Capitolo 1: Treno

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Elliot

⠀⠀⠀⠀⠀"Aprite!" Alzo la testa dal cuscino e do un'occhiata alla porta. Mia sorella si mette a sedere accanto a me e la fissa in uno stato di confusione. Posso a mala pena vedere i contorni della porta nel buio del nostro rifugio, ma mi ricordo dove si trova. Vedo che fuori è ancora buio quando lancio uno sguardo alla finestra. Qualcuno bussa furiosamente alla nostra porta nel cuore della notte.

⠀⠀⠀⠀⠀"Aprite questa porta Typos o sarete ritenuti evasori del sistema." Il modo nel quale pronuncia la parola Typo -uno slang per la mia gente, mi da la forza di scendere dal letto. Mi accorgo nel mio stato di disorientamento che devono star facendo la ronda mensile, anche se di solito non le fanno nel bel mezzo della notte. Vedo il legno della porta spezzarsi sotto i colpi persistenti.

⠀⠀⠀⠀⠀Ogni mese un'incursione di Correctori viene a Norton, la città dove vivo, per fare il censimento e prendere nota di ogni gravidanza, morte, matrimonio, ecc. Bastano solo poche ore ai Correctori per andare di casa in casa a chiedere quanta gente vive in quella dimora e altri aggiornamenti sugli affari di famiglia. Di solito arrivano di giorno ma chi sono io per mettere in discussione la loro autorità?

⠀⠀⠀⠀⠀"Mamma." Sussurro, mentre scrollo le spalle di mia madre. Ha sempre avuto il sonno pesante. Il mio fratellino si siede accanto a lei e mi aiuta a svegliarla. I suoi intensi capelli rossi vanno in tutte le direzioni. Lancia uno sguardo perplesso oltre la mia spalla, verso la porta. "Mamma." Scuoto la sua spalla con più forza mentre l'uomo dall'altra parte della porta inizia a urlare le conseguenze per la resistenza. Le ho sentite molte volte. Finalmente mia madre si sveglia e sbatte le palpebre per un istante. La sua espressione muta quando si rende conto che qualcuno sta bussando alla porta. L'uomo inizia ad elencare i nostri diritti mentre si alza e si stringe la vestaglia attorno al bacino. Si lega i capelli biondi con un elastico per capelli prima di aprire la porta.

⠀⠀⠀⠀⠀Un uomo tozzo rimane immobile sulla soglia con un pugno alzato pronto a continuare i suoi assalti sulla nostra porta. Tiene un blocco appunti nella mano ed ha una pistola appesa dietro la spalla. Vederlo non è scioccante come uno penserebbe che sia. È vestito con la tipica divisa da Correctore -una maglietta nera appaiata con dei jeans neri, un simbolo sulla spalla sinistra per simboleggiare il rango e quattro linee bianche, orizzontali ricamate sulla fabbrica della maglia. Significa che è un tenente.

⠀⠀⠀⠀⠀Ci sono altri due uomini dietro di lui, nascosti nelle tenebre del nostro portico non illuminato. Possiedono tutti e due delle pistole, e ciò è un po' snervante ma non completamente insolito. Do un'occhiata ai miei fratelli, i quali si stanno facendo piccoli nei loro letti. Mia sorella zampetta per la capanna per sedersi accanto a mio fratello nel letto che condividono lui e mia madre. Gli do un piccolo sorriso prima di muovermi dietro a mia madre. Riesco a vedere le luci di qualcuno dall'altra parte della strada accendersi. Rimango confusa nel vedere un altro gruppo di uomini schierarsi davanti al portico dei nostri vicini. I Correctori di solito vengono in gruppi molto più piccoli.

⠀⠀⠀⠀⠀"Casa numero diciassette, corretto?" L'uomo va direttamente al sodo.

⠀⠀⠀⠀⠀"Corretto." Mia madre gli risponde. Si stringe di nuovo la veste.

⠀⠀⠀⠀⠀"Posso parlare all'uomo di casa?" Il tenente dice duramente. Fissa mia madre e me con un'aria di disgusto. Usando l'oscurità come scudo, gli lancio un'occhiataccia da dietro la spalla di mia madre.

⠀⠀⠀⠀⠀"Non c'è n'è uno." Mia madre dice silenziosamente, assicurandosi che i suoi occhi siano incollati a terra -un segno di rispetto. Supponendo che lui non mi possa vedere come si deve, lo osservo da dietro mia madre.

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