2.Vado a sbattere contro una serial killer

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Beth's pov

Sono al King's Cross, la famosa stazione di Londra. Quanto mi è mancata l'Inghilterra, da quando il satiro è venuto a prendermi per portarmi in America non l'avevo più vista. Però anche il campo è un bel posto. So già che durante l'anno scolastico mi mancherà. Mi mancherà l'odore di fragole, il laghetto delle canoe, la foresta. Mi mancherà la cabina sei, il suo odore di libri vecchi e polvere. Mi mancheranno i fratellastri che fino a due mesi fa non sapevo nemmeno di avere.

flashback

È una giornata nuvolosa, alla televisione in salotto passano le previsioni meteo che, come sempre, danno pioggia.

Sono seduta sul davanzale della finestra della mia camera a guardare il traffico di Londra. Potrei scivolare e cadere, ma non ci bado. Mio padre non mi ha mai detto di scendere, anzi, sono sicura che spera che io mi butti. Non ha mai tenuto davvero a me, dice che mia madre mi ha scaricato davanti a casa sua.

In lontananza vedo una civetta. Strano da queste parti, se non fosse che la aspettavo da anni.

Vado in cucina e poso la lettera che mi ha consegnato sul tavolo. È la mia ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dove hanno studiato i miei genitori. A dire il vero con la parola "genitori" intendo solo mio padre, mia madre non so nemmeno chi sia. O meglio, non sapevo chi fosse prima di due mesi fa. Un satiro, un ragazzo-capra di nome Ethan, è venuto a prendermi per portarmi al campo mezzosangue, dove mia madre, Atena, mi ha riconosciuta.

Ovviamente dovevo andare a scuola quindi, ho preso il traghetto e sono tornata in Inghilterra. Mio padre era felice sia del campo che della lettera: passerò tutto l'anno a scuola e neanche deve vedermi d'estate. Qualche giorno dopo arriva il satiro a prendermi, è un mio compagno di classe, Ethan.

-fine flashback-

La mia civetta, Psyche, è nella sua gabbia sul carrello. È una civetta bellissima e molto intelligente. I suoi grandi occhi gialli possono intimidire, ma è davvero dolce. È un dono di mia madre. Quando ha saputo della mia ammissione ad Hogwarts, me l'ha mandata alla cabina sei con un biglietto legato alla zampa, in cui diceva che si aspetta molto da me a scuola. Come se fosse una novità, tutti i miei fratelli che ho conosciuto finora al campo mi hanno detto che Atena si aspetta molto, e forse troppo, dai suoi figli. 

Sono tra il binario nove e dieci. Prendo un respiro profondo e mi avvicino al pilastro. Mi appoggio e mi ritrovo nel binario 9 ¾. I ragazzi salutano i genitori abbracciandoli. Metto il mio baule nella stiva, apro la gabbia della civetta ma in modo che non si noti. 

Salgo sul treno e tiro fuori la mia versione tascabile di "pozioni e incantesimi fondamentali" e inizio a leggerlo nel corridoio del treno. 

Il pavimento scricchiola lievemente. I ragazzi dei primi anni stanno a testa china mentre quelli più grandi già lanciano incantesimi. Schivo una scarpa che stava per finirmi dritta in testa. Mi viene difficile respirare, l'umidità di settembre mischiata al caldo del treno rendono l'ambiente estremamente afoso. 

Alzo la testa e vedo una ragazza concentrata sul suo succo di zucca. Una bandana cerca di tenere i suoi capelli indietro ma delle ciocche le ricadono sugli occhi. Ha un vestito nero e delle scarpe da ginnastica gialle. Alza la testa ma è troppo tardi. Mi finisce addosso con tutto il succo. 

"Santi numi!" esclamo guardando quello che una volta era la mia camicia linda e profumata. "Oh dei, mi dispiace tanto!" si scusa tappandosi la bocca. La guardo e lei guarda me. Ho la strana sensazione di averla già vista. "Gratta e netta" agito la bacchetta e la mia camicia è come prima. "Tutto ok?" chiede un ragazzo dalla cabina alla nostra destra. "Nulla di rotto" rispondo. "Siete semidee?" chiede il ragazzo. Non so come fa a saperlo ma annuisco e la ragazza al mio fianco fa lo stesso. 

"Sono Henry Jackson." si presenta con un sorriso smagliante "Hanna Taylor" risponde a sua volta la ragazza stringendogli la mano "Beth Harvey. Ma gli amici mi chiamano Prete" dico io per poi unirmi a loro entrando nello scompartimento. Psyche entra dal finestrino aperto, avevo lasciato la gabbia aperta apposta. "Perchè ti chiamano in quel modo?" mi chiese Henry "Mi chiamano Prete perchè..." Stavo per rispondere ma la ragazza del succo si mette a urlare. Una rana le è saltata in testa. 

"Scusate, avete visto una rana?"

4 Sporchi MezzosangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora