Attrazione

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Martedì Charlotte si svegliò di splendido umore e, straordinariamente, ancora prima che Mia avesse tempo di bussarle alla porta della stanza. Erano trascorsi due giorni dalla serata durante la quale si era confrontata con Léo, ma avrebbe presto avuto modo di parlargli nuovamente. Proprio quel pomeriggio si sarebbe infatti recata una seconda volta dalla modellista e, forse, avrebbe persino potuto ritirare il proprio abito per l'imminente festa da ballo.

Si alzò dal letto lentamente, dopo avere teso le braccia verso il soffitto pallido. A piedi nudi camminò fino alla finestra – molto più alta di lei – e scostò le tende. Fu purtroppo una giornata uggiosa a presentarsi di fronte i suoi occhi stanchi, ma cercò di non farsi abbattere. Presa a contemplare alcuni deboli raggi di sole filtrare tra le nuvole, udì d'improvviso bussare contro la propria porta. La giovane arricciò le labbra:
"Sono sveglia, Mia. Entra pure."
Non se lo fece ripetere nuovamente; la cameriera entrò, un'espressione sinceramente sorpresa a contrarle i lineamenti delicati.
"State bene, signorina?"
Charlotte annuì, per poi voltarsi: "Sì, certo. Oggi torno a Londra."
La cameriera si rabbuiò: "Mi dispiace non potervi accompagnare." Le mormorò poi.
Esattamente come Tim le aveva suggerito, la padroncina aveva ottenuto conferma del fatto che Benjamin avesse ordinato a Léo di divenire ufficialmente accompagnatore della sorella nel corso di tutte le sue future fantasiose uscite – per lo meno di quelle di cui sarebbe stato a conoscenza. La padroncina perciò negò, camminando verso Mia. Le posò una mano su una spalla in maniera gentile:
"Non preoccuparti. So che è per volontà di mio fratello e non tua." Le sorrise "E poi potrò continuare a parlare con Léo."
"Credete che vi dirà qualcosa?"
Charlotte scrollò le spalle, ancora incerta su come si sarebbe posta al tuttofare. L'intuizione che aveva avuto l'ultima volta l'aveva portata più avanti di quanto avesse sperato, perciò essere sé stessa continuava a sembrarle la migliore – se non l'unica – maniera di agire. Si voltò verso il letto e prese a slacciarsi la camicia da notte. Mia le fu subito a fianco per aiutarla. La padroncina sospirò:
"Tentar non nuoce, giusto?"

Ma non ne era del tutto certa.

Si fece vestire e domandò alla cameriera di acconciarle i capelli raccolti. Quest'ultima li strinse con attenzione per mezzo di un delizioso nastro in crepe de chine e lasciò che due ciuffi sottili le ricadessero sciolti attorno al viso affascinante. Charlotte sorrise, guardandosi nello specchio della propria toeletta, per poi dedicarsi all'abituale accenno di trucco.
Mia nel frattempo iniziò a rifare il letto:
"Non sarà... bizzarro, dopo quello che vi ha domandato in merito a Tim?"
Quando la padroncina aveva raccontato alla cameriera della conversazione avvenuta con il tuttofare e del fatto che l'avesse creduta amante del ragazzo, le due ne avevano riso. In quel momento, però, di fronte la domanda di Mia, Charlotte ponderò l'eventualità di proporre a un altro cocchiere di accompagnarli, ma la ritenne pressoché all'istante una mossa assolutamente stupida. Avrebbe dato vita a obiezioni; Benjamin si sarebbe chiesto cosa potesse essere avvenuto tra lei e Tim per farle desiderare di allontanarlo – e avrebbe pensato al peggio -, mentre il cocchiere stesso si sarebbe offeso, soprattutto dopo che gli aveva anticipato dell'uscita. Sospirò:
"Ho chiarito a Léo il rapporto tra me e Tim." Finì di mettersi il rossetto "Se dubiterà nuovamente di me, ne rimarrò delusa." Diede un'ultima occhiata al proprio riflesso.
Mia, alle sue spalle, si limitò ad annuire, impegnata a sprimacciare un cuscino.


Questa volta Charlotte non ritenne necessario recarsi fin da Tim per dirgli che sarebbero andati a Londra; era del tutto certa che lo ricordasse. Perciò solamente quando si apprestò l'ora di raggiungere la carrozza, lasciò le proprie stanze, finendo per incontrare di fronte la porta d'ingresso il proprio accompagnatore: Léo.

"Buon pomeriggio." Lo salutò, affiancandosi al suo fisico asciutto. Notò che aveva indosso i medesimi abiti dell'ultima volta che l'aveva accompagnata. Lo vide abbassare lo sguardo su di lei senza dimostrarsi minimamente sorpreso:
"Signorina Charlotte, buongiorno."
Lei abbassò le palpebre. Si fece cullare dal suo tono di voce e immaginò di udirlo parlarle più vicino, contro il suo orecchio rabbrividito. Si inumidì le labbra con la punta della lingua in un gesto falsamente casuale, per poi riaprire gli occhi. Respirò a fondo, infine gli sorrise:
"Pronto a vedere qualche scorcio di Londra?"
Lui non replicò e lei si concesse una risata leggera. Era certa che tutto ciò che Léo volesse fosse un'uscita breve, che potesse evitargli qualsiasi forma di rimprovero da parte di Benjamin.
La porta di fronte a loro era spalancata, aprendo la vista sul giardino inumidito dalla nebbia. La ragazza sospirò:
"Sei stato fortunato, Léo. Una giornata del genere non ci permetterà di dilungarci troppo."
E, dopo avere detto ciò, si concesse di contemplare con attenzione il suo profilo ruvido e seducente. Cercò qualche traccia di dispiacere nella sua espressione – dispiacere perché non sarebbero rimasti abbastanza tempo insieme – ma non vide nulla. Trascorsero alcuni secondi durante i quali Charlotte si domandò se fosse accaduto qualcosa di cui non avesse memoria o se, persino, si fosse immaginata tutta quella loro conversazione a lume di candela, all'interno di una vecchia camera da letto spoglia. Fu Léo stesso, però, a tranquillizzarla pressoché nell'immediato:
"Immagino troverete altre occasioni per mostrarmela."
La giovane si permise allora di rilassarsi e, nel giro di una manciata di istanti, tutta la tensione che si era sentita, andò a sciogliersi in un piacevole oceano di melassa. Gli sorrise, per poi annuire emozionata di fronte l'idea di inventarsi un'ennesima scusa credibile per evadere, mentre il tuttofare si chinò per raggiungere un ombrello. Mosse un passo all'esterno della villa prima di aprirlo, poi attese. Ora alle sue spalle, Charlotte si concesse di osservare come gli abiti gli calzassero indosso, evidenziando qua e là certe parti del suo corpo che sarebbero state certamente interessanti anche scoperte. Quando infine si rese conto di starlo facendo attendere troppo, avanzò anche lei e presero a camminare affiancati, sotto il medesimo ombrello.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 21, 2021 ⏰

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