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Ero appena tornata a Cagliari con Mattia.

Gli avevo promesso che un giorno lo avrei portato nel posto in cui sono cresciuta e ho mantenuto la promessa.

Non ci tornavo da 4 anni e avevo intenzione di rimamerci per sempre, anche se c'era Riccardo, che mi preoccupa veramente.

Speravo di non incontrarlo in giro.

Prima di partite parlai con Giovanni per venirci a prendere.

Però non sapeva dell'esistenza di Mattia, lo sapeva solo Domenico e la sua ex ragazza, Sophia.

Secondo me stavano un sacco bene insieme, li trovavo troppo teneri.

Visto che ci pensavo, Sophia era identica a me.

Era la mia copia in tutto: aspetto fisico, lineamenti del viso, colore dei capelli, l'unica cosa che non avevamo in comune era il colore degli occhi, i miei sono verdi smeraldo, i suoi sono verdi chiari, simili al blu.

Non è che i miei genitori adottivi mi avessero nascosto che ho una sorella gemella?

A svegliarmi dai miei pensieri era  Mattia, che mi stava tirando il lembo della mia maglietta.

"Mamma, chi è il ragazzo che si sta avvicinando?"

Disse mio figlio, indicando la persona davanti a noi, che riconobbi  immediatamente.

Era Giovanni.

"È zio Giovanni. Mi chiedevi di parlarti di lui ogni sera, come facevi con zio Domenico che ti raccontava di Sophia"

Gli risponsi io, con un sorriso da ebete per rivedere uno dei miei migliori amici.

Quando arrivò di fronte a noi, io scoppiai a piangere e gli saltai in braccio.

Lui mi strinse a se e mi sussurrò che gli ero mancata.

Quando ci staccammo, vide Mattia e con uno sguardo interrogativo mi chiese:

"Chi è questa piccola peste?"

"Lui è Mattia, mio figlio"

Gli dissi guardandolo negli occhi.

"È figlio di chi so io?"

Mi chiese per poi fare un sorriso amaro, ripensando a quello che mi aveva fatto.

"Si, è suo figlio. Non dirglielo, ti prego."

Gli risposi.

Non volevo che sapesse di Mattia, se in caso dovessimo chiarire gli dirò del piccolo.

"E comunque si, Mattia è una peste"

Aggiunsi io guardando mio figlio e scoppiando a ridere.

Lui si mise di spalle e mise il broncio, ne ero sicura, lo conoscevo troppo bene.

Dopo che ho smisi di ridere, io, Giovanni e Mattia ce ne andammo dall'aeroporto, per rivedere la mia bellissima città.

Non vedevo l'ora di tornarci e di restarci per tutta la vita.

Instagram|| Domenico Berardi e Riccardo SottilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora