Capitolo 2: Codice A Barre

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Elliot

⠀⠀⠀⠀⠀L'intero vagone sembra che ascolti i perpetui schiocchi delle ruote tanto attentamente come gli ascolto io. Perché quando il silenzio tra ogni schiocco sembra allungarsi -ciò sta a significare che il treno sta rallentando, l'intero carro esplode in uno stato di delirio. La combinazione della prossimità tra di noi e il calore estivo, rende tutti entusiasti alla idea di uscire da questa trappola infernale. Mi asciugo la fronte cosparsa di sudore.

⠀⠀⠀⠀⠀È ormai giorno quando guardo fuori dal finestrino. Ho perso il conto del tempo quando il sole è sorto e ora è a metà della sua ascesa. Non vedo nient'altro che miglia e miglia di campi ed il sole bollente che picchia sulla erba tenera. Metto la testa fuori per vedere se la stazione è in vista. Ma rimango delusa quando non vedo niente. Oliver mi da un occhiata da dove è seduto sul pavimento. Aggrotta le sopracciglia in modo interrogatorio e io come risposta gli dò un'alzata di spalle.

⠀⠀⠀⠀⠀Leo per fortuna si è svegliato ed è tranquillamente seduto in grembo ad Oliver. Oliver è quello che si preoccupa più di tutti di lui -mia madre inclusa. Quando gli ho detto che Leo aveva la febbre ha passato l'ora seguente a chiedere ai passeggeri del vagone un po' d'acqua. Ha coccolato Leo fin da allora.

⠀⠀⠀⠀⠀Mi pare quasi impossibile quando sento il treno stridere fino a fermarsi completamente. Molti urlano in preda all'euforia, assumendo di essere rilasciati non appena le porte verrano aperte, mentre quelli più sospettosi -come me, rimangono in silenzio.

⠀⠀⠀⠀⠀"Perché ci siamo fermati? Siamo nel bel mezzo del nulla." Il silenzio si confonde con l'eccitazione del gruppo, sono felice di sapere che almeno qualcun altro condivide le mie stesse preoccupazioni. Mi rivolgo a Victoria -una Typo che lavora in un forno in piazza, la quale guarda fuori dal finestrino con lo sguardo perplesso che sono sicura ho stampato in faccia pure io.

⠀⠀⠀⠀⠀Veniamo colti alla sprovvista quando la porta del treno viene aperta energicamente. Un uomo in mimetica -che simboleggia i volontari civili dell'esercito, ci blocca la strada e ci osserva con occhi da falco. La sua pelle è di un rosa luminoso, drasticamente bruciata dal sole; ciò lo fa sembrare in un certo senso arrabbiato.

⠀⠀⠀⠀⠀"Uscite dal treno uno per uno." Sogghigna prima di spostarsi dalla porta per lasciarci passare. La persona più vicina alla porta esita. Guarda indietro con occhi diffidenti per poi uscire dal treno. Dopodiché, non riesco più a vedere che succede da dove mi trovo. Una donna segue l'uomo a ruota e così uno per uno i Typos escono dall'angusto abitacolo dritti nel cocente Inferno che è nientepopodimeno che il caldo estivo. Sono nell'angolo più lontano dalla porta, e divento più ansiosa quando vedo con che passo lento le persone fuggono dalla loro gabbia. Voglio solamente uscire di qui.

⠀⠀⠀⠀⠀Con la coda dell'occhio vedo una signora di mia conoscenza provare a svegliare suo figlio, il quale ho visto alla clinica un paio di volte. Il ragazzo diciassettenne è malato di asma e sua madre -iperprotettiva, lo porta in clinica ogni volta che starnutisce. Il ragazzo giace privo di sensi sul pavimento, mente sua madre tenta di svegliarlo toccandoli leggermente la guancia con il dito. Non è il solo: ci sono altre persone che giacciono svenute nel vagone, molti dei quali hanno i propri familiari intorno mentre alcuni rimangono abbandonati a se stessi.

⠀⠀⠀⠀⠀La mia famiglia, Oliver ed io, ci accalchiamo insieme, Oliver intanto tiene in braccio un Leo mezzo addormentato. Lo sguardo di mia madre è irrequieto, quello di Oliver sembra stanco mentre Blair ha una faccia diversa dal solito. Le faccio un sorriso provato e confuso. Si ferma per un attimo, si morde il labbro inferiore prima di iniziare a sghignazzare.

⠀⠀⠀⠀⠀La fissiamo tutti con sguardi spenti mentre si ricompone coprendosi la bocca. In ogni caso il sorriso di Blair non si abbina con le occhiaie sotto ai suoi occhi, le guance segnate dalle lacrime e il naso rosso -tutto frutto dei suoi continui pianti. La sua solita risata solare non è in nessun modo appropriata alla situazione in cui ci troviamo.

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