Cap 01.

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Un sorriso che profuma d'inizio, un amore passato pieno di cicatrici.

Tobio gira per casa con fare nervoso, così tanto che il tavolo della sala sbufferebbe scocciato a causa del senso di nausea e mal di testa.
- Ma dove diavolo è finito? - nemmeno la televisione accesa sul canale dello sport, riesce dare pace al moro, che guarda costantemente l'orologio appeso alla parete, notando che l'ora del pranzo è passata da un bel po'.
"Giuro che appena viene a casa, gliene dico così tante che...". Il suo pensiero viene interrotto dal suono della chiave che apre la porta principale della casa.
Tobio con passo di carica e uno sguardo omicida va verso l'entrata.
- Ti sembra l'ora di rientra... Ah! - il fiato gli viene a mancare a causa dei vestiti sporchi e i lividi sul viso di suo figlio.
- Shinji cosa diavolo... - lo sguardo freddo del ragazzo biondo, interrompe Tobio.
- Niente papà! Solo degli idioti che mi hanno fatto arrabbiare... Loro sono messi peggio. - ad un certo punto arrossisce e abbassa lo sguardo, sentendo gli occhi indagatori di suo padre su di sé - Vai a cambiarti e vieni giù che ti medico, intanto vado a riscaldare il pranzo. -.
Shinji sorride appena e corre in camera, facendo tre scalini alla volta.

Tobio sbuffa, ma un ghigno ambiguo nasce sul suo viso. Stranamente si sente fiero di suo figlio "Ha iniziato da poco la prima superiore e già fa le risse" pensa divertito.
Ormai suo figlio, Shinji Kageyama, è un bellissimo ragazzo che ha iniziato il liceo - Mi ha pure raggiunto in altezza ormai... - mormora tra sé felice.
Con occhi dolci si perde a guardare la foto dove ritrae loro due insieme, mentre giocano a pallavolo.
- Il tuo sorriso è spaventoso papà... - la voce di Shinji riporta il moro alla realtà.
- Vuoi qualche livido in più? - si avvicina arruffando i capelli chiari di suo figlio per poi prenderlo per un orecchio e portarlo a sedere sulla sedia, vicina al tavolo dove c'è già pronta la cassetta del pronto soccorso.
Shinji si lamenta, ma Tobio continua a tirargli l'orecchio finché non lo fa sedere, per lasciarlo solo quando deve preparare il disinfettante e le garze, mentre suo figlio si massaggia l'orecchio con un leggero broncio.
- Allora? Cos'è successo?! - il suo tono serio fa sobbalzare appena il ragazzo, che subito inizia a borbottare tra sé, facendo innervosire Tobio - Niente... Hanno iniziato loro e... Io ho concluso! -.
Tobio stava per controbattere quando il campanello di casa iniziò a suonare in modo frenetico.
- Ma che... Chiunque sia lo ammazzo! - si alza sotto lo sguardo serio e titubante di suo figlio e va ad aprire la porta con uno scatto di rabbia.
- Dov'è Shinji?! Come sta?! - lo sguardo impaurito del ragazzo ospite fa vacillare Tobio, il quale inizia a boccheggiare non riuscendo a dire una sola parola.

Torna serio, ma non fa in tempo a dire qualcosa che suo figlio sbuca da dietro alle sue spalle e apre le braccia, invitando il ragazzo sconosciuto che subito accetta l'invito.
- Quando ho saputo che quel bastardo ti ha attaccato con il suo gruppo... Di idioti... Ho temuto il peggio. Oh Shinji, ho avuto tanta, ma tanta paura... - le lacrime del ragazzino, lasciarono basito Tobio che subito guarda male suo figlio.
Shinji ignora lo sguardo omicida del padre e abbraccia il ragazzo dai capelli rossi che lo stava stritolando - Ohi, sto bene ok? Rin, ascoltami. Non permetto a nessuno di mettersi in mezzo a noi, ok? Ti amo! -.
- Ti amo anch'io Shin! - con le mani tira a sé il ragazzo e lo bacia, davanti allo sguardo attonito di Tobio.
- Ehm... ci sarei anche io! - la voce di un ragazzo alle loro spalle, li fa sobbalzare tutti e tre.
- Senpai! - Shinji si mette sull'attenti sorprendendo suo padre - Grazie per essere intervenuto con i professori... - ha le gote rosse per l'imbarazzo.
- Nessun problema, per un mio amico questo ed altro. Ho accompagnato Rintarou per vedere come stavi. - il ragazzo rivolge il suo sguardo a Tobio - Signor Kageyama! Deve essere orgoglioso di suo figlio, ha difeso il suo ragazzo e la mia ragazza con onore. Grazie per come lo state educando e... - sposta il suo sguardo su Shinji - Grazie per aver difeso Nana. Oltre a Rintarou! -.
- Senpai Katsuki! - il biondo arrossisce e lo saluta, appena questo se ne va senza dire null'altro.
Tobio inizia ad innervosirsi - Ora voi due in sala e mi date le dovute spiegazioni, andiamo! - il suo tono furente, fa sobbalzare i due ragazzi che subito entrano in sala e vanno a sedere sul divano, tenendosi per mano.

Segue un lungo silenzio dove Tobio cerca di recuperare la calma, ma non è facile: non solo ha scoperto che suo figlio ha problemi con un gruppo di ragazzi a scuola, ma che come lui è omosessuale e ha pure un ragazzo da chissà quanto tempo.
- Bene, tu chi sei? - decide di rompere quel silenzio, puntando su una domanda di cortesia per alleggerire la tensione.
- Mi chiamo Rintarou, Hinata Rintarou e sono il ragazzo di suo figlio da un anno, quasi due per l'esattezza! - quello sguardo deciso sorprende il moro, ma poi cambia espressione, rivolgendosi in modo severo a suo figlio.
- Perché non mi hai detto che sei gay? Lo sai i rischi che corri? Tu non immagini cosa possono fare gli omofobi. - sapeva di stare usando un tono duro, ma non voleva che suo figlio passasse anche in minima parte, quello che aveva passato lui tempo addietro.
- Tu non puoi dirmi questo, anche tu sei come me, ma a differenza di te, non metterò incinta una donna per l'apparen.. - lo schiaffo di Tobio interruppe quel discorso senza senso di suo figlio.
Shinji era basito, come Rintarou, mai credeva che suo padre sarebbe arrivato a dargli uno schiaffo.
Tobio dal canto suo tremava - Mai mi pentirò di quella notte. È vero, sei nato a causa di una scopata dettata dall'alcool. Ma... Anche se non la amo, tua madre l'ho sempre rispettata e rimarrà per sempre la mia migliore amica. E ti dirò di più, se potessi tornare indietro nel tempo lo rifarei, perché tu sei la cosa più bella che la vita mi ha regalato! Ti darò sempre tutto... E verrai sempre per primo. Anche se per gli altri sono solo un tiranno o quello che vuoi. Shinji io... Non voglio che passi anche solo un briciolo del dolore che ho vissuto io a causa di persone crudeli... - si morse il labbro, notando le lacrime di suo figlio. Con uno scatto va verso le scale per dirigersi in camera sua e sbattere la porta.
Dentro in quella stanza buia poté solo guardare la sua mano tremante, appena gli occhi si abituarono all'oscurità: "Dannazione, come ho potuto colpirlo". Tobio si maledì per quello scatto d'ira, ma sentire quelle parole lo avevano ferito più di quello che credeva possibile.

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