha! Forse uscire di domenica, in centro a Firenze, non è stata la nostra migliore trovata.

Ci accovacciamo a terra, mi tolgo il berretto e mi sventolo il viso con la mano. Adesso sento tutta la fatica della corsa. Riappoggio la testa al muro e chiudo gli occhi: voglio appoggiarmi alle sue spalle. Anche la forza di gravità sembra spingermi verso di lui, ma probabilmente è solo la mia influenza mentale. Ma adesso basta ritirarmi, devo agire. Sposto la testa verso destra finché non atterra sulla sua scapola sinistra. La sua testa si inclina invece verso di me e la appoggia sopra la mia.

:- Stai comoda?

:- Si, sto benissimo così.

Passiamo qualche minuto accovacciati così, rinchiusi mentalmente nel nostro piccolo e bellissimo mondo. Un mondo ancora pieno di domande e misteri, ma che ci porterà un sacco di avventure. Adesso mi sento come Alice nel paese delle meraviglie. Una piccola principessa in un mondo magico e sconosciuto. Poi Stefano alza la testa.

:- Vieni, ti porto verso casa mia.

Sono sorpresa. Di certo non mi aspettavo di entrare in casa sua oggi, ma annuisco e lo seguo. Mentre camminiamo sul marciapiede l'uno accanto all'altra, le nostre mani si sfiorano più e più volte, facendo impazzire il mio cuore. Ho la testa tra le nuvole talmente tanto che non mi accorgo che siamo già arrivati. Il tempo vola davvero quando stai bene. Stefano estrae le chiavi di casa dalla sua tasca e le infila nella serratura. La sua casa a Firenze è abbastanza minuta, e si trova all'interno di un palazzo. Saliamo le scale fino al suo appartamento. All'interno non c'è nessuno, forse i suoi parenti sono fuori per qualche commissione. O forse, anzi probabilmente, si stanno divertendo in questo pomeriggio festivo.

:- Volevo presentarti la mia famiglia, ma vedo che in casa non c'è nessuno.

Improvvisamente sento tutto più caldo. La situazione si sta facendo davvero intima, e non so se mi piace o meno. Stefano mi porta nella sua vecchia stanza. È quella di un giovane adolescente, non quella di un adulto che lui è adesso.

:- Penso tu lo sappia, ma da quando sto a Milano questa camera non è cambiata di una virgola.

Mi siedo sul letto: è morbido. Da qui vedo perfettamente la scrivania nella quale registrava i suoi video in passato, e provo un po' di nostalgia dei vecchi tempi. Tempi... Tempi! Guardo l'orologio e vedo che tra dieci minuti mi attendono alla stazione per tornare a casa.

:- Stefano, è tardi!

Il suo sguardo trasmette... tristezza? Ma subito dopo è tornato lo Stefano di sempre, e di colpo ci ritroviamo per le scale. Mi sta tenendo la mano molto più stretta di prima, mi fa caldo e mi tranquillizza, e stiamo correndo per le vie di Firenze. Arriviamo pelo pelo alla stazione, l'orario è quello giusto ma nessuno dei miei familiari è qui in zona. Saranno in ritardo, ormai neanche mi sorprendo più visto che succede spesso. Guardo Stefano e lo abbraccio. Le mie braccia sono attorno al suo collo, io in punta di piedi. Poi sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi e la sua testa si appoggia sulla mia spalla. È l'abbraccio più sincero e più accogliente che abbia mai ricevuto. Restiamo incollati per qualche secondo, forse minuto, finché non mi stacco dal suo corpo. Non voglio... voglio restare qui vicina a lui.

:- Ascolta Stefano, io devo parlarti di una cosa.

:- Anche io. Mi permetti di cominciare?

:- Va bene, comincia tu.

:- Permettimi anche di spiegarti con un gesto.

Lo osservo negli occhi confusa. Lui sorride, allarga le braccia, poi le ristringe e mi afferra delicatamente il viso. La sua fronte è sulla mia, i suoi occhi sui miei.

:- Oggi Zeus ha confermato i miei dubbi: il colpo di fulmine che mi ha mandato è autentico.

Le sue labbra sono sulle mie. Le sento tremare leggermente, ma non si muovono. Abbasso le palpebre e mi faccio trasportare dal momento. Ci stiamo baciando. Il mio primo bacio. E se l'è preso lui, arrivato da un giorno a un altro nella mia vita. E me l'ha scombussolata tutta.

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