ELORA HAYESFaceva freddo.
Tutto il mio corpo era teso, ma allo stesso tempo rilassato dalla notte scorsa.
Tutto sembrava in qualche modo a posto.
Le mie palpebre si aprirono; ciglia che sbattevano mentre la luce fioca riempiva le mie pupille.
Non avevo idea di che ore fossero, ma Theo mi avrebbe svegliato per la lezione.
La stanza era silenziosa, senza rumori di movimento o di parole.
Ho allungato il collo, girandolo per guardare accanto a me.
Non c'era.
Era scomparso il giorno del suo compleanno, dal bagno non era aperta la doccia né le luci.
Non era perspicace, e sembra che non lo fosse da un po 'di tempo.
Una parte di me si è sentita tradita come se avesse potuto dirmi dove andava anche lui.
L'altra parte mi rassicurava sul fatto che fosse nella sala comune e mi dava solo spazio per prepararmi;
Non è da lui però.
Sicuramente mi avrebbe avvertito.
Mi alzai di scatto dal letto, gettando via le lenzuola dal corpo e cercando di stare in piedi.
Le mie gambe cedettero leggermente, facendomi attaccare alla spalliera del letto.
Stronzo del cazzo.
Non c'era modo per me di camminare con questa gamba zoppicante oggi.
Non senza speculazioni da parte di altri studenti.
Dopo aver riacquistato un po 'almeno un po' di stabilità; Cerco per la stanza.
Un biglietto era tutto ciò di cui avevo bisogno per sentirmi dire che stava solo aspettando o stava arrivando da qualche parte.
Avevo bisogno di quella rassicurazione, né sulla scrivania, né sui comodini.
Era proprio come ieri, ma ancora più ingombra dai miei vestiti sul pavimento.
Mi ha lasciato da solo nel suo letto, senza sapere dove sarebbe scappato.
Non l'aveva mai fatto prima.
In realtà aveva dormito con me, ma oggi era diverso.
Gli ho lasciato fare ciò che voleva, qualcosa che non avrei mai fatto...forse... ma l'ho fatto.
E lui ha comunque scelto di scappare via come un piccolo codardo.
La mia mano vagò sotto la sua maglietta che mi aveva dato, ricordando la notte scorsa e sapendo che avevo le sue iniziali su di me.
Non stavamo nemmeno uscendo insieme e gliel'ho permesso.
Gli ho lasciato fare qualcosa che significava che a nessun ragazzo sarebbe stato permesso di avvicinarmi, mai più.
Le sue stesse iniziali. Mi avvicinai alla porta del suo bagno, aprendola e lasciando che la luce si accendesse automaticamente.
Il mio corpo era lì nello specchio. I miei capelli annodati e macchie di mascara sbavate sotto gli occhi che avevo dimenticato di togliere.
Sollevai la sua maglietta, sentendo il materiale scivolare sulla mia pelle.
Eccolo.
La cicatrice delle sue iniziali, che già cominciava a rimarginarsi e con un leggero sangue secco intorno, di cui non si è sbarazzato quando l'ha succhiata.
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WITCH; mattheo riddle
FanfictionTraduzione della storia già scritta si consiglia la discrezione dello spettatore [+18] include -contenuto sessuale -linguaggio -violenza -toxicity(chi vuole intendere intenda) Buona lettura