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Respiro profondamente stando sul terrazzo che porta al giardino, dentro gli invitati al ballo reale si divertono come matti.
È l'una ormai è vorrei andare a dormire, Simon non mi ha parlato per tutta la sera, ma mi odia e l'ho già capito ormai.
Canticchio ma all'improvviso qualcuno mi afferra da dietro, mi tappa la bocca e mi trascina all'indietro, cerco di urlare e liberarmi, lo colpisco ma non si smuove.
All'improvviso un forte dolore alla testa mi fa perdere i sensi.

Apro piano gli occhi e mi rendo conto di essere in una stanza, è tutto buio, aspetto che la mia vista si abitui ma non c'è nulla a parte la brandina su cui sono stesa è una minuscola finestrella.
"Ma che succede?" Mormoro dolcemente.
Sento la gola secca, resto seduta in attesa e mi rannicchio su me stessa, sento delle voci e ascolto attenta cercando di riconoscerne qualcuna.
Non riesco a collegarla a nessuno che conosco, ne alle guardie di Simon, ne a quelle di mio padre ma allora...chi mi ha portata qui?
Una porta si apre e tre uomini entrano, due hanno dei candelabri e uno, vestito con eleganza, ha con se un bastone da passeggio, mi osserva sorridendo e io mi alzo seria.
"Chi siete?" Dico seria.
"Principessa Anika è un vero onore, io sono il duca di Weills, non ho nulla contro di voi e mi scuso per il mio servitore che vi ha colpita"
"Il duca di Weills" dico lentamente osservandolo attenta "e perché sono qui sua Grazia?"
"Siete qui perché mi servite per attirare il principe, voglio parlargli ed esporgli le mie condizioni, d'altronde siete la sua futura sposa, e vi ama intensamente sarà costretto ad accettare"
Sorrido scuotendo la testa "ma certo" dico lentamente unendo le mani in grembo e raddrizzando la schiena "vedete la verità è che io e il principe siamo un po'...in crisi al momento, perciò non penso che vi aiuterà, probabilmente ora è al ballo a cercare una nuova sposa perciò se potreste lasciarmi andare sarebbe magnifico"
"Ah ah non ci casco principessa" dice muovendo l'indice in segno di negazione, ha un orribile anello d'argento con incastonata una pietra nera.
"D'accordo" dico alzando le mani "posso solo chiedervi una cosa?"
"Chiedete"
"Voi siete il fratello del re vero?" Dico guardandolo attenta, sorride.
"Come lo sapete?"
"Ho una buona memoria" dico sedendomi rilassata.
"Nessuno sa chi sono"
Sorrido divertita "gli assomigliate di aspetto"
"Siamo gemelli ma lui è sempre stato il preferito, quello viziato e futuro re, io sono sempre stato il fratello di Giorge" dice stringendosi nelle spalle.
"Ti capisco, anch'io non vado d'accordo con mio fratello" dico sospirando "siamo nella vostra casa vero?"
"Si"
"Ecco...posso chiederle se posso fare una doccia e magari cambiarmi il vestito, sa questo è un po'...scomodo se dovrò aspettare almeno mi faccia stare comoda" dico divertita.
"Prego mi segua"
"Grazie" lo seguo e usciamo dalle segrete, memorizzo la strada e mi porta in una grande camera.
"Questa è..." dico fermandomi.
"Camera mia, prego" entro esitante e lui entra con me chiudendo fuori gli altri due.
"Signore sapete che potreste andare in contro a grandi problemi vero?"
"Principessa non voglio farvi mia, vi tengo solo d'occhio, avete l'età di mio nipote" dice divertito "non lo farei mai"
"Mi fido" dico senza in realtà fidarmi.
Sorride e mi indica il bagno, mi da tutto il necessario e poi una camicia e un pantalone, lo guardo sorpresa.
"Non ci sono donne in questa casa a parte le cameriere, sono i miei vestiti vi staranno"
"Grazie" dico sorpresa, esce dal bagno e chiude la porta, mi tolgo il vestito e mi faccio una doccia fredda, respiro profondamente "non verrà..."
Esco dalla doccia e mi asciugo per poi indossare i vestiti del Duca, inserisco la camicia nel pantalone e mi guardo allo specchio, per un attimo mi sembra di rivedere mia madre, tutti ci scambiavano per sorelle e una volta abbiamo finto di esserlo ma lei era fiera di avere una figlia quindi non lo facemmo più.
Metto la sua collana e respiro profondamente.
Guardo il mio vestito e lo piego posandolo sul mio braccio.
Esco dal bagno e il Duca mi guarda sorpreso.
"Duca vi ringrazio per avermi concesso una doccia" dico sorridendo.
"Vieni ora dovrai tornare di sotto, mi fido di te ma meglio non abbassare la guardia"
"Ma certo" scendiamo di sotto e mi porta in una cella più accogliente della prima, c'è una finestra abbastanza grande con le sbarre alle finestre e un vetro chiaramente unidirezionale così che entri la luce ma che nessuno possa vedere dentro.
Ci sono anche un tavolo e una sedia al centro della stanza.
"Grazie" dico sorpresa, poso il vestito sulla sedia e guardo il Duca, annuisce.
"Dopo ti farò portare un pasto, a presto principessa" se ne va e nei suoi movimenti e nei suoi modi di fare ci vedo molto di Simon, sospiro e mi sdraio sul piccolo letto.
Attendo per giorni senza fare assolutamente nulla, penso a Simon, a Clarion, a sua madre e...alla mia.
Passata una settimana sento tantissimi rumori fuori dalla cella, mi metto seduta di scatto e mi avvicino alle sbarre.
Vedo qualcuno correre verso di me "Simon-" mi blocco vedendo mio fratello, sorride beffardo.
"Mi dispiace deluderti sorellina, ma sono solo io" dice divertito.
"Peter" dico sorpresa.
"Già" fa saltare una chiave e apre la mia cella, lo abbraccio.
"Sono felice di vederti" dico in un sussurro.
"Strano l'ultima volta mi hai augurato di annegare"
"Ehi" dico divertita, sorrido.
"Andiamo" mi prende una mano e corriamo di sopra scappando, vedo una delle guardie di mio padre che sta per uccidere il Duca.
"Fermo!" Dico correndo da lui, mi metto davanti al Duca "non puoi ucciderlo"
"Mia signora vi ha rapita"
"Si ma non importa, si è preso cura di me" dico annuendo "andiamo a casa, il Duca ha degli affari da sistemare"
Il Duca si alza sistemandosi la camicia e sospira "vi ringrazio Altezza"
Gli sorrido e mi inchino "il fatto che lui non sia qui, significa che non sono io ciò che potete usarle per parlare con lui" dico sottovoce con sguardo triste "buona fortuna"
Mi guarda con dolcezza e me ne vado con mio fratello e le guardie, andiamo via e andiamo al porto.
Saliamo sulla nave e salpiamo verso casa.
"Vuoi tornare a casa?" Dice Peter serio appoggiandosi accanto a me mentre osservo il mare.
"Si andiamo a casa" dico seria.
"Papà sa tutto" dice serio.
"Lo so" dico nascondendo la paura senza guardarlo.
"Ti punirà"
"Lo so Peter" dico dura.
Stringe le labbra e respira profondamente, guarda il mare in lontananza.
Restiamo in silenzio uno accanto all'altra e per la prima volta dopo tantissimo tempo mi sento a mio agio a stare al suo fianco.

Inganno e poi...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora