Affondo il viso nel suo collo e respiro il suo profumo prima di posare piccoli baci sulla sua pelle. Mi inebrio di quell'odore di cui non sapevo d'aver bisogno e lascio che la mia mente si svuoti di tutto. Riempio la testa e il cuore solo di lui sapendo che tutto ciò che ora mi fa stare bene tra due giorni mi dilanierà il cuore, perché non averlo più al mio fianco, ora che so cosa si prova, metterà in sobbuglio tutte le mie emozioni.
"Sicuro di non poter venire con me?". Sussurro al suo orecchio.
"Sicuro che vorresti avermi tra i piedi in ogni tuo impegno?".
Sorrido. "No". Bacio le sue labbra. "Se fossi con me non riuscirei a essere l'idolo che tutti conoscono!".
Mi passa una mano tra i capelli e stringendo la presa tira indietro la mia testa posando una scia di baci lungo il mio collo. "Come ci sei riuscito?". Mi chiede.
E sono confuso. "Mi alleno tanto". Rispondo credendo si riferisca alla mia carriera.
"No. Come hai fatto a farmi cadere ai tuoi piedi?".
E non ce la faccio a rispondere, non mentre lui lascia segni del suo passaggio sulla mia pelle che sicuramente dovrò coprire con del trucco. Blocco la sua mano facendogli togliere la presa e poi mi allontano quel poco per poterlo guardare negli occhi. "Sei tu che mi hai fatto cadere ai tuoi, sei tu che mi hai fottuto il cervello e sempre tu che mi ridurrai in un ammasso di gelatina traballante". E poi lo bacio ancora.
"Quindi ci stiamo facendo del male a vicenda?". Mi chiede tra un morso e l'altro.
"Se questo ti sembra farci del male, allora ce ne faremo tantissimo". Lo attiro a me chiudendo le mia braccia dietro la sua schiena, continuando a nutrirmi del suo sapore.
E in mezzo a tutti queste nostre effusioni mi ritrovo per la prima volta in quella fase della mia vita che ho perso, ma che avrei dovuto vivere molti anni fa durante la mia prima adolescenza, ma che, prima per la mia ambizione e poi per la carriera, ho completamente saltato a piedi pari.
"Fermati". Mi dice e lo faccio, lo ascolto.
Ma quando noto il suo sguardo sbigottito mi ritrovo smarrito. "Ho sbagliato qualcosa?".
"Ti sei fermato". Aggrotta le sopracciglia oscurando gli occhi.
"Me lo hai chiesto tu". Gli faccio notare.
"Perché mi sembra che tra i due sia tu quello più vecchio?".
Rido. "Abbiamo solo tre anni di differenza, non venti!". Gli faccio notare.
Mi spinge via bonariamente e poi si alza e inizia a camminare per la stanza. E nelle sue spalle tese vedo tutto il suo turbamento di cui non vuole parlare. Perché alla fine vivere per tutta la vita dietro a una maschera e poi decidere di toglierla all'improvviso, forse senza pensarci nemmeno troppo, deve averlo reso esitante. E quello che i miei occhi vedono non è altro che un fiume in piena fatto di emozioni e desideri che non aspetta altro che poter esondare e due argini che invece continuano imperterriti a trattenere quei sentimenti forse per paura di non riuscire a gestirli una volta usciti dalla loro protezione, dal loro posto sicuro.
Mi alzo anche io e senza guardarlo inizio a sbottonare la camicia e quando non sento più il suono dei suoi passi alzo gli occhi sulla vetrata di fronte a noi fino a incrociare i suoi occhi che mi fissano.
"Cosa stai facendo?". Mi chiede, la voce bassa.
"Dormirai con la camicia?". Lo provoco. Perché so benissimo che avrei potuto aspettare che si calmasse, ma devo lasciargli il più possibile di me per non perderlo quando tra due giorni me ne sarò andato.
![](https://img.wattpad.com/cover/260127766-288-k802639.jpg)
STAI LEGGENDO
Dentro Al Mio Vuoto Ho Messo I Tuoi Baci
RomanceL'amore non conosce tempo, luogo o attimo perfetto. Semplicemente, quando arriva arriva, accade e basta. Diego credeva che tutto quello che aveva sepolto a fondo dentro di sé non avrebbe mai iniziato a spingere per emergere con prepotenza e urgenza...