1.In giro per Diagon Alley

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-Questa storia è scritta da me e dei miei amici (@ilpretedongiovanni, @__annynuv__, @BrasyEd08, @NotSofy), parla della vita di 4 ragazzi maghi e semidei, è ambientata dopo Grindelwald ma prima di Voldemort, quindi non ci saranno nè i malandrini (ad Hogwarts), nè Percy e i suoi amici (al Campo Mezzo Sangue).-

Henry's pov

Era una giornata tranquilla lì al campo, il braciere di Estia proteggeva tutti noi, ma quella sera non riuscivo a dormire. Fissavo la lettera che mi era arrivata due settimane prima quando ancora ero in Inghilterra e non ero stato "riconosciuto" come dicono qui.

flashback

Era una giornata piovosa d'estate lì in Scozia, però a rendere particolare quella mattina fu un gufo che entrò dalla finestra e mi lasciò una lettera con scritto: "Per Henry Jackson via Westport 54 stanza ad est, lei è stato invitato alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, l'aspettiamo il 1 settembre per l'inizio delle lezioni. Nella busta troverà la lista di quello che dovrà comprare per partecipare alle lezioni."

Mio padre era davvero eccitato per la lettera, stava aspettando che mi arrivasse fin dal giorno della mia nascita. Quello stesso giorno, però, accadde anche una seconda cosa, molto più strana: il mio amico Jack bussò alla porta e la sua faccia e quella di mio padre cambiarono improvvisamente.

Stavano discutendo su cose che non capivo, parlavano del fatto che dovessi andare a scuola ma anche del fatto che ero richiesto ad un certo campo, che non sapevo neanche come si chiamava. Dopo quella discussione mio padre mi disse di preparare lo zaino e partire per l'America.

fine flashback

In quel momento tutto per me era nuovo, perché avevo appena scoperto di essere sia un mago che un semidio, inoltre essere il figlio di Ecate, dea della magia, mi confondeva ancora di più. A distrarmi dai miei pensieri fu l'improvvisa comparsa di Chirone, il quale mi portò fuori dalla cabina di Ermes.

"Senti Henry lo so che ti sembra tutto così strano, però quando sarà il momento di andare in quella scuola tutti i tasselli del puzzle torneranno al loro posto. Spero che questa doppia vita non sia troppo per te." Disse lui cercando di calmarmi.

"oh no tranquillo, sono solo una delle peggiori accoppiate per quanto riguarda attirare i mostri." Dissi io abbastanza nervoso.

"dovevo aspettarmela questa risposta."

time skip

Era arrivato il giorno, preparai lo zaino con le poche cose che ho, che fortunatamente non erano state rubate. Uscii dalla cabina e salutai tutte le persone che erano lì, tra cui delle ragazze molto simpatiche che avevo conosciuto da poco, non sapevo ancora i loro nomi ma sembravano decisamente simpatiche.

Salii sulla macchina di mio padre e partimmo per l'aeroporto.
Finalmente eravamo tornati nella mia terra natale, la mia amata Scozia.

Preparai i bagagli e papà prese una strana polvere grigiastra.

"Ora andiamo a Diagon Alley, dove compreremo tutti gli oggetti che ti servono, ma prima bisogna fare un salto alla Gringot, dove prenderemo i soldi per pagare il tutto."

"mh... okay non ci ho capito nulla ma credo che capirò meglio quando saremo lì."

"Per ora basta che tu dica Diagon Alley forte e chiaro lanciano questa polvere sotto i tuoi piedi, capito?" Disse mio padre preoccupato che non riuscissi ad arrivarci.

Lui entrò nel camino ancora spento, ci gettò dentro la polvere e disse: "DIAGON ALLEY!" E sparì in delle fiamme verdi. Io feci lo stesso, mi misi nel camino con la polvere in mano, la gettai e dissi: "DIAGON ALLEY!"
Subito la casa scomparve e venni risucchiato in fuoco verde che non era caldo ma neanche freddo. Quasi mi veniva da vomitare. Dopo qualche secondo però mi ritrovai in una via particolarmente affollata.

"Henry ora devi starmi dietro perché altrimenti potresti perderti." Disse mio padre mentre si incamminava verso un enorme palazzo.

"Salve vorrei aprire la 2346, ho la chiave tenga." Disse mio padre porgendo una chiave ad un goblin infondo alla sala.

"Bene, andate lì, uno dei nostri vi porterà alla camera." disse il goblin indicando un piccolo antro sulla destra.

Noi ci dirigemmo verso il posto che lui aveva indicato, entrammo in piccolo vagone e iniziammo la discesa.

"Bene e ora che si fa?" Chiesi io entusiasto appena uscimmo dalla banca.

"Ora si va da Olivander per comprare la tua prima bacchetta." Disse lui indicando un negozietto poco lontano.

Mentre camminavamo verso il negozio, vidi una ragazza familiare con delle lunghissime trecce di un verde quasi nero. Sfortunatamente prima che potessi proferirle parola era già scomparsa nella folla. Entrai con papà nel negozio di cui mi aveva parlato poco prima e da un angolo uscì un uomo, Olivander, con in mano una scala per arrampicarsi sugli scaffali.

"Salve signor Jackson deduco che è qui per la bacchetta di suo figlio, ne ho una in mente aspetti che la prendo." Disse lui sparendo dietro il bancone.

Dopo circa 5 minuti ne uscì con una bacchetta in mano e me la porse. La stavo tenendo in mano ma non sapevo cosa dovevo farci.

"La agiti!" Disse Olivander.

Mossi velocemente il polso ma dalla bacchetta partì un guizzo di luce che distrusse una piccola porzione di pavimento. Subito mi porse una seconda bacchetta, la quale si illuminò di una leggera luce gialla: aveva funzionato.

"Bene questa è la tua nuova bacchetta, legno di Acacia, nucleo in crini di unicorno, lunga 12 pollici e mezzo, abbastanza flessibile."

Dopo aver pagato Olivander uscimmo, prendemmo le ultime cose, tra cui un gattino senza pelo di nome Salem, e ci dirigemmo al binario 9¾.

Finalmente siamo arrivati al binario, mio padre mi abbraccia fortissimo ed io entro nel treno. È molto affollato e c'è un continuo viavai, ma fortunatamente riesco a trovare una cabina vuota e molto accogliente dove potevo finalmente rilassarmi dopo quella giornata lunga e frenetica.

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