Il viaggio

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Sentiva il suono attutito degli zoccoli dei cavalli che battevano sulla strada lastricata, gli schiocchi della frusta che teneva tra le mani il cocchiere con le lunghe redini e il respiro affannato dei grandi animali da traino, che veniva quasi coperto completamente dagli altri rumori.

Guardò fuori dall'apertura della carrozza, quasi per non guardare davanti a sé e osservare l'uomo seduto insieme a lei nel mezzo di trasporto.

Il paesaggio scorreva rapido e senza sosta sotto i suoi occhi, tramutando ed evolvendosi giorno dopo giorno ed ora dopo ora. Era partita al centro della città di Klens, una delle più vaste di tutta la zona, per poi arrivare ad essere circondata dai campi o da varietà infinite di alberi alti e dai tronchi spessi.

Erano passati due anni. Erano passati ancora due maledettissimi anni, nei quali, aveva ancora chinato la testa, senza opporre resistenza, senza farsi domande o altro.

Aveva preso il vizio di continuare a strofinarsi, con il dito, l'anello che portava all'anulare della mano sinistra, come se fosse un corpo estraneo al suo, qualcosa che ripudiava con tutta se stessa.

Aveva rivolto lo sguardo verso l'interno del mezzo di trasporto, cercando di non farsi notare dall'uomo che aveva davanti.

Si ritrovava molto spesso a guardarlo. Il motivo? Non lo voleva. Forse, anche senza rendersene conto, gli lanciava occhiatacce colme di disprezzo e odio.

Lei, vedeva quell'essere come un distruttore dei suoi sogni. L'aveva colta alla sprovvista, mandando automaticamente tutti i suoi piani in frantumi. Eppure, pensava che questi ultimi fossero quasi palpabili, data la loro minuziosa realizzazione e i mesi che ci aveva messo per formare tutto.

Si ricordava perfettamente i tre giorni più brutti della sua vita. Il primo, andando in ordine cronologico e non per importanza, era quando aveva chiesto la sua mano alla zia. Lei, ovviamente, non era presente, anzi, ne era venuta a conoscenza poche ore dopo, dalla perfida donna con cui condivideva il tetto. Le aveva semplicemente detto che il loro fidanzamento era ufficiale e di prepararsi per la cena, in quanto i due signori Tranver si sarebbero trattenuti per vari giorni nella residenza in cui alloggiava anche lei.

Il secondo, era il giorno in cui quell'uomo, un anno esatto dopo il fidanzamento, si era inginocchiato davanti a lei e le aveva chiesto di sposarlo, come se lei avesse avuto scelta. Ricordava che erano usciti dalla residenza con dei cavalli, solo loro due, per prendere dell'aria fresca, tipica delle primavere miti della città di Klens. Rammentava che i Tranver erano stati invitati dalla zia a stare per qualche mese nella loro casa circondata dai poderi di famiglia, all'infuori della città. Lei, era tornata da poche settimane dal periodo invernale che la costrinsero a trascorrere dall'ormai fidanzato, in una gradevole villa al centro di Malra, una delle città che faceva quasi invidia dov'era nata lei.

Il terzo ed ultimo giorno era quello del matrimonio, avvenuto in un giorno di Giugno. Si ricordava di aver scelto un vestito ampio, che la fasciava perfettamente alla vita, rendendola quasi più magra, ricordava ancora le decorazioni che ripercorrevano la gonna in pizzo ed il tessuto leggero di cui era fatto, apposito per la stagione. Le continuavano a ripetere che l'avorio le donava e, lei, aveva sfoggiato svariati sorrisi per tutta la giornata, arrivando anche a ballare con suo marito: Sebastian Tranver. Forse, una cosa positiva tra tutte, era il tepore al mattino che le riscaldava la pelle prima di entrare nell'imponente duomo, il quale sembrava quasi sul punto di cadere, date le poche aperture nelle facciate e gli imponenti contrafforti addossati sulle pareti.

In quei due anni si erano avverati tutti i suoi incubi e, con l'avvento dei suoi diciotto anni, si era trovata ad essere moglie, con la propria collana in perle regalatale dalla nuora, prima di sposarsi.

Sentiva i cavalli grandi e forti continuare a tirare la carrozza, in una costante corsa che si protraeva per grandi quantità di tempo.

Kate tentò di stendere le gambe, le quali erano rimaste troppe ore senza che un muscolo le facesse muovere.

"Siete stanca?"

Le chiese la voce che proveniva dall'uomo corvino e dagli occhi verdi che sedeva davanti a lei.

La donna abbassò gli occhi dopo averli portati sulla figura del marito, che era seduto in modo rigido ed eretto, e iniziò a sistemarsi tutte le gonne con le mani, nel tentativo di lisciarle.

"Non vi preoccupate. Ho solo le gambe indolenzite per il viaggio"

Gli rispose con tono freddo e senza nemmeno guardarlo negli occhi. Lo trovava ripugnate con quella mascella squadrata e sempre tenuta chiusa in una morsa.

Sentì l'uomo iniziare a muoversi, portandosi il più vicino possibile al finestrino, dopo aver indugiato e fatto un cenno d'assenso.

"Fermi i cavalli. Vorremmo scendere"

Lo sentì urlare prima di ritirare la testa all'interno della struttura.

La carrozza iniziò a perdere velocità, finché non si fermò e si sentirono solo i passi del cocchiere, il quale giunse davanti al lato di Kate per aiutarla a scendere dal mezzo.

Lei, accettò con riluttanza la mano guantata dell'uomo e arrivò a terra tenendo con l'altra la maggior parte della gonne.

Appena il suo piede andò in contatto con il suolo, tramite la scarpa, una sensazione di piacere le si diffuse in tutto il corpo, il quale, tra lamenti soffocati, era rimasto troppo tempo rigido e seduto.

Kate fece pochi passi, andandosi a rifugiare sotto l'ombra di un robusto ed alto pino con rami a dir poco enormi, costellati da un numero spropositato di lunghi aghi verdi appaiati.

Inspirò ed espirò l'aria del caldo pomeriggio soleggiato di Luglio, godendosi l'ombra che proiettava il maestoso albero.

Vide i due uomini parlare nei pressi della carrozza, senza fare nemmeno caso alla sua figura vicino all'albero.

Avrebbe potuto scappare o rifugiarsi da altre parti, ma non lo fece.

Rimase solo lì ad aspettare che la chiamassero, senza nessuna speranza per il futuro.

L'avevano solo abbandonata, come se fosse uno stupido cane. L'avevano scartata tutti.

"Venite Kate. Tra poche ore arriveremo a Drena"

La chiamò Sebastian. Era stanca di tutti quegli spostamenti repentini per tutte le zone delle proprietà ereditate dal coniuge.

In quel periodo, le era toccato mettersi in viaggio da Klens, dove, dopo tanti mesi, era tornata a fare visita alla zia Rosalind, trovandola in preda alla tosse. Mentre, in quel periodo, erano stati invitati dallo zio di suo marito: il Marchese di Drena, detto anche "il vedovo a vita" a causa dell'amore che lo univa alla moglie, morta di una malattia che le causava sfoghi ed eritemi sulla pelle, seguiti da piccole chiazze rosse che diventavano vesciche. Si dice che fossero passati circa 30 anni da quel giorno e che la malattia, ormai sparita, si fosse estesa in tutti i centri abitati attorno.

Kate, ovviamente, ne aveva sentito parlare. Le voci dicevano che fosse un grande uomo, quasi un mecenate, il quale, riuniva sotto il suo stesso tetto artisti, poeti e musicisti di alta maestria. Si era diffusa la voce che l'uomo tenesse al suo popolo e che organizzasse varie festività per trovare i talenti più nascosti.

La donna, non sapeva se credere a tutto quel vociare. Non poche volte le erano giunte alle orecchie notizie assurde e infondate, quasi senza nessuna logica o senso, alle quali la gente credeva ciecamente. Questo, la poneva in uno stato quasi disperato: aveva sempre ritenuto di possedere un talento per scovare tutte le sfumature di menzogne in una frase, ma, con quelle, non sapeva come fare.

Kate s'incamminò verso la carrozza, vicino alla quale, l'attendeva ancora il cocchiere il quale, l'aspettava porgendole ancora la mano.

Era arrivata a metà strada e, senza accorgersene, il ritmo dei suoi passi si fece più lento. I piedi venivano quasi trascinati e sfioravano il terreno. Non voleva ritornare in quella carrozza.

Arrivò davanti al mezzo e salì sopra di esso con l'aiuto dell'uomo, il quale dopo aver chiuso la porta, andò a prepararsi per il lungo viaggio, afferrando le redini ed il frustino.

E, con lo schiocco delle due lunghe strisce sottili di cuoio, la carrozza partì spedita sulla strada.

Madness - Il canto della MorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora