Epilogo.
E poi accade. Non te ne accorgi nemmeno, semplicemente il tempo scorre e tu inizi a stargli dietro. Cambi abitudini, cambi lingua, cambi abiti, ma sopratutto cambi il modo in cui hai sempre vissuto. Fai cadere quella maschera che per troppo tempo hai tenuto stretta, prendi fiato e ricominci.
Sono nel mio camerino a Parigi, sono passati sei mesi da quando abbiamo fatto l'amore la prima volta sul suo letto, nel suo appartamento. Tra pochi minuti dovrò uscire per andare dietro le quinte del palco che mi vedrà sfilare per uno dei stilisti famosi in tutto il mondo, gettandomi in mezzo alla frenesia fatta di richiami, agitazione e tanti vestiti. Sono seduto con le gambe accavallate su un divanetto di pelle rossa, il telefono in mano, in attesa. Batto le dita sullo schermo come a volerne richiamare l'attenzione, come se così facendo riuscissi a sbloccare una qualche linea tra di noi. Silenzio. Come quello di quando sono dentro a un taxi e piove incessantemente, ma poi passo sotto un ponte. O quello che sento alla fine di una sfilata, prima dell'applauso finale. O ancora quell'attimo in cui si finisce di cantare tanti auguri e il soffio sulle candeline. O quell'istante di silenzio e di pace che intercorre tra la fine della sveglia e il suo nuovo inizio. Guardo l'ora, mi convinco che sia impegnato in qualche lavoro che non ricordo avesse e dopo aver riposto il telefono nel borsone con le mie cose, esco dal mio angolo privato e mi preparo per quella che sarà la prima sfilata della mia vita.
Finora ho sempre posato per fotografi esperti, pubblicità per riviste patinate. E durante questo periodo in cui poco a poco diventavo conosciuto mi sono allenato per poter debuttare in passerella. Mesi di camminate e di schiene al muro per raddrizzare la postura. Mesi in cui ho dato tutto me stesso per arrivare dove ho sempre voluto e di aerei presi a orari impensabili solo per poter vedere il mio ragazzo anche per poche ore in un qualche punto imprecisato del mondo.
Perché è questo che siamo diventati. Io che rincorro lui e lui che rincorre me. In stanze d'alberghi di lusso che ci vedono protagonisti dei nostri cortometraggi, ma che quando saranno assemblati assieme comporranno il nostro film d'amore. Non riusciamo mai a stare per più di una settimana assieme, altre volte invece capita che ci vediamo solo per poche ore. I nostri amici spesso ci chiedono come facciamo a mandare avanti la nostra relazione e la verità è che non abbiamo una vera risposta. Lo facciamo e basta, lo abbiamo sempre fatto fin dall'inizio.
"Buongiorno". Saluto la sarta che appunterà le ultime modifiche agli abiti che dovrò indossare durante la serata.
"Sei in ritardo". Mi fa notare lei.
Annuisco colpevole. È solo che speravo in una sua veloce chiamata di incoraggiamento o anche solo in un messaggio al volo tra una cosa e l'altra. Ma niente di quello che speravo è accaduto e alla fine non avendo nessuna scusa plausibile che mi trattenesse ho dovuto raggiungere gli altri miei colleghi.
Mi guardo attorno. Ragazzi e ragazze perfetti con per lo più sguardi pieni di pomposità che non comprendo, ma che mi sono ritrovato ad accettare quando mi sono accorto che tutto sommato, tolto il lavoro di mezzo, alcuni di loro non erano poi così male per farci una chiacchierata. E le voci che corrono sul mio conto diciamo che mi hanno aiutato molto nel farmi accettare per come sono, forse un po' fuori fase secondo loro dato che non ho la loro stessa fame negli occhi, ma solo un traguardo felice da raggiungere.
"Ti serve qualcosa?". Mi volto verso Mok e mi stupisco sempre di trovarlo dove meno me lo aspetto.
"Cosa ci fai tu qui?". Domando mentre tre ragazze mi girano attorno per sistemarmi trucco e capelli.
"È la prima. Figurati se potevo perdermi l'evento per cui abbiamo faticato tanto!". Mi dice incrociando le braccia davanti a sé.
Come se lui avesse effettivamente sudato per guadagnarsi quello che io andrò a fare. "Sei solo?". Provo a chiedere speranzoso.
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Dentro Al Mio Vuoto Ho Messo I Tuoi Baci
RomanceL'amore non conosce tempo, luogo o attimo perfetto. Semplicemente, quando arriva arriva, accade e basta. Diego credeva che tutto quello che aveva sepolto a fondo dentro di sé non avrebbe mai iniziato a spingere per emergere con prepotenza e urgenza...