1.8 Il maestro delle pozioni

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|30 Ottobre 1977|

Quando Harry arrivò nella stanza delle necessità i ragazzi erano già tutti la

Harry: oh, ci siete già tutti

Sirius: così pare

Harry: iniziamo subito a leggere

Tutti annuirono

Harry: Ma è una mia impressione o siete tutti sovra eccitati e cercate di non farmelo notare?

Lily: siamo sovra eccitati perché finalmente sei entrato ad Hogwarts e cerchiamo di non fartelo notare

Harry: beeeh non ci state riuscendo, iniziamo subito con le mie avventure comiche ad Hogwarts, chi legge?

James: io

Harry gli passò il libro

Capitolo 8

Il maestro delle pozioni

James: perché ho l'impressione che parli di te Piton?

Cassiopea: oh oh, posso leggerlo io? Ti prego Jamie!

James: va bene, leggi tu... stellina capricciosa

Cassiopea: HEY! Ti sento e non sono capricciosa ora taci che devo leggere

E così la ragazza iniziò a leggere senza permettere a James di replicare

'Guarda lì!'

'Dove?'

'Vicino a quello alto coi capelli rossi'.

'Quello con gli occhiali?'

'Ma hai visto che faccia?'

'E la cicatrice, l'hai vista?'

Il giorno dopo, da quando Harry ebbe lasciato il dormitorio, fu inseguito da una miriade di bisbigli. I ragazzi, in fila fuori delle classi, si alzavano in punta dei piedi per dargli un'occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per poi tornare indietro a osservarlo meglio. Harry avrebbe preferito che non lo facessero, perché stava cercando di concentrarsi sul percorso da seguire per arrivare in classe.

A Hogwarts c'erano centoquarantadue scalinate: alcune ampie e spaziose; altre strette e pericolanti; alcune che il venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c'erano porte che non si aprivano, a meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto giusto, (Cassiopea: quella delle cucine funziona così. Harry: e tu lo sai perché? Cassiopea: ehm... colpa sua! - e dicendolo indicò Sirius) e porte che non erano affatto porte ma facevano finta di esserlo. Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano continuamente per farsi visita l'uno con l'altro, e Harry avrebbe giurato che le armature camminassero.

Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era assai sgradevole quando uno di loro, all'improvviso, scivolava attraverso una porta che un ragazzo stava cercando di aprire. Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a trabocchetto. Ti tirava in testa il cestino della carta straccia, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso e strillava: 'PRESO!'

Remus: noi con Pix siamo sempre andati d'accordo invece

Harry: mh... Remus, vi fate chiamare i malandrini e fate scherzi a chiunque in continuazione ci credo che andate d'accordo con Pix, è praticamente un vostro alleato!

𝑻𝒉𝒆 𝒔𝒕𝒐𝒓𝒚 𝒐𝒇 ~ 𝑳𝒂 𝑷𝒊𝒆𝒕𝒓𝒂 𝑭𝒊𝒍𝒐𝒔𝒐𝒇𝒂𝒍𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora