08 Villa Lucia.

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Ombra assume uno sguardo piuttosto rilassato mentre entrambe restiamo immobili davanti all'enorme porta a due ante della Villa. E' fatta in legno, piuttosto mal ridotta. Osservo con attenzione ogni suo particolare. Ci sono ovviamente segni di vandalismo, ammaccature qua e là. In un paio di punti ci sono persino delle fessure dove è possibile scorgere l'interno dell'abitazione. Si potrebbe vedere qualcosa se non fosse completamente al buio. Immagino già il cigolio che farà quando Ombra si deciderà ad aprirla.

Alle mie domande e lamentele mi viene solo risposto che presto capirò tutto. Che dietro quella porta malandata ci sono tutte le spiegazioni di cui ho bisogno. Devo ammettere che appena Ombra mi ha liberata dalla sua presa ed ha smesso di spingermi, il mio primo pensiero è stato correre via. Quasi ho perso interesse nel sapere la verità sulle stranezze che mi sono accadute. La paura che mi stia cacciando in un grosso guaio è di gran lunga maggiore ora. Di certo in questa struttura abbandonata non c'è nulla di allegro o lontanamente igienico. Allora perché non riesco a voltare le spalle a questa strana ragazza? Mi sento come se il mio cervello non riuscisse a controllare completamente le azioni del mio corpo. Come se il mio volere fosse limitato. A questo punto non mi resta che oltrepassare questa porta e sperare di non essere rapita o che so io...

- Cosa aspettiamo?! – dico spazientita mentre incrocio le braccia. Ombra sorride compiaciuta e mi fa segno di andare avanti e aprire l'enorme porta.

- Vai pure. Aprila.

Tentenno per un attimo e la guardo insospettita. Prima mi trascina fino a qui e poi vuole che sia io ad aprire la porta? A che gioco sta giocando? La paura intanto si fa più forte.
Decido comunque di fare come dice. Aprirò entrambe le ante cercando di non toccare troppo i pomelli arrugginiti. Mantengo il piede sinistro un passo indietro, pronta ad indietreggiare al primo segno di pericolo. Do un ultimo sguardo verso Ombra che sembra persino divertita da questa scenetta.

Il mio cuore batte all'impazzata. Sono terrorizzata. Socchiudo gli occhi come se non vedere mi proteggesse da qualsiasi pericolo. Avvicino entrambe le mani sui due pomelli e nel giro di un istante li giro in senso orario e spalanco la porta. Le mie orecchie gridano pietà però. Il cigolio è di gran lunga peggiore di quanto mi aspettassi. Nonostante la spinta che gli ho dato, la porta non si apre completamente. Le due ante in legno restano bloccate a metà strada. Probabilmente è così arrugginita e vecchia da aver frenato la sua apertura violenta.

Resto immobile nella mia posizione da "pronti a scappare". Passa qualche secondo ma non succede nulla. Apro quindi i miei occhi per vedere meglio. Davanti a me il nulla. O almeno, nulla che io possa vedere. Mi sporgo leggermente con la testa e noto che le finestre ai lati sono tutte coperte e la luce riesce a malapena a trapassare. Riesco solo a vedere un'enorme scala a qualche metro da me che si divide in due verso la fine. Sono un po' delusa. Cosa dovrei scoprire da questo spazio polveroso e decadente?

Mi giro verso Ombra con uno sguardo confuso. Lei si lascia scappare una breve risata.

- Che c'è da ridere?

- La tua faccia! Avresti dovuto vederti mentre aprivi la porta.

- Be' allora? L'ho aperta e ancora non ci capisco niente...

La paura che prima mi aveva invasa, ora è quasi a zero. Al suo posto adesso domina l'impazienza. Per non parlare della sensazione di essere stata presa in giro per l'ennesima volta. Tanto per cambiare, Ombra non mi degna di una risposta. Si limita a richiudere entrambe le ante in legno, facendo attenzione che la porta sia ben chiusa. Si ferma poi davanti ad essa e chiude gli occhi. Come quando siamo stati ai Giardinetti. In questa posizione, con quello sguardo serio ma rilassato, che non mi deride, mi sembra persino carina.

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