Inizi - Hyon

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Stiamo provando e riprovando la coreografia per il nuovo video e se non fosse per tutto l'allenamento che costantemente facciamo, a quest'ora sarei disteso a terra distrutto già da due ore. 

"Cinque minuti di pausa". Urla la nostra coreografa. 

Mi siedo a terra, schiena contro lo specchio e una borraccia d'acqua tra le mani. 

"Sistemati". Mi dice Min mentre mi lancia in faccia un asciugamano. "Vogliono fare le riprese con poca luce". 

Sbuffo, ma mi passo la spugna morbida sulla faccia e sul collo, dopo di che mi alzo e glielo rilancio addosso. Scappo dal suo sguardo indagatore, prima di confessare che mi sto sentendo con Diego da ormai una decina di giorni perché ho paura possa bloccare sul nascere quello che sta accadendo tra me e l'amico del suo ragazzo per timore si possa ripercuotere sulla loro relazione se dovesse andare storto qualcosa. 

"Vieni?". Gli chiedo quando giro la testa e lo trovo ancora immobile. 

Mi raggiunge e con un suo braccio sulle spalle e gli altri davanti a noi scendiamo dal palazzo per poi entrare nell'auto che ci porterà sul posto scelto. 

In auto i ragazzi sono silenziosi, forse perché nessuno si aspettava di dover iniziare le riprese dopo una giornata sfiancante. Guardo fuori dal finestrino le case passare veloci sotto i miei occhi e faccio di tutto per mantenermi concentrato sul lavoro, evitando di riempirmi la testa del suo desiderio. Quando arriviamo cerco la mia postazione per il trucco e lascio che mani esperte compiano il loro incantesimo trasformando il mio viso in un'attrazione irresistibile per chi mi guarda. Chiudo gli occhi e approfittando del momento mi rilasso quel tanto che basta per potermi ricaricare prima di riprendere a lavorare. Mi cambio gli abiti mettendo quelli di scena e quando tutti siamo pronti iniziamo. 

Ripetiamo gli stessi cinque passi fino a quando tutto non è perfetto e poi passiamo alla scena successiva facendo esattamente la stessa cosa. E quando i video passano a essere singoli so che per me il lavoro di oggi è terminato dato che io dovrò girare la mia parte in un altro luogo. Resto accanto ai miei compagni a guardare Tar e Par che si alternano valutando se nel complesso quello che avevamo pensato possa funzionare, fino a quando non mi sento chiamare da uno dei ragazzi dello staff. 

"Ti cercano con insistenza". Mi dice. 

Aggrotto le sopracciglia. "Avrò dimenticato di metterlo silenzioso". Gli rispondo pensando siano tutte le notifiche che sono solite arrivare a qualsiasi ora del giorno. 

"No. È quello personale che suona". 

Faccio mente locale, ma oltre ai ragazzi questo numero ce l'hanno solo altre tre persone: mia mamma, mia sorella e Diego. Diego. E mentre vado verso lo zaino dove tengo il telefono guardo l'ora, da lui sono da poco passate le undici di mattina, sicuramente starà lavorando. E in ogni caso non mi cercherebbe mai di mattina. Non lo ha mai fatto almeno. 

Apro la cerniera e lo sfilo. Sblocco lo schermo e resto a guardare le quindici notifiche. Tutte sue. Sorrido mentre mi chiedo cosa diavolo gli sia saltato in mente e poi le apro. 

Leggo una dopo l'altra quelle che penso siano imprecazioni nella sua lingua e poi quel suo Sono qui. Chiamami.

Qui. 

Resto a fissare lo schermo incredulo e quando torno in me mi allontano da tutto lo staff e faccio partire la chiamata. 

"Non accettano la mia carta di credito". Esordisce non appena vedo comparire sullo schermo il suo viso. 

"Cosa devi comprare?". Chiedo senza capire bene di cosa stia parlando. "E cosa vuol dire che sei qui?". 

"Volevo prenotare una camera e per qui intendo Seul, dove vivi tu". E poi gira la fotocamera facendomi vedere un pezzo di strada che conosco bene. 

Dentro Al Mio Vuoto Ho Messo I Tuoi BaciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora