In fuga

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Palazzo Jarjayes


Nanny ed io siamo davanti al fuoco nell'attesa che arrivi mio marito, ormai abbiamo esaurito le parole, entrambe pensiamo ai nostri ragazzi: Oscar e André.
Sentiamo dei passi decisi, ci voltiamo, è Augustin che si avvicina con il suo solito passo deciso e cadenzato.


Mi tolgo la mantella e mi lascio cadere su una poltroncina.Sento lo sguardo di Marguerite e Nanny addosso, riesco a percepire tutta la loro tensione e preoccupazione Poi sorrido e aggiungo: "Li ho visti, sono vivi. Devono solo riuscire a lasciare la Francia, poi andrà tutto bene!"
Tolgo le lenti, mi asciugo gli occhi esclamo: "Che Dio sia lodato!"
Le parole di mio marito mi consolano e con tono concitato, domando: "Augustin, come stanno? Dove sono?"

Osservo mia moglie, stringe le pieghe della gonna con ansia, forse per cercare di calmarsi. Ha una piccola goccia di sudore correre sul suo bel viso, arrossato dalle troppe preoccupazioni e dalla lunga attesa.

"Ecco ..... non intendo mentirti. Non stanno proprio bene, ma se la caveranno, vedrai. Sul dove sono ... preferisco tacere, anche i muri hanno orecchie! Ma vedrai andrà tutto bene!"
"Non stanno bene?! Augustin, cosa è successo? Oscar ... la nostra Oscar sta male?"
"Il mio André, cosa è successo al mio ragazzo?"
"Sono entrambi feriti ... ma non sono in pericolo di vita. Oscar però mi è parsa molto provata, è magra, Marguerite, tanto magra. Ed ha una tosse che non mi piace. In quanto a Andrè ... è stato colpito da una pallottola, ora ha bisogno di tanto riposo!" Mi accascio sulla poltrona ed aggiungo: "Ma sono vivi! Capite, sono vivi!!"
"Ahhh il mio André colpito da una pallottola! Bouuuubouuuu ... povero figliolo!Ahhhh .... sniff ... sniff ... Quante disgrazie si sono abbattute su questa casa! ... André non potrà proteggere la mia Oscar! ... Sniff ... sniff ..."
"Nanny .... smettila di piangere! Vedrai che si riprenderanno. E poi ... uhm ... ecco ... Andrè e Oscar ... vorrebbero ... sposarsi." sussurro quasi le ultime parole, emozionato, confuso.

Ho sempre saputo che erano fatti l'uno per l'altro, se solo li avessi lasciati vivere assieme molto tempo fa ...

"Si ... il mio ragazzo ha sempre amato Oscar ma non ha mai osato dichiararsi, lui ... lui ... è solo un servo! Ahhhbouuu ... sniff ..."
"Basta Nanny ... piuttosto, nessuno deve sapere che sono vivi, sono stato chiaro? Nessuno, per nessun motivo. E' molto importante!"

Osservo il generale, è ritornato perfettamente padrone di se stesso, l'uomo di ghiaccio che è sempre stato. Tranquillo, imperscrutabile.

Ritrovo la padronanza di me stessa e aggiungo: "Nanny, dobbiamo indossare degli abiti neri, tutti dovranno pensare che sono morti!"
"Si .... si. Come volete Madame ... anche se è tutto così ... sniff ... Spero di rivederli un giorno!"
Il Generale ribatte: "Vi prometto che un dì li rivedremo! ... Nanny per favore, fa servire la cena! ... Finalmente adesso potrò riposare, sono così stanco!"
"Si ... certo Generale. Vado." Mi alzo mesta e lascio la stanza.
"Augustin ma di cosa vivranno? Come faranno ad affrontare il viaggio?"
"Ho dato loro due sacchetti di monete e diverse lettere di cambio. Stai tranquilla Marguerite, hanno quanto necessario per raggiungere un luogo sicuro, poi ci scriveranno e manderemo loro altro denaro. Vedrai, andrà tutto bene. Non sono due sprovveduti, li ho cresciuti io!" pronuncio le ultime parole fiero. "Sono convinto di avere fatto un ottimo lavoro con loro. Forse troppo ...... resta il fatto che Oscar ha tradito la corona, se il generale Bouillè dovesse scoprire che è viva per lei ci sarebbe la corte marziale. Se la meriterebbe, ma è mia figlia, preferisco saperla viva e al sicuro lontano dalla Francia, ed affrontare io le ire e la derisione degli altri ufficiali dell'esercito.
Mi avvicino a mio marito e sussurro: "Oscar e André si amano ... André la renderà felice."
"Si, lo credo anche io. Se solo lo avessi capito prima ..."
Prendo le mani di mio marito, lo guardo negli occhi e sussurro: "L'importanteè che tu abbia compreso. Augustin, spero solo di rivedere i ragazzi."
"Li rivedremo, stanne pure certa! Ti ho mai delusa?!"
"Hai sempre mantenuto la parola, Augustin, mi fido di te."

Prendo le mani di Marguerite tra le mie, le porto alle mie labbra e ci poso un piccolo bacio. Sono anni che ci siamo persi, forse è giunto il momento di ritrovarci, riavvicinarci.





Siamo partiti all'alba, il dottore ci ha procurato una piccola carrozza, molto borghese, in cui ci siamo sistemati io e Andrè. Alain e Gerard sono a cassetta, sotto al sole di questa calda estate. Andrè è di fronte a me, appoggiato al fianco della piccola vettura, stanco. Abbiamo fatto solo una piccola sosta per il pranzo e siamo ripartiti subito. I nostri poveri cavalli saranno ormai stanchi ma avevamo la necessità di allontanarci velocemente da Parigi. Alexander e Caesar, non potevamo di certo separarci da loro, anche se abbiamo dovuto sporcare il loro mantello di fango per farli passare inosservati.
Raggiungiamo una piccola città, sento la carrozza rallentare nei pressi di una piccola locanda.
La vettura si ferma e Gerard viene ad aprire il piccolo sportello.
"Comandan ... ehm .... Madame, credo che sia meglio fermarci per la notte."
André è disteso sulle mie gambe, anche se si fa forza in realtà è molto debilitato, sussurro: "Coraggio André, adesso potrai riposare! ... Alain, Gerard aiutatemi!"
"Si, certo. Su forza amico, cerca di alzarti!"

Sento la fronte imperlata di sudore, tento di alzarmi ma la ferita mi fa molto male.

"Alain ... Gerard, io ... non ci riesco, eppure sono riuscito a salire sulla carrozza ... "
"Sarai stanco! Su forza, ti aiutiamo noi!" Afferro il nostro amico, lo faccio appoggiare a me e piano lo aiuto ad uscire dalla carrozza. Poi osservo il nostro comandante, sembra così fragile con indosso un abito femminile. Piano esce anche lei dalla carrozza, entriamo mentre Gerard si occupa dei cavalli.
Seguo i miei soldati che sorreggono André ed appena entriamo nella locanda l'oste ci viene incontro.

"Buona sera signori! Immagino che abbiate bisogno delle stanze?!"
Faccio un passo avanti e rispondo, come d'abitudine."Si certo, due stanze per la precisione!"
"Si, certo, certo! Madame, ho appunto un camera con un letto matrimoniale e un'altra con letti singoli! ... Vedo con rammarico che trasportate un ferito, avete bisogno di un dottore?"
"Uhm ... si, se fosse possibile vorrei che mio ... marito venisse curato. Purtroppo ha una brutta ferita!"
"Ma certo! Manderò il garzone a chiamare il dottore!" mi affaccio in cucina e ordino: "Pascal vai immediatamente a chiamare il dottore!"
"Grazie Monsieur. Se non Vi dispiace noi vorremmo cenare in camera." Rispondo tranquilla. "Eh ... potreste mandare qualcuno ad occuparsi della nostra vettura e dei cavalli?!"
"Penseremo a tutto noi!" Rispondo felice.
"Bene, grazie mille. Se ora voleste indicarci le nostre stanze ....."
"Venite con me, prego da questa parte!" dico facendo strada.


Seguiamo il locandiere, sollevo la lunga gonna per salire le scale, sono un poco affaticata. Non sono abituata a questi abiti e sento il fiato corto, forse anche a causa della tisi. Raggiungiamo il primo piano ed entriamo in una stanza piccola ma pulita. Mi guardo per bene attorno mentre Alain e Gerard aiutano Andrè a distendersi.

Mi avvicino ad André, gli sollevo il capo con dei cuscini e sussurro: "Stai meglio così?"
"Si ... grazie Françoise!"
Sento la voce bassa di Andrè, quasi un sospiro. Non si è lamentato per tutto il giorno, ma si vedeva che era molto stanco e provato.
"Alain, Gerard, andate a riposare anche voi. Sarete stanchi ...... "
"Si ... grazie madame Françoise!" dico lasciando la stanza con Gerard.

L'oste domanda: "Signori, Vi farò portare in camera una cena succulenta! ... Bene, vado a dare disposizione in cucina, sempre se non avete preferenze."
"Nessuna, per me andrà bene qualsiasi cosa."
"FidateVi di me, la cuoca ha preparato dei pranzetti!"
"Una cortesia ancora. È possibile avere dell'acqua calda? Vorrei lavarmi."
"Ma si, certo Madame! Ve la porterà mia figlia!" dico lasciando la stanza.

Mi avvicino ad André, poso una carezza sul suo viso, lo vedo aprire gli occhi e osservarmi.

Mormoro con affanno: "Oscar ... sei pallida, cos'hai ... avanti dimmelo!"
"Nulla, solo un poco di stanchezza!"
"Non è vero! ... Dimentichi che ti conosco da una vita, so quando mi menti e mi nascondi le cose ... Oscar, forse non hai fiducia in me?"
"Certo che mi fido di te! Tu ora però pensa solo a ristabilirti."
"Ci vorrà molto tempo e lo sai ... certo che è mancato davvero poco per lasciare questo mondo, per lasciare te!" i miei occhi si riempiono di lacrime. "Oscar, nonostante questo brutto momento, sono felice ... tanto felice! ... Tu mi ami, sei la mia donna come ho sempre desiderato!"
Poso le mie labbra sulle sue, in un bacio piccolo e leggero, imbarazzata dalla mia stessa intraprendenza.
"Anche io ti amo, André!"Rispondo in un sussurro.
Sento le lacrime scendere, per pochi istanti chiudo gli occhi, sussurro: "Oscar ... è meraviglioso sentirtelo dire, desidero abbracciarti ma non posso ... questo dolore al petto ..."
"Shhh ... stai tranquillo! Piuttosto...pensi di riuscire a mangiare da solo?" Poso una carezza sul suo viso, mi sento attratta da lui, dal suo profumo, dal tono caldo della sua voce.
" .... No ... non riesco a muovere le braccia, ho l'impressione che siano paralizzate."
"E allora ... temo proprio che dovrò imboccarti! Non ho mai imboccato nessuno ... povera me!" Rispondo sorridendo.
"Ed io non avrei mai immaginato che l'avresti fatto!"
"Uhm ..... forse non ti fidi?!!"
"Perché non dovrei!?"
"Non lo so!!"

Poi sento bussare, apro e vedo entrare una ragazzina con un catino di acqua fumante in mano e alcuni asciugamani.

"Buona sera! ... Ho portato l'acqua come avete chiesto!" poso tutto sul tavolo, faccio un inchino e concludo: "Vado a prendere la cena, con permesso!"
"Grazie!" Poi mi volto verso André e dico: "Bene, direi che meriti un piccolo lavaggio!! Non trovi?!"
"Ma io ... non posso!"
"Ci penso io a te ... coffcoff ..." mi volto ed inizio a tossire, un attacco forte che mi fa piegare. Apro il palmo della mano e vedo sangue.
Tento di sollevarmi dal letto ma non ci riesco, domando con timore: "Oscar, Oscar ... cosa ti succede? Oscar!"
"Nulla....nulla. Tu stai tranquillo!" Mi pulisco con un fazzoletto, a fatica mi sistemo e raddrizzo. Faccio un bel respiro, sento mancarmi l'aria, un altro respiro, piano, nel tentativo di calmarmi e prendere aria. Non è nulla, ora passa .... Respira Oscar, respira .....
TOC TOCTOC
Oscar non riesce a rispondere, dico: "Avanti!"
Vedo la porta aprirsi ed entrare un omino basso, magro, con un lungo naso.
"Buona sera, sono il dottor Tireau!"
"Dottore, Vi prego, visitate mia ... moglie, sta male, tossisce e non riesce a respirare!"
Mi volto, osservo il medico, cerco di sorridere e rispondo: "Ma no, non è necessario. Piuttosto ..... mio marito è ferito, credo sia necessario pulire la ferita e cambiare le bende, dottore." Rispondo con fatica cercando di dissimulare la mancanza di fiato.Mi sento debole però, mi gira la testa e sento dei sudori freddi scendere lungo la mia schiena.
"Madame, mi occuperò di Vostro marito ma ho l'impressione che Voi abbiate tutti i sintomi della tisi!"
Spalanco gli occhi e ribatto: "Ma no, cosa dite?! Io sto benissimo, sono solo raffreddata."

Mi sento gelare il sangue, continuo ad ascoltare in silenzio la conversazione tra il dottore e Oscar.

"Madame, dimenticate che sono un medico, conosco i sintomi della tisi e in questo periodo purtroppo sto curando tantissima gente! ... Madame, se me lo permetterete appena avrò finito con la ferita di Vostro marito, mi occuperò di Voi."

"Oscar ..."
Guardo timidamente André e sussurro: "Non è necessario! Non molto tempo fa mi sono recata da un medico ... sono a conoscenza dei miei disturbi ..."
"Quindi sapete già quale è la diagnosi?!"
"Si. So cosa fare, adesso Vi prego, occupateVi di mio marito!"
"Se è così, farò come Volete!"
Ascolto un mesto sussurro: "Oscar ..."
Mi avvicino, e con tono rassicurante rispondo: "Sta tranquillo André, andrà tutto bene!"
"Oscar ..."
"Andrà tutto bene." Ripeto in un sussurro, più e più volte, per convincere Andrè o forse per convincere anche me.
Non posso perderlo ora, non posso lasciarlo ora. Ora che ci siamo trovati e capiti. Ora che ci amiamo. Non cederò, farò ciò che sarà necessario, e avrò vittoria su questa malattia.





Getto i vestiti sporchi sul letto per prenderne altri, Gerard mi guarda e dice: "Alain ma hai visto quanto è bello il nostro comandante vestita da donna? Ora capisco perché André era disposto a farsi ammazzare in caserma per lei!"
"In effetti ... faccio fatica a credere che sia la stessa persona. Poi però quando decide cosa e come fare ... torna ad essere il nostro comandante!"
"Già! ... E che donna coraggiosa!"
"Unica direi! E solo Andrè potrebbe sopportarla!"
"Ma cosa dici Alain?! Ah ahah ..."
"Ah ahahahahah la verità amico! Non vorrai mica dire che il Comandante è una donna dolce e arrendevole!? ... Comunque, ironia a parte, il nostro amico è un uomo fortunato!"
"Fortunato ... lo è di sicuro! Un altro al suo posto sarebbe morto! Lui invece delirava chiamando il nostro comandante! Però è ancora qui, non proprio in salute ma se la caverà!"

TOC TOC

"Deve essere la nostra cena! ... Avanti!"
"Buona sera Messieurs! Vi ho portato la cena!" poso il vassoio, faccio in piccolo inchino e uscendo dico: "Con permesso Signori!"
"Grazie madamigella!"
Guardo le pietanze fumanti sul tavolo e dico: "Uhm ... che buon profumino! Avanti Gerard, facciamoci sotto!"
"Si ... ho una fame!!! Sono giorni ormai che mangiamo solo avanzi!!"
Tra un boccone e l'altro domando: "Ehi Alain, che ne pensi di andare a vivere a Venezia? Credi davvero che lì saremo tutti al sicuro?"
"Credo di si. Di sicuro il Comandante avrà valutato bene dove andare. Il vero problema sarà la lingua .... io capisco solo il francese!"
"Bel problema!" afferro un cosciotto di pollo e continuo: "Non sarà facile, soprattutto comunicare con le ragazze! Chissà come sono le veneziane? ... Uhm ... davvero ottimo questo pollo!"
"Slurp ... uhm ... ma secondo te .... il Comandante conosce la lingua di Venezia?!"
"Immagino di si ... è un nobile e come tutti gli aristocratici conoscerà un mucchio di lingue."
"Già ... magari anche Andrè .... potrebbe aiutarci lui ..... ih ihih ..."



Sono in camera con André, sul tavolo ci sono i piatti fumanti, sussurro: "André, devi mangiare qualcosa! ... Ti aiuterò!" prendo il piatto e la posata, mi avvicino piano, mi sistemo accanto a lui e immergo il cucchiaio nel brodo. "Dai André, apri la bocca!"
"Si, certo. Oscar ..... " Mi perdo ad osservarla, è così bella, fragile. Ha le gote un poco rosse, non capisco se è per l'imbarazzo o per la febbre.
"André, penso alla nuova vita che ci aspetta, sono sicura che saremo felici!"
"A me basta averti accanto per essere felice! Oscar .... voglio davvero sposarti! Io ..... "
Arrossisco per le sue parole, lo imbocco e sussurro: "Ed io desidero diventare tua moglie."



Sono stanco, tanto stanco. Ma non voglio cedere, non voglio chiudere gli occhi finchè Oscar non si sarà sistemata nel letto, al mio fianco. Spero che non sia imbarazzata all'idea di dividere il letto con me.

"Oscar hai bisogno di riposare, vieni qui accanto a me!"
"Si ... certo. Ora ... mi cambio." Poi mi guardo attorno, ho davvero bisogno di togliere questi abiti femminili, troppo stretti per le mie abitudini. Purtroppo in questa stanza non c'è neppure un paravento.
"Andrè ... ecco .... potresti ... non guardarmi?!"Domando un poco imbarazzata.
Le sue parole mi sorprendono e con imbarazzo rispondo: "Chiuderò gli occhi..."
"Grazie!" rispondo imbarazzata. Osservo Andrè, ha davvero chiuso gli occhi e piegato un poco la testa. Inizio piano a sbottonare il vestito, poi piano lo sfilo e lo appoggio su una sedia, ben sistemato. Poi mi sfilo le calze e resto con indosso solo una camicia, lunga fino alle ginocchia. Mi avvicino al letto, sollevo un poco il lenzuolo e mi nascondo.
"Fatto Andrè ... e ... grazie" aggiungo imbarazzata.
Questa sarà la prima notte che passeremo assieme, da soli, nello stesso letto .... dopo .... dopo quell'unica notte in cui ci siamo amati.

Guardo con tenerezza la mia amata, sussurro: "Mi sembra di sognare ... tu ed io qui ... insieme!"
"Si ... è così ... oh Andrè ... io ... uhm ... forse ... è meglio cercare di riposare. Buona ... buona notte Andrè." Poi mi avvicino un poco e poso un piccolo bacio sulle sue labbra. Vorrei tanto stare nel suo abbraccio, sentire il suo calore. Ho freddo ... sarà la febbre.
"Coff ... coff..."
"Oscar non stai bene! ... Cosa ti ha detto il dottor Lassonne riguardo alla tua ... malattia?"
"Coff .... mi ha detto ... coff ... di stare al caldo, a riposo e di mangiare dei pasti regolari ... e sostanziosi. Coff ..."
"Quando arriveremo a destinazione, dovrai curarti, penserò io a te!"
"Si ... stai tranquillo! Coff ... coff ... e ... coff ... riposati. Domani dovremo rimetterci in viaggio ... dobbiamo allontanarci il più in fretta possibile!"
"Perché non me l'hai detto?"
"E tu perchè non mi hai detto della tua vista?"
"Perché mi basterà un poco di riposo per riacquistarla."
"Andrè .... hai rischiato molto ... troppo, pur di starmi vicino ..... e se sei rimasto ferito ... è solo per causa mia."
"Per te sono disposto a dare la mia vita!"
"Ma ... Andrè ... anche io ... farei lo stesso per te ....."
"Lo so! ... Sei la mia vita Oscar!"

Mi lascio andare alla stanchezza, davvero non ce la faccio più. Mi rannicchio accanto ad Andrè, ho freddo ... voglio solo sentire il suo calore. D'istinto prendo una sua mano e la stringo, intreccio le mie dita con le sue e piano mi addormento.

Sento il calore del suo corpo, sono felice, per la prima volta mi addormento accanto a lei, quanto la amo ..."



Albeggia, uno squarcio di sole penetra nella stanza. La mia Oscar è qui accanto a me, la sento. Schiudo gli occhi, la vedo, è stretta a me; mi muovo appena, ho l'impressione che il dolere sia più lieve.


Apro piano gli occhi, vedo il sorriso di Andrè, i suoi occhi. Sbatto un poco le palpebre, poi sorrido a mia volta. "Buongiorno!"
"Buongiorno ... Oscar!"
"Uhm .... hai riposato bene? O hai avuto male?!" Domando mentre con una mano sfioro appena la pelle del suo torace. È così strano svegliarmi accanto a lui, sentire il calore del suo corpo.
"Ho dormito benissimo ... accanto a te."
"Oh ... ehm .... anche ... anche io, Andrè."
"Ti ho messa in imbarazzo?"
"Eh? Uhm ... un poco ... " Poi sorrido, osservo meglio Andrè, il suo profilo, il suo sguardo dolce.
"Credo che sia ora di alzarci e rimetterci in viaggio. Dobbiamo allontanarci in fretta!"
"Si, ma prima desidero che mi baci!"

Mi avvicino un poco, sfioro la pelle del suo viso e poi piano poso le mie labbra sulle sue. E' un'emozione forte sentire le sue labbra dolci, morbide. Mi sento arrossire, ma sono così felice!

Sollevo il braccio, accarezzo il suo viso e rispondo al suo bacio.

"Ti senti a disagio qui con me?! ... Ti capisco, infondo per una vita siamo stati solo amici!"
"Ecco ... io ... ti dispiace non guardarmi? Dovrei vestirmi."
"Ma si, certo! Chiuderò nuovamente gli occhi!"

Oscar si vergogna di me, eppure l'altra notte è stata mia! ... Non vedo l'ora di riaverla, la desidero così tanto!"

Scendo piano dal letto ed inizio a vestirmi, prima le calze poi il vestito ed infine le scarpe.

"Fatto, sistemo i capelli e ti aiuto!"
"Oscar, ho bisogno di lavarmi, riguardo ai vestiti, beh ... lasciami quelli puliti che mi ha dato il dottor Lassonne, non riuscirei a cambiarli."
"Ti aiuto io, stai tranquillo! O vuoi che chieda ad Alain?!"
"Ma no, lascia stare, mi cambierò quando ci fermeremo alla prossima locanda!"
"Come vuoi...però devi infilare la camicia ... e alzarti dal letto!"
" ... Si ... però non sarà facile alzami, avrò bisogno di aiuto."
"Ci penso io!! O forse non ti fidi?! Coff...."
"Ma sono pesante e tu sei già debilitata! Oscar, preferisco che mi aiutino Gerard e Alain."
"Come vuoi....vado a chiamarli allora!"



"Alain che ne diresti se prima di preparare la carrozza ci facessimo un bel bicchierino di sotto?"
"Non mi pare il caso ... il Comandante potrebbe non gradire!!!"
"Ma solo un bicchiere! Giusto per scaldarci un po' gli animi."

TOC TOCTOC

"Alain, Gerard!!"
"E' il Comandante! Su presto Alain apri!"

Apro la porta e vedo il Comandante con indosso un bell'abito rosso, con una piccola scollatura, le maniche lunghe fino al gomito. Ha i capelli un poco raccolti con alcune ciocche ribelli. Certo che è davvero bella.

"Buongiorno...Madame!!"
"Alain, devi venire con Gerard in camera mia, dovete aiutare André a cambiarsi d'abito!"
"Certo!! Arriviamo subito. Voi intanto volete scendere per colazione?"
"Si, inizierò a ordinare qualcosa per tutti! ... Mi raccomando, fate attenzione alla ferita."
"Si, certo! Arriviamo subito!"



Scendo di sotto e mi sistemo ad un tavolo, in un angolo della sala. Vedo arrivare il locandiere.
"Madame, buongiorno! Siete sola? Volete la colazione?!"
"Si certo, potete predisporre la colazione per noi quattro. Mio marito ed i nostri amici scenderanno a momenti."
"Certo Madame, subito!"

Nella locanda ci sono diversi uomini, sono l'unica donna e tutti mi guardano curiosi, alcuni bisbigliano tra loro. Certo che non ho mai messo piede in una locanda con abiti femminili, per questo motivo desto curiosità.


"Mattheu hai visto che bel tocco di femmina? Ma che ci farà una donna simile in un postaccio del genere?!"
"Chissà ... magari è alla ricerca di compagnia? O forse ... non sa come mettere insieme il pranzo con la cena ..."
Arriva l'oste con le portate e dice: "Ehi voi, state alla larga da quella dama! Non è qui per far compagnia a nessuno! Suo marito è di sopra e con lei ci sono degli accompagnatori, quindi girate al largo che non voglio problemi nella mia locanda, mi sono spiegato?"
"Si, si ... come vuoi! Però è un vero peccato!"
"Peccato o no, girate al largo!"


Vedo l'oste arrivare con una colazione abbondante, adatta a quattro persone. Posa il tutto sul tavolo e si allontana. Prendo una tazza di latte e inizio a berla quando vedo scendere dalle scale Andrè, sorretto da Alain. Noto che fa molta fatica a camminare, se non ci fosse Alain non credo che si reggerebbe in piedi.
Arrivano al tavolo, si siedono con non poca difficoltà.
"Andrè, ce la fai a mangiare da solo?" Domando preoccupata.
"Si ... si ... e poi devo in tutti i modi riacquistare i miei movimenti ..."
"Bene ... però se non riesci ... ci sono io ad aiutarti, Andrè!" Rispondo sotto voce.
"No, tranquilla, farò da me!"


Vedo aprirsi la porta della locanda ed alcuni soldati entrare nel locale. Istintivamente cerco di nascondermi un poco, preoccupata di poter essere riconosciuta.
Sento la voce di André: "Françoise rilassati!"
"S... si. Ci provo però ...... " Prendo la tazza di latte e la porto alle labbra, per nascondere un poco il viso. Tendo le orecchie nella speranza vana di sentire cosa stanno chiedendo quegli uomini al locandiere.


Sono dietro il bancone ad asciugare i bicchieri quando vedo entrare dei soldati, vado incontro e domando: "Posso esservi utili?"
Uno di loro risponde: "Si, portaci da bene e qualcosa da mangiare! Siamo stanchi e affamati, è da ieri che siamo di guardia, non ne possiamo più!"
"Ma certo, subito! Ma dite ... quali notizie portate dalla capitale?!"
"A Parigi è scoppiato l'inferno, che Dio ce ne scampi!"
"Dite davvero? Qui sono giunte notizie vaghe, raccontate un po'!"
"Si, ma prima vogliamo prendere posto, le gambe ormai non ci reggono più!"
"Ma certo, c'è un tavolo libero laggiù, accanto a quei quattro viaggiatori!"
"Perfetto! Amici, andiamo!"





Vedo i soldati avvicinarsi, di sicuro l'oste li avrà fatti accomodare nel tavolo accanto al nostro. Dalle loro divise riconosco il reggimento di appartenenza, è l'altra compagnia delle guardie metropolitane. Spero che non ci creino problemi. Osservo Andrè, sorseggia con fatica il suo latte, anche lui è teso.

Sussurro al mio amico: "Gerard, spero che questi non ci diano rogne!"
"Lo spero anche io, meglio cercare di essere veloci ed andare via da qui."
"Si, mangiamo alla svelta!"


L'oste continua a chiedere: "Dunque soldati, cosa dicevate riguardo alla situazione a Parigi?"
"Oh .... vedi amico, la Bastiglia è caduta!! Avresti dovuto vedere!! Gli uomini della compagnia B hanno sparato con i cannoni!! Erano guidati da un soldato biondo, esile ed elegante. Sembrava un angelo ...l'angelo del giudizio!"
"Ah ahah ... Jeanne stai parlando di quell'ufficiale nemmeno se fosse l'Arcangelo Gabriele! Ah ahah ..."
"Beh .... sembrava proprio esserlo!! Comunque, la Bastiglia è caduta grazie a quell'uomo! Ora è il più ricercato di Francia! Il popolo inneggia a lui, l'esercito regio lo vuole morto!"
L'oste continua: "Lo vuole morto?! Quindi è un ricercato?"
"Esatto!!! Ha espugnato la Bastiglia! Parigi è a ferro e fuoco grazie a lui! Il suo nome ormai è sulla bocca di tutti! Ah ahahah ... certo, me lo sarei immaginato diverso, questo condottiero!!"
"Diverso come?"
"Ecco .... sembrava ...... asessuato .... quasi fosse ... una donna! Ah ahahahah!"


Vedo Alain sghignazzare alle parole dei soldati, sussurro: "Smettila di ridere e muoviamoci! Dovete ancora preparare la carrozza!"
"Si ... certo ..com .. ehm ...Madame! Certo che Voi avete mantenuto il Vostro piglio ..... militaresco!"
"Credo che nessuna veste potrebbe togliermelo! Avanti, sbrighiamoci a fare colazione!"rispondo sottovoce. "Non voglio che i nostri vicini di tavolo possano ascoltarci."
"Si, certo! Meglio lasciare in fretta questo posto!" Rispondo mentre butto giù l'ultimo sorso di latte.
"Ecco ... io ho fatto! Gerard, se hai finito possiamo andare a preparare la carrozza!"
"Sono pronto, possiamo andare!"
"Bene, allora io pago il locandiere e vi raggiungiamo fuori!" Poi Mi volto verso Andrè ed aggiungo: "Pensi di farcela appoggiandoti a me?!"
"Devo! Dobbiamo uscire di qui passando inosservati."
"Bene, allora finisci la tua colazione!"
Poi sento la voce dei nostri vicini di tavolo.
"Ehi voi, non vi ho mai visto qui! Siete forestieri? O forse fuggite dalla città?!"
Alain risponde: "Si, siamo forestieri ma siamo di Lione, di Parigi non sappiamo nulla. Piuttosto mi avete incuriosito, avete parlato di un ufficiale biondo che avrebbe bombardato la Bastiglia, è mai possibile che degli ufficiali abbiamo fatto questo?"
"Di Lione? E cosa ci fate qui, nell'Ile de France?!"
"Eravamo venuti per delle questioni ma quando ci siamo resi conto che nella capitale non c'è più legge, siamo andati via."
"Capisco. Siete commercianti?" Osservo per bene questi quattro.
Uno sembra malato, forse ferito. Non capisco. La donna invece è strana. Non so il perché ma ha qualcosa che non mi torna.È innegabilmente una bella donna, algida, rigida forse. Ma ha qualcosa che non riesco bene ad inquadrare, forse nei modi .....

"Esatto! Forniamo alcuni negozi parigini ma ormai Parigi è diventata inaccessibile."
"Si. Vi conviene starne alla larga!!! Ah....che giornate!!!"
Gerard continua: "Ma non ci avete ancora raccontato di come è stata espugnata la fortezza!"
"Oh ... una cosa senza eguali!!! La compagnia B, quelli con le nostre stesse divise, si è unita al popolo ed ha bombardato la Bastiglia!!! È stato un vero assedio! Una cosa mai vista!! Ed il loro Comandante!!! Un uomo incredibile!! Uhm ... non so perché Madame, ma Voi me lo ricordate molto. Forse è un Vostro parente?!"

Alle parole del soldato sussulto appena, faccio un piccolo respiro e rispondo con farsa tranquillità.

"No, no! Non so nemmeno di chi parliate!"
"Uhm ... eppure ... bah!!! In ogni caso dicono che sia morto ..... peccato che lo stiano cercando ovunque!!!"
Domando curiosa: "Avete detto che lo stanno cercando? Chi? I soldati di sua maestà?"
"Hanno la giubba verde.....sono uomini di quel pallone di Bouillè!!"
"Capisco!" rispondo pensierosa.

Eppure questa donna non mi convince. La osservo con attenzione, proprio ha qualcosa di conosciuto.
"Madame...forse Vi ho già vista?!!"
"Impossibile, non Vi conosco e poi, come Vi ha detto il mio parente, siamo forestieri."
"Si si .... scusatemi! Non volevo essere invadente!!"
"Bene, adesso è tempo di ripartire. Alain, Gerard, preparate la carrozza!"
"Certo!!! Andiamo!!!" Mi alzo assieme al mio amico Gerard e insieme ci allontaniamo.
Rimango solo con Oscar e sussurro: "Dobbiamo lasciare questo posto alla svelta."
"Si ... vado a pagare il conto. Tu aspettami qui!"
"Va bene Oscar."
Mi alzo, faccio un bel respiro e raggiungo il locandiere.
"Monsieur, ditemi quanto Vi devo. Per noi è ora di partire!"
Apro il libro per gli appunti, mormoro: "Dunque ... due camere, otto pasti, i servizi igienici ... la stalla per i cavalli .. uhm ... mi dovete una moneta d'argento."
"Bene, ecco a Voi! Arrivederci Monsieur!" Rispondo mettendo quanto richiesto sul tavolo. Poi torno verso André, lo raggiungo e gli sorrido.
"Bene, ti aiuto André?!"
"Faccio da solo." dico aggrappandomi al tavolo. "Ce l'ho fatta! ... Françoise, possiamo andare!"
"Certo, vieni. Appoggiati a me!!"
Osservo André, si muove con fatica. Passiamo accanto ai due soldati che continuano ad osservarci.

Vedo i due forestieri lasciare la locanda, dico al mio amico: "Secondo me quell'uomo è ferito! ... Magari andando a Parigi, avrà preso una bella pallottola! ... Poveretto! Ma chi glielo ha fatto fare a venire fin qui?"
"Se sono commercianti....saranno venuti per vendere i loro prodotti! Chissà!! Comunque hanno un'aria aristocratica, non trovi?!"
"Quei due che sono appena usciti di qui, si, ma gli altri non mi pare."
"Già!! E continuo a dire che quella donna ..... ha qualcosa di strano!!! E poi è andata lei a pagare.....bah!"

Io e teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora