Capitolo 02

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<< Scordatevelo! Io lì non ci entro neanche morto! >> affermò con veemenza facendo marcia indietro e cercando di divincolarsi dai suoi amici che lo incitavano ad entrare.
<< Dai Kit! Non fare difficile! È un regalo che ti stiamo facendo! >>
Krist ascoltava i suoi amici ma continuava a negare con la testa e a ripetere ‘no’. Mike gli prese il viso tra le mani pizzicandogli le guance, << Guardami Kit, ce la puoi fare, hai ventun’anni ora >>. Andò dietro di lui, posando le mani sulle sue spalle e lo spinse poco in avanti.
Krist guardò l’insegna al neon e deglutì, era terrorizzato e, se avesse potuto, sarebbe scappato a gambe levate.
<< Voi siete pazzi >> bisbigliò quasi incantato da quelle luci che continuavano a cambiare colore << e io sono più pazzo di voi >>.
Uno della banda spezzò, spazientito, quel momento e incitò tutti ad entrare.
L’interno del locale non era come Krist se lo era immaginato. Sembrava la hole di un albergo, divanetti in tinta rossa erano sparpagliati qua e là per la stanza e una ragazza sorridente attendeva, dietro al bancone, che i ragazzi si avvicinassero a lei.
<< Buonasera, siamo qui per questo giovanotto >> Mike diede un colpo a Krist facendolo vacillare e fare qualche passo avanti, guardando male il suo amico, << non è molto esperto >> bisbigliò poi mettendosi una mano davanti alla bocca.
<< Ti ho sentito >> ribatté Krist infastidito.
La ragazza guardò prima Mike e poi Krist, sorrise a tutti facendo segno di seguirla nell’altra stanza.
<< Avete qualche preferenza? >> chiese soffermando il suo sguardo su Krist che sgranò gli occhi e deglutì, poi negando con la testa mentre i suoi amici dietro di lui se la ridevano. Krist trovava quella ragazza inquietante, non smetteva un attimo di sorridere.
Fece entrare le ragazze e attese che tutti ne scegliessero una. Rimase solo Krist che continuava a stare fermo al suo posto mentre sentiva le gambe diventargli sempre più deboli.
<< Non ti piace nessuna? >> chiese la ragazza spazientita ma continuando a mostrare quel sorriso falso.
Krist avrebbe voluto dire che erano tutte bellissime ma proprio non riusciva a parlare. Sentiva la gola secca e la salivazione era completamente assente.
<< Va bene, credo di aver capito >> concluse facendo uscire le ragazze e facendo entrare i ragazzi.
Sgranò gli occhi e guardò ripetutamente la ragazza e poi i ragazzi che entravano nella sala, << che sta facendo! >> tuonò guardandola male.
<< Mi scusi, ho pensato che fosse attratto dai ragazzi… >> sì scusò varie volte.
<< Io non son->> non finì la frase in quanto vide l’ultimo ragazzo entrare nella sala. “Non ci credo” pensò guardando il ragazzo scostare la tenda rossa con totale svogliatezza e posizionarsi in fila accanto ai suoi colleghi.
Quando i loro sguardi si incrociarono il ragazzo sgranò gli occhi riconoscendo Krist. Cercò di non guardarlo ma era palese che Krist l’avesse riconosciuto.
<< Scelgo lui >> affermò indicando con la testa l’ultimo ragazzo che chiuse gli occhi per calmarsi, era decisamente infastidito. Non riusciva a capire come, tra tutti gli abitanti della Thailandia dovesse incontrare proprio qualcuno che lo conosceva, ancor peggio se quella persona era un suo Nong dell’università. Eppure quel posto era lontano dall’università e dal campus, era lontano da qualsiasi posto che sapeva potesse essere frequentato dai suoi conoscenti e famigliari.
Ancora una volta, pensò a quanto la sua vita fosse sfortunata. Tutti i suoi sforzi per mantenere segreto questo ‘lavoro’ erano andati in fumo.
Krist seguì il ragazzo per un lungo corridoio, intorno a loro di si sentivano solo i gemiti e la musica provenienti da alcune stanze. Nessuno dei due osò parlare, Krist si sentiva estremamente in imbarazzo e il ragazzo avrebbe voluto cancellare quel momento.
Il ragazzo aprì un porta facendosi da parte per permettere a Krist di entrare e si chiuse la porta sospirando rassegnato.
<< Che ci fai tu qui? … P’Sing? >> chiese Krist confuso dopo essersi guardato intorno.
Singto corse e li tappò la bocca con una mano << Ma che fai! Non chiamarmi con il mio nome! Sei forse stupido?! >> tuonò Singto.
Krist provò a dirgli qualcosa ma la mano gli premeva talmente forte la bocca che faceva quasi fatica a respirare. Singto vedendo la difficoltà di Krist nel parlare, e il suo sguardo preoccupato, decise di liberarlo. Si pulì la mano sui pantaloni senza togliere gli occhi di dosso al suo Nong, nonché cliente.
<< Scusami.. come dovrei chiamarti? >> chiese Krist grattandosi la testa mentre il suo sguardo si posò sul pavimento.
<< Ken >> ammise Singto pronunciando quel nome con disgusto.
<< Ken? Seriamente? >> Krist iniziò a ridere << come il Ken di Barbie? >> continuò a prendere in giro Singto.
<< Vuoi vedere se sono come il Ken di Barbie? >> sbraitò Singto seccato e facendo zittire immediatamente Krist che si schiarì la voce balbettando un ‘scusa’.
<< Non l’ho scelto io comunque >> ammise Singto un po’ in imbarazzo. Sospirò lasciandosi cadere sul bordo del letto. Krist lo guardò, questa volta seriamente, e gli dispiacque vedere il volto del suo senior assumere una posa avvilita. Nessuno dei due avrebbe voluto essere in quella situazione, questo era chiaro ma ormai erano lì e niente avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.
<< Mi prometti che non lo dirai a nessuno? >> chiese Singto con un filo di voce, guardando il pavimento.
Krist si sedette accanto a lui e gli posò una mano sulla spalla, << non l’avrei detto a nessuno neanche se non me l’avresti chiesto >>.
Singto alzò lo sguardo, rincuorato da quelle parole, e gli sorrise mormorando un ‘grazie’.
Krist guardò gli occhi del suo senior, erano lucidi e sentì il cuore riempirsi di dolcezza. Aveva sempre visto Singto come il Dio dell’università, un ragazzo forte e senza paure ed invece ora aveva davanti a lui un ragazzo abbattuto. Sentiva lo sconforto e la paura di Singto riempire  ogni angolo di quella stanza.
<< Mi dirai ora perché sei in un posto simile? >> storse l’angolo della bocca nel vedere la titubanza di Singto << Sempre se me lo vuoi dire >>.

Mi hai salvato [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora