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Sembrano passati solo pochi minuti eppure mentre apro gli occhi vedo una luce accecante entrare dalla finestra. E' mattina.

Come prima cosa afferro il telefono sul comodino. Do una strizzata agli occhi per mettere bene a fuoco. A quanto leggo sarà una giornata prevalentemente soleggiata, temperature miti con un massimo di 22°gradi.  Da un momento all'altro può entrare la mamma a svegliarmi. Questa volta l'ho preceduta. Vado in bagno e cerco di prepararmi più in fretta possibile. In questo modo avrò più tempo di ripassare gli argomenti della verifica di oggi. Che ansia!
Dopo circa una ventina di minuti sono pronta. Una sistemata finale ai capelli davanti allo specchio mentre sorrido come un'ebete e via. Prendo lo zaino e vado in cucina. Una spremuta d'arancia mi aspetta sul tavolo.

- Buongiorno! – mi fa la mamma sorridendo. E' già pronta per uscire e sorseggia il suo solito caffellatte.

- Buongiorno mamma!

- Ci siamo svegliate da sole oggi vedo. Ti ho sentita mentre andavi in bagno.

- Si! Sarà perché sono nervosa per la verifica di oggi... - inizio a sorseggiare la spremuta e nel mentre la mamma mi chiede se voglio che mi prepari qualcosa da mangiare. Scuoto la testa come per dire di no, per oggi mi accontenterò di uno yogurt. Ne prendo dunque uno dal frigo, alla vaniglia, e mi metto a sedere in sala da pranzo. Ho una decina di minuti prima di dover avviarmi a scuola.
Dopo un paio di assaggi, poggio lo zaino sulle mie gambe e lo apro. Forse dovrei riprovare a ripassare le definizioni di matematica prima di tutto il resto. Do uno sguardo all'interno della borsa ma non riesco a vedere il quaderno degli appunti. Infastidita decido di svuotare l'intero zaino sul tavolo, non ho tempo da perdere. Lo faccio con una tale non curanza da causare un tonfo assurdo. Alcuni fogli e penne, che erano probabilmente rimasti dimenticati sul fondo dello zaino, sono caduti sul pavimento. Li raccolgo velocemente senza soffermarmi troppo su cosa sono, a stento gli do un'occhiata. Alzo poi lo sguardo sulla piccola pila di libri rimasta sul tavolo. Eccolo, il quaderno degli appunti con la sua copertina rossa e consumata. Rimetto in fretta tutto nello zaino e mi metto alla ricerca della pagina sulle funzioni. Ho deciso che proverò per l'ultima volta a memorizzare quelle definizioni ma non posso soffermarmici troppo, ho anche gli altri argomenti che devo ripassare.

- La funzione si dice suriettiva quando ogni elemento del codominio è immagine di almeno un elemento del dominio. – leggo lentamente, come se in questo modo possa avere più senso per me. Chiudo gli occhi e cerco di ripetere la definizione nella mente. "La funzione...è suriettiva quando ogni elemento del...codominio..." sbricio con un occhio per controllare se fino a qui fosse corretto. Con mia sorpresa mi accorgo che lo è. Richiudo l'occhio e continuo. "è immagine... di almeno un elemento del... dominio?" Riformulo la frase ad alta voce senza interruzioni e apro entrambi gli occhi. Corretto! Forse sto finalmente memorizzando queste cose senza senso. Passo quindi alla definizione successiva utilizzando la stessa tecnica.

- Eva, forza andiamo o faremo tardi! – mi fa la mamma sul ciglio della porta. Chiudo il quaderno rosso e lo porto con me. Magari in macchina gli darò ancora uno sguardo. Alla fine sono riuscita a ripetere correttamente le definizioni per la maggior parte delle volte, forse posso farcela a rispondere bene alla verifica. Sono persino riuscita a ripassare velocemente alcuni argomenti di storia.

Io e le mamma usciamo di casa insieme e saliamo in auto. Chiusa la portiera, inizio a ripassare gli argomenti di letteratura. Con la coda dell'occhio posso vedere il sorriso compiaciuto della mamma che mi osserva prima di mettere in moto. Il tragitto fra casa e scuola non è molto lungo, traffico permettendo ovvio. Eppure non faccio in tempo ad alzare lo sguardo dagli appunti che la macchina accosta e si ferma per farmi scendere. Mi sento troppo una secchiona in questo momento.

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