<< Krist, non puoi continuare così >> affermò Bank stanco di vedere il suo amico sdraiato sul letto.
<< Bank, non rompere, non ho voglia di sentire la vostra paternale >> rispose continuando a giocare con il cellulare.
Bank e Mike si guardarono sospirando.
Era passata una settimana da quando Singto se n'era andato e da quel giorno Krist non uscì più di casa. Non provava interesse nell'uscire con gli amici e andare all'università. Aveva paura di incontrare Singto, l'aveva chiamato varie volte nei giorni a precedenti ma trovava sempre la segreteria. Ormai si era arreso, aveva capito che Singto non voleva più avere a che fare con lui e questo gli faceva tremendamente male.
Singto d'altra parte trovò alloggio da un suo conoscente, lo stesso che gli aveva proposto di lavorare in quel night club. Aveva chiamato il padre sperando che la situazione fosse migliorata ma, constatando che i problemi della famiglia non si erano sistemati, fu costretto a chiedere aiuto al suo amico che lo ospitò volentieri per quella notte.
Singto non era il tipo che chiedeva aiuto, era una persona molto orgogliosa, ma quella notte si ritrovò senza un bath nel portafoglio e senza un posto dove dormire.
Accettò l'invito del suo amico ma, per come era fatto, sapeva che non sarebbe rimasto a lungo. Doveva trovarsi una sistemazione, e anche alla svelta. Le uniche due soluzioni erano tornare a casa dai genitori, e quindi rinunciare al semestre che gli mancava per laurearsi, o resistere e accettare nuovamente l'idea di lavorare in quel posto.
Il solo pensiero lo fece rabbrividire, si era abituato ormai a vivere un vita dignitosa e cadere nuovamente così in basso lo detestava.
Il giorno successivo si presentò al night club, il padrone del locale lo accolse bene sapendo che Singto era uno dei ragazzi più richiesti e gli permise di alloggiare nella stanza in cui avrebbe lavorato.
Posò la borsa sul letto con le lenzuola in raso e guardò quella stanza, gli veniva la nausea al pensare che lì avrebbe consumato rapporti con persone che non amava solo per poter tirare avanti.
Sospirò e si asciugò una lacrima che scese prepotente sul suo viso quando sentì bussare alla porta.
<< Tra pochi minuti inizia il tuo turno, hai il tempo di cambiarti >> affermò la ragazza affacciandosi alla porta.
Singto annuì e quando fu totalmente solo si cambiò con astio. Si guardò allo specchio, le occhiaie erano ben evidenti e il suo viso stanco non era un bel vedere. Sì truccò un po', cercando di nascondere il viso gonfio dalle lacrime e scese al piano inferiore.
Il locale era pieno, anche a quell'ora del giorno.
Si sedette al bancone del bar e buttò giù tutto d'un sorso il whiskey per darsi un po'di forza e chiese al barman di riempirlo nuovamente.
<< Ken, è da molto che non ti vedo, mi sei mancato >> affermò un tizio all'orecchio di Singto.
Si girò piano per vedere a chi appartenesse quella voce, finse di sorridere nel vederlo e iniziò a recitare. Perché si, lui doveva fingere.
Allargò le gambe mostrandosi il più disinvolto possibile e sorrise accattivante << sì, era da molto che non ci vedevamo >> rispose.
L'uomo lo guardò soffermandosi più del dovuto sul cavallo dei suoi pantaloni stretti.
Singto avrebbe voluto che se ne andasse, sentire quello sguardo persistente su di lui gli faceva venire il voltastomaco ma non poteva tirarsi indietro.
Sì alzò e bevette tutto d'un fiato il whiskey, gli passò accanto guardandolo malizioso. L'uomo non se lo fece ripetere e seguì Singto, fremendo per lo charme che il suo adorato Ken sprizzava.
Quando furono in camera l'uomo saltò addosso a Singto facendolo sbattere contro il muro.
<< Ah, quanto mi sei mancato >> disse iniziando a baciargli il collo.
Singto sentiva le mani di quell'uomo percorrergli tutto il corpo, chiuse gli occhi cercando di non pensarci ma il respiro pesante sul suo corpo lo disgustava. Cercò di pensare ad altre mani, immaginò che quelle fossero di Krist che quella bocca fosse la sua.
Sentì le lacrime pungere gli occhi per poter uscire, per quanto volesse andare avanti sentiva come se quello che stesse facendo fosse sbagliato. Sbagliato nei confronti suoi e di Krist. Si sarebbe dovuto concentrare sul lavoro ma Krist continuava a tornargli nella mente. Era il suo punto fisso.
<< Allontanati, non mi va >> affermò Singto scansandolo. Sentire ancora quel corpo pesante su di lui lo faceva rabbrividire. In quel momento pensò soltanto che era stufo, stufo di come la vita lo stava distruggendo.
<< Che ti prende Ken? >> chiese l'uomo contrariato << ti ricordo che ti sto pagando >>.
Singto sentì la rabbia salire, << non me ne faccio niente dei tuoi soldi. Cercati qualcun altro e lasciami in pace >> affermò rivestendosi.
<< Te ne pentirai >> rispose lasciandolo poi solo nella stanza.
Singto si accasciò a terra e posò la testa fra le gambe, non poteva continuare così. Era stanco della vita che stava facendo.
Prese tutte le sue cose e lasciò quel luogo. Decise di tornare a casa dai suoi genitori, in quel momento voleva solo poter ricominciare.
Ma soprattutto, voleva dimenticare Krist.
Krist, era stato l'unico a cambiarlo. Si era completamente aperto con lui, si era confidato ed aveva pensato con tutta la gioia che potesse contenere il suo cuore che finalmente la sua vita fosse cambiata, che avesse avuto un'altra possibilità. Aveva desiderato tanto che Krist potesse essere il suo nuovo inizio.
Si era innamorato? Sì, si era innamorato di Krist anche se sapeva che non avrebbe avuto nulla in cambio. Eppure, tutte le volte che Krist era con lui pensava davvero che fosse ricambiato.
Ma la realtà era differente e Singto si sentì perso.
Aveva passato poco più di un mese a casa di Krist ma era riuscito ad abituarsi talmente tanto a stare con lui che ora era come se dovesse imparare nuovamente a camminare.
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Mi hai salvato [COMPLETA]
RomanceKrist riceve una sorpresa insolita dai suoi amici per il suo compleanno che gli farà scoprire una realtà sul suo senior Singto. Singto, in crisi economica, lavora come Host in un locale e verrà scoperto proprio da Krist. inizieranno a frequentarsi...