Una casa per noi
Siamo ormai in vista di Venezia, la carrozza sta attraversando l'ultimo tratto della strada che ci conduce alla città lagunare. Il nostro viaggio è giunto al termine e qui dovremmo essere al sicuro. Certo, dovremo trovare una sistemazione per la notte, magari una locanda. Osservo dal finestrino il mare, sento l'odore salmastro e paludoso entrarmi nelle narici. Spero davvero di guarire, o almeno di poter stare bene, poter rendere felice il mio Andrè, che tanto ha fatto in questi anni per me. Se solo mi fossi accorta prima dei suoi sentimenti ... e dei miei. Saremmo potuti essere felici già molti anni fa e forse ora io sarei in salute. Purtroppo in dietro non si torna, dobbiamo solo guardare avanti, nel nostro futuro. Che sia breve o lunga, il resto della mia esistenza sarà al fianco di Andrè.
"Oscar sei pensierosa ..."
Mi volto verso Andrè, richiamata dal suono della sua voce, dolce e tenera, sorrido, lo osservo. "Penso a noi due ..... al nostro futuro. Oh Andrè ..... " Poi prendo la sua mano e la stringo tra le mie, sotto lo sguardo stupito di Bella.
Abbasso lo sguardo, poi guardo fuori il finestrino e dico: "Non vedo l'ora di arrivare! ...Madame Oscar, mi permetterete di lavorare nella vostra casa? Sapete, io so fare tutto."
"Ecco ... vedi Bella, noi ..... non so quanto potremo pagarti ..... siamo .... siamo dei fuggiaschi, è questa la verità"
"L'avevo capito subito, infatti glielo avevo detto al Signor Alain ed è per questo motivo che mi ha portato con Voi. Lui non voleva ma io l'ho minacciato ... mi dispiace!" abbasso la testa per l'imbarazzo. "Mi vergogno per quello che ho fatto ma io desidero tanto una vita migliore e riguardo a ciò che potete offrirmi, beh ... a me basta solo un letto e da mangiare."
Sorrido alle parole di questa ragazzina ... ed alla gentilezza di Alain. "Se ti basta così poco .... sei assunta. Ma appena avremo delle entrate sarai retribuita. Nella mia famiglia abbiamo sempre pagato chi ha lavorato per noi, sempre!"
"Oh, grazie Madame Oscar! ... Però che strano ... una donna con un nome da uomo. Comunque grazie, grazie davvero!"
Sorrido nel vedere questa ragazzina così allegra e felice, forse una ventata di allegria mi farà bene. Sento Andrè stringermi la mano, poi aggiunge: "Oscar, io intendo trovare il modo di provvedere a noi, in ogni caso lo sai che abbiamo qualche risparmio e .... l'aiuto inaspettato di tuo padre. Vedrai che ce la caveremo. Ma la cosa prioritaria è contattare il medico per la tua salute, ricordalo!"
Lo guardo con tenerezza e sorrido, poi domando: "Chissà quanto tempo manca ancora per arrivare?"
"Direi che ormai ci siamo, guardati attorno! Non ci resta che trovare una locanda per la notte .... ed una sistemazione per i nostri fedeli amici a quattro zampe!"
"Speriamo bene ... coff ... coff ..."
"Oscar ... vieni qui, copriti con la mantella! Non devi prendere freddo!", poi sento la carrozza fermarsi, di sicuro Alain avrà trovato una locanda adatta a noi.
Scendo dalla vettura, spalanco lo sportello e dico: "Madame Françoise, André, siamo arrivati ... potete scendere ma prima devo sistemare il predellino!"
"Grazie Alain!" Poi scendo deciso e porgo la mano alla mia Oscar, da perfetto gentiluomo, anche se lei indossa abiti maschili.
"Grazie André! ... Coff ... coff ... questa tosse ... eppure era da un po' che non mi infastidiva."
"Sarai stanca .... vedrai che con una bella cena calda ed un poco di riposo ..... starai meglio!"
Poi entriamo nella locanda, un locale ampio e pulito, illuminato da molte candele. Nell'aria si sente un buon profumo di vivande, ai tavoli siedono alcuni avventori. Vedo un uomo rubicondo venirci incontro, con passo rapido, mentre si pulisce la mani sul grembiule bianco.
"Buonasera Signori, in cosa posso servirvi?"
"Dobbiamo fermaci per la notte e abbiamo bisogno di almeno tre camere e un rifugio per i nostri cavalli, ovviamente abbiamo bisogno anche di ristoro."
"Coff ... coff ..."
Sento Oscar tossire.
"Si certo, forse ... il Vostro amico non sta bene? Volete anche un medico?"
"Un medico? No, no. grazie! Sono solo un poco raffreddato."
"Bene, allora potete sistemare i cavalli nelle scuderie, nel retro della locanda. Faccio subito preparare tre stanze ... ma in quanti siete?"
"In cinque."
"Quindi ... due doppie ed una singola per mademoiselle, immagino! Bene, se volete accomodarvi al tavolo, in attesa che le stanze siano pronte posso farvi servire la cena, per Voi e per i Vostri accompagnatori, Monsieur"
"Grazie!"
"Allora Oscar, tu accomodati con Bella, mentre io indico ad Alain dove sistemare i cavalli e recupero i nostri bagagli. Mi raccomando, stai al caldo"
"Si, certo Andrè! ... Bella vieni! Andiamoci a sedere al tavolo!"
"Si Madame!"
Sento la ragazza chiamare il Signore biondo madame, resto un attimo allibito, eppure sembra un uomo, magari un poco giovane, ma sempre uomo.
"Ehm ... perdonate .... forse non ho ben compreso .... ma Voi .... siete un uomo, vero?"
Vedo Bella, è spaventata e arrossisce, rispondo all'oste guardandolo negli occhi: "Invece avete compreso benissimo! Sono una donna anche se indosso abiti maschili. Dovreste saperlo, sono molto più comodi dei fronzoli che indossano le donne."
"Oh ... perdonatemi ... Dunque .... Voi Madame, siete sposata .... quindi Vi serve una stanza matrimoniale! Ed immagino che questa ragazza sia la Vostra cameriera .... dunque ci vuole una stanza comunicante con la Vostra .... adesso provvedo!"
Guardo stranita Bella e ribatto: "Si ... va bene."
Questo Oste è davvero troppo premuroso ..... ed io mi ritrovo in imbarazzo.
"Perfetto, allora provvedo subito a dare disposizioni a mia figlia. Per la cena ... quanti tavoli faccio predisporre? Uno per Voi e per Vostro marito ed uno per i vostri servitori?"
"Questo andrà bene per tutti!"
"Bene, come desiderate, Madame!" Poi mi allontano rapido per dare indicazioni a mia figlia.
Esco fuori dalla locanda, raggiungo i miei amici e dico: "Alain, Gerard, possiamo portare i cavalli e la carrozza nella stalla."
"Bene, quindi c'è posto per tutti! Dimmi .... com'è l'interno? Intendo .... c'è profumo di mangiare?!"
"Ih ih ... certo Alain! E c'è anche un posto caldo e asciutto per dormire. Su forza sbrighiamoci, anch'io sono affamato!"
Raggiungiamo veloci le scuderie, sistemiamo i cavalli, li stacchiamo dalla carrozza, li spazzoliamo, diamo loro da bere e da mangiare. "Bene, possiamo andare. A domani amici miei!". Poso una carezza sul muso di Alexander ed una su César, prendo i bagagli miei e di Oscar e seguito dai nostri amici entro nella locanda.
Seguiamo André e dico: "Ormai siamo quasi arrivati a destinazione, dobbiamo pensare a come guadagnarci la vita."
"La prima cosa da fare è cercare una casa. Ma ne parleremo con calma a tavola. Ora chiediamo al locandiere di portare di sopra i bagagli e mangiamo .... sono affamato!"
Entriamo nella locanda, vedo venirci incontro l'oste seguito dal garzone, ci dice: "Lasciate a noi le vostre borse, ci penserà il garzone. Potete accomodarvi da quella parte ..." dico indicando dove sono sedute le ospiti. "Madame ha deciso che un tavolo per tutti è sufficiente."
"Grazie, un tavolo in effetti è perfetto, noi siamo tutti amici!" Poi porgo i bagagli al ragazzo e mi dirigo a passo deciso verso il tavolo.
Vedo arrivare André e gli altri. André si accomoda accanto a me mentre Alain si siede lontano da Belle lasciando il posto a Gerard.
"Bene, ora che siamo tutti a tavola .... non ci resta che riempirci la pancia! E tu Oscar, devi mangiare più di tutti, mi raccomando!"
"Facile a dirsi , André! ... ma lo sai che ho poco appetito!"
"Ma devi sforzarti ... è per la tua salute! Dunque ... cosa desideri per cena?!" Domando alla mia amata sorridendo sfacciatamente.
In qualche modo riuscirò a farla mangiare ..... se voglio che guarisca devo assicurarmi che si nutra a dovere, così ha detto il medico e così farò. Certo che è così pallida ... non vorrei che avesse di nuovo la febbre!
"Non saprei ... ecco, qualsiasi cosa andrà bene."
Vedo l'oste avvicinarsi, con aria felice ci domanda: "Allora, cosa osso servirvi? Stufato? Pesce? Minestra?"
Oscar risponde: "Una minestra andrà bene."
"Per me uno stufato, grazie. E anche del vino di queste parti!"
Guardo gli altri ospiti e domando: "Voi invece cosa desiderate?"
"Uhm ... stufato, sarà perfetto! E vino ovviamente!"
"Un poco di arrosto, è possibile?!"
"Si, certo!" guardo la ragazza e domando: "Invece per Voi?"
"Per me ... un piatto di minestra, grazie. E ... dell'acqua"
"Desiderate altro?"
"Uhm ... no, per ora no. Grazie mille!"
Vedo l'oste allontanarsi, da sotto il tavolo afferro la mano di Oscar e la stringo un poco.
"Andrè ... ma noi domani .... cosa faremo? Tu hai già un'idea?"
"Dobbiamo trovare un alloggio e poi penseremo a cercarci un lavoro."
"Un alloggio .... intendi delle stanze per noi? O una casa?"
"Una casa."
"Si ma ... Andrè, lo sai vero che noi non abbiamo soldi? Insomma ... io e Gerard siamo solo due poveracci ....."
"Il Generale, ci ha dato dei titoli e li cambieremo quindi per un po' di tempo, almeno finché non troveremo qualcosa da fare, non avremo problemi."
Gerard ribatte: "Si, questo andrà bene all'inizio ma appena ci troveremo un lavoro, Alain ed io andremo a vivere per conto nostro. "
"Se è quello che desiderate .... sarò ben felice per voi! Anche io voglio trovarmi un lavoro, voglio essere autonomo e potermi occupare di Oscar"
"Andrè, tu lo sai che oltre alle lettere di cambio .... io ho anche un discreto patrimonio, sono i risparmi dei miei vent'anni di servizio presso l'esercito francese!"
"Appunto! Sono i tuoi risparmi e potrai disporne come desideri ma io voglio provvedere a te ... a noi."
"Ma .... se ci possono servire per vivere sereni ... o per acquistare una casa .... possiamo usarli"
"Se lo desideri, per me va bene."
"Bene" Sorrido, mentre vedo arrivare l'oste con la nostra cena. Posa tutto sul tavolo, riempie i nostri bicchieri con il vino e ci augura una buona cena.
Vediamo entrare dei soldati, si guardano intorno, si avvicino al nostro tavolo e prendono posto a pochi metri da noi, uno di loro fa un cenno all'oste e dice: "Maurizio, portaci il solito!"
"Certo Bepi! Arrivo subito! Vuoi anche un'ombreta?!"
"Si, certo! Ahhh visto che ci sei, portaci anche qualcosa di buono da mettere nello stomaco!"
"Certo!! Ago delebele sarde in saor! Vedrai ... sarai soddisfatto!" (certo!! Ho delle belle sarde in saor!)
"Ehi Alain, ci sono le guardie!"
"Già.... André, tu hai capito cos'hanno detto?"
"No, ma credo che non abbiano parlato la loro lingua perché la conosco discretamente."
"Speriamo non ci creino problemi ...."
Oscar ribatte: "Ma no, siamo a Venezia e non siamo perseguibili ... coff .. coff ..."
"Oscar, non ti senti bene? Sei così pallida....."
" ... No ... no ... sto bene è solo la tosse .. nulla di più .."
Guardo con preoccupazione il Comandante, è così pallida ... povero amore mio ...
"Su, mangia. Qualcosa di caldo ti farà bene .... e domani andremo a cercare il dottore!"
Uno dei soldati dice all'altro: "Ehi Bepi, li hai sentiti? Quelli sono francesi!"
"Già..... loro si sono ribellati ..... non come noi!"
"Già ... aspetta, voglio conoscerli!" dico alzandomi dal mio posto. Mi avvicino e domando: "Scusate la mia invadenza ma voi siete francesi?"
Osservo questo giovane soldato, avrà neanche vent'anni.
"Si, siamo francesi"
Continuo felice: "Davvero? Disturbo se mi unisco a voi?"
"Uhm .... no, certo. Io sono André, loro sono Alain e Gerard e lei .... è mia moglie, Françoise" Rispondo seppure indeciso se presentare Oscar come donna o come uomo.
"Cosa?! Vostra moglie? Una donna vestita da uomo!? ... Ehm ... scusatemi ma non sapevo che in Francia ci fosse una moda per cui le donne si vestono come gli uomini!!"
"Beh, per viaggiare è molto più comodo! E se anche voi l'avete scambiata per un uomo .... è anche più sicuro!"
"Si, certo, certo!" rispondo sedendomi con loro. "Io Vi ammiro, ammiro i francesi, vi siete ribellati al Re!"
"Beh .... Parigi era alla fame e .... qualcosa bisognava pure fare, non trovate?"
"Beh ... non che le cose qui vadano meglio ma ditemi, voi avete preso parte alla rivoluzione?"
"Eh ... ecco ... no, noi no. Però .... l'abbiamo vista da vicino. Ed abbiamo deciso di lasciare la Francia"
"Ohhh ... beh .. ma almeno ditemi se davvero i parigini hanno buttato giù la Bastiglia!?"
"Oh si, la Bastiglia è stata abbattuta a cannonate!"
Non riesco a trattenere il mio entusiasmo e continuo: "Ma come, il popolo era munito di cannoni? Oppure è vero ciò che si dice, che siano stati dei soldati a buttarla giù?"
"Si ... alcuni soldati si sono uniti alla folla, così la Bastiglia è stata abbattuta a cannonate. Parigi è stata messa a ferro e fuoco dai soldati fedeli alla corona ..... è stato tutto così .... strano, direi"
"Strano perché?"
"Perchè .... era strano, vedere i soldati del Re, che avrebbero dovuto difendere il popolo francese, attaccarlo"
"I parigini dovevano essere davvero esasperati per arrivare a tanto! ..."
"Si .... esasperati ed affamati ...... " Rispondo affranto mentre sento una mano di Oscar posarsi sulla mia.
Sento la voce di un mio compagno: "Ehi Bepi, lascia stare i forestieri, vieni qui!"
"Ma Gino ..... io voglio solo sapere cosa è accaduto a Parigi! Non disturbo mica, io!"
"Ti conosco, sei troppo curioso!"
"Beh si, certo. Tu forse non lo sei?!"
"Beh .. si, in caserma non si parla d'altro!"
"Ecco vedi, noi qui abbiamo dei francesi che hanno visto ..... io voglio sapere!"
Guardo i forestieri e dico: "Dovete scusarlo, è ancora un ragazzo."
"Sentito Bepi? Su dai, torniamo al nostro tavolo!"
"E va bene ..... buona serata francesi!"
"Buona sera!"
Osservo il soldato tornare al suo tavolo, mi volto verso Oscar, vedo il suo piatto ancora pieno.
"Oscar, non hai mangiato quasi nulla!"
"Non ho molta fame, sono stanca, preferisco andare in camera."
"Oscar ..... " Poi sospiro, arreso al suo volere. Il piatto è quasi colmo ed Oscar ha l'aria davvero stanca. "Va bene, vengo con te di sopra."
Sono molto preoccupato, è così pallida e magra ... devo riuscire a farla mangiare un poco di più.
Mi alzo da tavola e dico ai miei amici: "Scusatemi! Buona notte a tutti!"
"Buona notte Comandante!"
Vedo andare via Monsieur André e Madame Oscar, sussurro: "Signor Alain se continuate a guardarla in quel modo, se ne accorgerà!"
"Oh, smettila tu, sei solo una ragazzina! Anzi, a quest'ora le ragazzine vanno a dormire!"
"E Voi siete un uomo indisponente! Signor Alain, voglio darvi un consiglio: smettetela di pensarea chi non Vi ama; al mondo ci sono tante donne pronte a sposarvi!" rispondo furiosa alzandomi dalla sedia. "Buona notte!"
"Ecco brava, vai a dormire ragazzina impertinente!"
Vedo Belle allontanarsi a passo marziale, sussurro al mio amico: "Alain, credo che la ragazzina si sia presa una bella cotta per te!"
"Ma non scherzare Gerard!!"
"No, no ... non sto affatto scherzando. Belle è innamorata di te."
"Oh .... ci manca solo questa!! Che le passi in fretta! Io non ho bisogno di una bambina!!" Sbuffo scocciato. "Io ho bisogno di una donna ..... anzi no, di quella donna!"
"Se a Belle deve passare in fretta, anche tu dovresti farti passare l'abbaglio che hai preso per il Comandante!"
"Ah no!! Adesso basta!" Mi alzo di scatto, facendo cadere la sedia a terra, e mi allontano a passo spedito.
"Prima o poi, mio caro amico, dovrai togliertela dalla testa! ... Quella donna appartiene ad un altro uomo!"
Esco veloce dalla locanda, ho bisogno di una bettola dove bere. Bere e magari trovare qualche donna disponibile.
Sono nella toilette, mi sfilo gli abiti impolverati e passo un panno sulla pelle. Non ho pensato di chiedere un bagno caldo. Pazienza, sarà per domani. Infilo la mia camicia da notte ed esco.
Vedo André con indosso solo le coulottes, seduto su una sedia, intento ad osservare dei documenti.
"Sei pensieroso, André?" Domando avvicinandomi curiosa a lui.
"Oscar, no, no, sto solo guardando le lettere di cambio ...."
"Ci serve il denaro, quello che abbiamo a disposizione è quasi finito."
"Infatti .... domani cercheremo la banca così vedremo di quanto possiamo disporre subito e quando arriverà il resto. In tutto c'è una bella somma. Ma io vorrei trovare un lavoro"
"Cosa pensi di fare?" domando mentre mi siedo sul letto. "E poi penso a cosa potrei fare io ..."
"Beh .... potrei scrivere! È una cosa che mi riesce bene. In quanto a te ... per ora devi curarti! Questa è la cosa che conta di più!"
"Scrivere? Vorresti forse lavorare in un giornale?"
"Ecco .... è una possibilità! E poi mi piacerebbe scrivere un libro"
"Un libro? Ma cosa vorresti scrivere?!"
"Io .... pensavo alla nostra storia, sempre se sei d'accordo!"
"Ma parli della rivoluzione accaduta nel nostro paese?"
"Uhm ... in realtà avevo in mente un racconto diverso .... della nostra infanzia .... una cosa per ragazzini, o giovani. Che insegni che la formazione è importante, che l'amicizia aiuta a crescere .... e che parli dell'amore!"
Osservo Andrè, ha un'aria sognante mentre racconta di noi, in effetti serbo anche io nel mio cuore dei ricordi meravigliosi. Io ero un bambino solo, senza amici, prima che Andrè arrivasse a palazzo. E lui ... lui era un bambino triste, fiero certo, ma triste.
Sorrido. "Oh beh ... ecco ..." il mio sguardo va nel vuoto, sussurro: "La nostra infanzia ... oh André, come sono stata felice ... almeno fino a che non ho dovuto decidere cosa fare della mia vita."
"Ed io .... sono felice che alla fine tu abbia scelto così! Se tu avessi preso una decisione diversa ..... ti avrei persa"
Incrocio le dita, continuo: "Mio padre mi avrebbe costretta a ... sposarmi con un nobile, magari un vecchio!" improvvisamente divento allegra, mi alzo dal letto e mi avvicino ad André. "Non sarei diventata tua e saresti rimasto un bel ricordo d'infanzia e magari ti avrei sognato tutte le notti! Ah ahah ..."
"Oscar ... ah ahahah!" La osservo per bene, è così bella quando ride, però ha il viso un poco arrossato, non vorrei che avesse la febbre. "Dimmi, come ti senti?"
"Bene ..." mi avvicino e mi stringo a lui. Sento la sua mano accarezzarmi la nuca, mi abbandono al suo abbraccio, sento il calore del suo corpo, il battito del suo cuore. Tiro su la testa, lo guardo negli occhi e sussurro: "Ti amo Andrè ...."
"Anche io ti amo Oscar, ti ho sempre amata ..... " Poi sorrido, la prendo in braccio e la faccio sdraiare nel letto.
"Però tu ora hai bisogno di riposare ... e se ti tengo ancora un po' tra le braccia .... potrei fare cose che ..... tu devi riposare, Oscar. Hai l'aria stanca questa sera"
"Si, sono stanca ma ho bisogno di sentirti vicino. "
"Allora ... dormiremo abbracciati! Oscar .... vuoi una cioccolata? O una tisana? Hai mangiato così poco a cena!"
"Sto bene così, non voglio nulla! ... André vieni qui!"Apro le braccia per accoglierlo qui, accanto a me.
"Va bene, arrivo!" Rispondo sorridendo, poi scosto le lenzuola e mi sistemo nel letto. La abbraccio e la stringo a me, sul mio petto. Sento il peso della sua testa sulla spalla, i suoi capelli solleticarmi un poco le narici, una sua mano appoggiata sul mio petto che mi accarezza piano, leggera, facendo piccoli cerchi sulla mia pelle.
"André ... domani mattina, dopo aver fatto il cambio dei titoli, dobbiamo cercare una casa. Sai ... mi piacerebbe vivere in un posto tranquillo ..."
"Certo, una casetta tutta per noi .... vedremo cosa potremo permetterci, io vorrei che tu non fossi costretta a rinunciare a tutte le comodità con cui sei cresciuta! Voglio che tu ti senta felice!"
"Comprerò un pianoforte, mi manca strimpellare i tasti ..."
"Certo! Ma io vorrei molto altro per te! Una camera da letto spaziosa, accogliente, con una bella finestra che sia sul mare. Una biblioteca, in cui ritirarci a leggere la sera, davanti al caminetto acceso. Una bella sala da pranzo. E poi ci servirà anche una stanza per gli ospiti .... credo che tuo padre manterrà la promessa e ci raggiungerà .... appena gli comunicheremo dove trovarci!"
"Devi scrivere a mio zio per fargli sapere dove siamo."
"Uhm ... perchè non lo fai tu? Magari domani .... o appena avremo trovata una casa per noi!"
Mi stringo ancora al mio André, mormoro: "Lo farò, ma adesso voglio dormire, sono tanto stanca ... buona notte André ..."
"Buona notte Oscar", poi poso le mie labbra sulla sua chioma bionda e poso un leggero bacio, come la amo!
La tengo stretta a me, al mio petto, finchè non sento il suo respiro diventare regolare, i suoi muscoli distesi, le sue palpebre chiuse.
E' mattina, ci siamo alzati tardi, senza nessuna fretta, e ci siamo vestiti di tutto punto. Siamo scesi di sotto per la colazione, Oscar ha indossato un completo maschile, da perfetto gentiluomo, sui toni del verde, con la camicia bianca. Io ho preferito i miei soliti abiti sul marrone, quelli della famiglia Jarjayes. Dopo colazione andremo a cercare il medico, voglio che Oscar si curi e guarisca!
Ci sediamo al tavolo per la colazione, ci siamo tutti.L'oste ci porta del latte caldo e dei biscotti.
Sento la voce di Belle: "Madame avete il viso riposato, Vi vedo molto meglio."
"Si, grazie. Ho riposato bene e mi sento molto meglio!"
"Madame, pensate che entro stasera finalmente alloggeremo in una vera casa?"
"Non credo. Dovremo cercare una casa ed acquistarla! E prima ancora avere i soldi necessari .... credo che resteremo nella locanda per almeno una settimana!"
"Volete dire che alloggeremo qui per due settimane?! Allora dovrò trovarmi un lavoro!"
"Beh, una settimana senza dubbio. Comunque non preoccuparti, ho di che fare fronte a questa spesa!"
"No, no, Madame ..."
L'oste posa il dolce e interviene: "Se la ragazza ha voglia di lavorare, qui c'è molto da fare. Ho bisogno di qualcuno che serva ai tavoli."
"Perfetto!"
Sento rispondere allegra Bella.
"Se proprio vuoi ..... noi ora andiamo, dobbiamo cercare la banca per depositare le lettere!"
Poi mi volto verso l'oste e domando: "Sapete indicarci la strada per la banca?"
"Si certo, dovete uscire sulla calle, dirigervi a destra, superare due ponti, attraversare il successivo, voltare a destra e sarete arrivati."
"Grazie Monsieur! Vieni André, andiamo! E poi dovremo metterci alla ricerca di una casa!" Rispondo allegra, non vedo l'ora di iniziare questa nuova vita!
"Si andiamo Oscar! ...Alain, Gerard ci vediamo qui all'ora di pranzo. A dopo!"
"A dopo!! In quanto a noi .... cercheremo un'occupazione!"
Belle ribatte: "Io invece l'ho trovata. Vado in cucina per farmi spiegare esattamente cosa devo fare!"
"Certo, vai vai!! Se sei occupata è meglio!!" Poi sbuffo mentre la osservo allontanarsi.
"A dopo amici!" Dico lasciando la locanda in compagnia di Oscar.
"Bene André, oggi comincia la nostra nuova vita! Sei felice?" Domando sfiorandolo appena con una mano.
"Più di quanto immagini!"
"E allora .... muoviamoci!! Oggi mi sento davvero bene!! Sarà l'idea di questa nuova avventura!! Forza, l'oste ha detto di girare per di qua!"
"André guarda come sono diversi i palazzi!"
"Già! Questa città è così....particolare! I disegni che abbiamo visto sui libri non sono sufficienti a descriverla. Certo .... c'è un odore di marcio ..... salmastro .... e non so cos'altro!" Poi sorrido nel vedere Oscar così allegra e attiva.
" .... Già... nulla a che vedere le illustrazioni dei libri."
"Eccoci arrivati! Guarda .... entriamo è chiediamo!"
Entriamo nella banca, appena varcata la soglia ci accoglie un solerte funzionario. Ci osserva per bene, Oscar ha sempre l'aspetto di un giovane nobile, ed io del suo attendente.
"Benvenuti signori, in cosa posso esservi utile?"
"Buongiorno" Rispondo fiera in un perfetto italiano, "Sono il conte Jarjayes, ho delle lettere di credito a mio nome e a nome del mio attendente, da depositare e convertire in moneta locale."
"Certo! Prego, accomodiamoci nel mio ufficio"
Seguiamo il funzionario, entriamo in una stanza ben arredata, con mobili in legno scuro, sedie imbottite e quadri alle pareti.
"Posso vedere le lettere?"
"Ma certo!" Sento rispondere André. Purtroppo siamo stati costretti a riprendere i nostri antichi ruoli per poter riscuotere i titoli a nostre mani.
"Uhm .... si tratta di una grossa somma! Molto grossa!! Ma ditemi, volete depositare o ritirare?"
"Ritirare."
"Tutto?!! Perdonatemi ma .... non è possibile così...insomma .... nessuna banca possiede una tale liquidità! Forse non ve ne siete reso conto, signor Conte, ma è una cifra.....molto più che ragguardevole! È.... tanto, troppo"
"Uhm .... ma a me sono necessari, voglio acquistare un immobile qui, a Venezia!" Rispondo decisa e fiera.
"Un immobile!? Quindi vi trasferirete qui?!"
"Esatto!"
"Bene, bene! Monsieur in tal caso ho un affare da proporvi .... devo vendere la casa che apparteneva ai mie genitori, è un bella palazzina e dato la somma di cui disponete, la potreste comprare!"
"Uhm ..... è possibile vederla?"
"Ma si, certo! Vedrete che la troverete di vostro gradimento."
"Quando possiamo vedere la casa?"
"Se volete ... anche subito! E' abbastanza vicina"
"Si, ma prima cambiano i titoli in denaro."
"Ma non è possibile! Ve l'ho già detto, la banca non dispone di tutta la somma riportata. Se volete, possiamo depositare le lettere di cambio, poi provvederete al ritiro man mano che ne avrete bisogno. Che poi Conte, è pericoloso tenere una simile somma in casa .... o in una locanda!"
"E va bene! ... Se la casa dovesse andar bene, potrete trattenere i titoli, ovviamente titoli corrispondenti alla somma adeguata."
"Certo Signor Conte! Magari potreste aprire un conto presso questa filiale e depositare qui i titoli. Provvederemo noi a fare arrivare i soldi dalla Francia, tramite le nostro consorelle. Ma ora venite, Vi porto a vedere la casa"
"Bene ... possiamo andare!"
Ci alziamo e lasciamo l'ufficio, seguiamo questo signore, di cui non conosciamo neppure il nome.
"Perdonatemi, non conosco neppure il Vostro nome!
"Ah già scusatemi, Signor conte, sono Giuseppe Zanon marchese di Villadose."
"Molto lieto, ditemi .... siete Voi il direttore della banca?"
"Si. Sono onorato che siate mio cliente."
Seguiamo il marchese lungo alcune calli, attraversiamo un piccolo ponte e raggiungiamo un piccolo palazzo, con un cancelletto pedonale ed un ingresso dal canale. Diverse finestre a sesto acuto ornano la facciata, oltre ad un ampio balcone. Le decorazioni sono magnifiche, particolari. Il Marchese armeggia un poco con delle chiavi ed apre il piccolo portone, ci ritroviamo così in una corte interna, accessibile agevolmente anche con una imbarcazione, una gondola, come le chiamano qui. Mi guardo intorno, sulla destra ci sono delle scale, le percorriamo e raggiungiamo il primo piano. Appena entrati mi colpisce la luce che entra dalle finestre, esposte verso il sole.
"Eccoci qua! ... Come Vi ho detto, questo modesto palazzo è appartenuto alla mia famiglia! ... E' già arredato, Vi assicuro che non manca assolutamente nulla ..." Entriamo nel salone. "C'è anche la tappezzeria ... come potete vedere è ben tenuta. Il salone è piuttosto ampio, e a destra c'è la cucina, le stanze della servitù! .... Prego, andiamo al piano di spora, ci sono ben dodici stanze."
"Dodici stanze? Sono ... fin troppe, per me!" Rispondo osservando bene in giro, poi rallento il passo, sfioro una mano di Andrè e domando sottovoce: "Tu cosa ne pensi?"
"Beh ... è piuttosto grande ma immagino che tuo padre e tua madre si trasferiranno qui, poi c'è la nonna ..."
"Si .... hai ragione .... e poi .... forse ...... avremo dei .... figli ..... se guarirò ....." Rispondo imbarazzata, in un sussurro.
Prima d'ora non avevo mai pensato a questa eventualità .... Però io da Andrè vorrei dei figli ....
"Ne avremo e molti."
"Beh ... adesso non esagerare .... molti ..... "
"Ameno due?"
"Ecco ... due mi sembra il numero perfetto!"
Sento la voce del Marchese: "Questa è la stanza patronale, la più bella!", spalanco le tende poi le porte, esco fuori sul balcone: "Come vedete, l'affaccio da sia sul giardino che sul Canal Grande. Guardate, non è una meraviglia?"
Raggiungo il Marchese, esco sul balconcino ed osservo il panorama. "Si, avete ragione, è davvero molto bello da qui. Ma ditemi, perchè volete venderla?"
"Ho già la mia casa ed io non ho figli e nemmeno eredi a cui lasciarla. Preferisco che l'abbia gente di un certo rilievo, come Voi!"
"Capisco... credo che potrebbe interessarmi! Sempre che il prezzo sia accettabile."
"Oh, credo che Voi non abbiate alcuna difficoltà per acquistarla, visto i titoli che possedete."
"Si, però non intendo spenderli tutti. Vorrei investirne una parte per farli fruttare, una casa così va anche mantenuta, non credete?" Rispondo fiera e decisa.
Mio padre mi ha insegnato anche a gestire un patrimonio, il mio patrimonio in questo caso.
"Ecco ... appunto stavo per proporvi di investire il Vostro denaro nella mia banca. E riguardo al costo di questa casa è appena un terzo del Vostro capitale."
"Un terzo ..... trattabile spero, perchè mi sembra ... troppo. Tu Andrè cosa ne dici?"
"Ecco ... credo che sia un poco troppo ..."
"Uhm ... marchese, credo che dovremo trattare sul prezzo! Su queste cose Andrè è molto più preparato di me!" Rispondo fiera e decisa, io di queste cose non so nulla, mi fido di Andrè.
"Con il Vostro attendente?"
"Certo, avete forse qualcosa in contrario?"
"No, no! Me ne riguarderei bene!" guardo l'attendente del conte e domando: "Il Vostro nome?"
"Andrè, Signore! Andrè Grandier"
"Bene, allora seguitemi alla banca e sono certo che troveremo un accordo!"
Lasciamo questo palazzo, di sicuro non è grande come palazzo Jarjayes ed ha un odore di chiuso. Ci sono diversi lavori da fare, ma sono sicura che potrà diventare una bella casa, la nostra casa. Rallento il passo, lascio che Andrè mi affianchi e sussurro piano "Sono felice, Andrè. Avremo una casa nostra!"
"La mia casa sei tu, Oscar ..."
"Oh Andrè ....... ti amo!" Sussurro piano, imbarazzata e felice.
"Oscar ..." Sussurro emozionato.
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Io e te
FanfictionUn piccolo racconto, pochi capitoli, per un finale alternativo. Oscar e André sono sopravvissuti ma hanno comunque seri problemi di salute ed un generale che li cerca. Buona lettura.