Draco's pov
Non feci nemmeno in tempo a capire cosa stesse succedendo, che mio padre mi costrinse a fare le valigie in pochi secondi, mentre la professoressa Mcgranitt attendeva fuori dalla sala comune di Serpeverde. Perché mai era lì? Sapevo che spesso veniva, ma non per me. Solitamente discuteva sempre con Piton dei loro affari a cui non mi sono mai minimamente interessato, anche se la cosa a volte giocava a mio favore dato che sembrava io fossi uno degli studenti più bravi durante le lezioni di pozioni, anche se all'interno della classe, c'erano sicuramente persone molto più brave, dotate e interessate di me.
Presi tutte le mie cose, solo il necessario, qualche libro per lo studio, la mia bacchetta e i miei oggetti personali, mettendoli tutti in un cofanetto per il mio ritorno a casa. Sarei rimasto lì per poco tempo, non avrei avuto il bisogno di portarmi dietro molte cose, anche perché al Manor avevo già tutto quello che mi serviva.
Mio padre odiava i treni, quindi uscendo da Hogwarts trovò una maniera tale per evitare tutto quel tempo perso per il tragitto di casa; prendemmo così una passaporta che era collocata in uno dei tanti bar di Hogsmade dove entrammo, e subito fummo catapultati proprio davanti l'ingresso del Malfoy manor.
Non era cambiato nulla, tutto era perfettamente uguale. Un ambiente calmo, sembrava fosse vuoto, come se non ci fosse anima viva al suo interno, ma subito vederti mia madre accanto lo stipite della porta d'ingresso, con il suo piccolo sorriso nascosto stampato sul volto. Narcissa è sempre stata diversa da mio padre, forse l'unica persona che in casa mia amavo con tutto me stesso, anche se molte volte non lo davo a vedere.Molto spesso mi rivedevo nel volto di mia madre; era come se lei fosse costretta a rimanere rinchiusa tra quelle mura, fingendo di essere protetta quando in realtà non lo era affatto. L'uomo che la proteggeva, mio padre... una persona onorevole, ricca, certo; ma che ha paura della sa stessa ombra, e cerca di nascondere questo suo lato di lui con arroganza e cattiveria.
Andai verso mia madre, lasciandole un piccolo bacio sulla guancia, mentre mio padre sbuffa dicendomi di sistemarmi velocemente nella mia stanza.
Lucius: Draco su, da bravo; va a sistemare le cose nella tua stanza. Questa sera dopo cena avremo visite, e ti voglio impeccabile.
Draco: visite? E chi mai vorrebbe venire qui al manor? Qualche tuo collega di lavoro forse? Il ministro della magia?
Lucius: questo non è un tuo problema, non ti deve interessare. Muoviti e fa quel che ti dico
Draco: voglio solo sapere chi...
Narcissa: Draco tesoro, fa come ti dice tuo padreAscoltai le sue parole, solo per il volere di mia madre; non volevo avere problemi, era già abbastanza orribile essere tornato a casa dopo la lite con Flora senza nemmeno essere riuscito a risolverla...altri problemi non sarebbero affatto giovati alla mia salute mentale.
Mentre salii le scale, fino ad arrivare al corridoio dove notai che la stanza di Bellatrix era aperta; ... strano....molto strano... Era stata chiusa a chiave da tempo ormai, con esattezza da quando era stata rinchiusa per alto tradimento e denunciata come mangiamorte; ma non ci feci caso più di molto, probabilmente gli elfi domestici sitavano facendo il loro dovere...saranno stati li per eliminare strati e strati di polvere dopo anni.
Posizionai nell'armadio il mio piccolo bagaglio, feci una doccia veloce nel grande bagno privato della mia camera. Dalla finestra filtrava la luce del sole che ormai stava lentamente sparendo tra l'alta siepe del giardini esterno; rimasi nel bagno per qualche minuto, cercando di sistemarmi in maniera impeccabile come mi era stato ordinato da mia madre e mio padre. Indossai un completo semplice ma dai tessuti pregiati, uno dei tanti completi presi da mia madre che aveva la mania di vestirmi come se io fossi una bambola di porcellana; ringraziavo Salazar ogni giorno di non essere nato donna, altrimenti mi avrebbe acconciato dalla mattina alla sera, con abiti sfarzosi e tempestati di mille sbrilluccighii inutili.Una volta sistemato presi la bacchetta alla mano; anche se ero in casa mia la portavo sempre con me, era come se fosse una garanzia alla mia salute, non mi fidavo di nessuno se non di mia madre in quel manicomio che chiamavo casa.
Arrivai nel soggiorno e aspettai fino al momento tanto atteso della cena. Un inutile enorme tavola imbandita di cibo e bevande di ogni tipo, per sole tre persone: io, mia madre e mio padre. Non mangiai un granché, avevo poca fame. Ero troppo preoccupato che i miei genitori avessero capito che io ero a conoscenza del fatto che avrei ricevuto il marchio nero. Non avrebbero dovuto saperlo.
Una volta finita la cena poggiai le posate sul piatto, e guardai mio padre con un viso sorpreso e curioso. Volevo sapere chi sarebbe venuto a breve a casa mia, e soprattutto il perché necessitava per forza della mia presenza a quel fantomatico evento atteso da giorni.
Draco: beh allora? Questo famoso invitato? Non ho voglia di starmene qui ad aspettare persone che non so nemmeno chi siano.
Lucius: zitto.
Narcissa: Draco, per favore, resta seduto.Non capivo cosa stesse succedendo, sentii dal giardino un suono di materializzazione, e tanto fumo nero che si sfumava all'orizzonte. Guardai il volto di mio padre che aveva un leggero sorriso, quasi maligno; mentre mia madre aveva gli occhi puntati su di me, ma sembravano persi.
Draco: mamma stai ben..
Lucius: ecco ci siamo.. sono arrivati Narccissa; Dobby va ad aprire, muoviti!non capivo che cosa diamine stesse succedendo, guardai mia madre sperando di ritrovare una risposta nei suoi occhi, ma naturalmente dalla sua bocca non fuoriuscì nemmeno mezza parola.
Puntai lo sguardo vero la porta che dava l'ingresso alla sala da pranzo, e subito vedetti Bellatrix. Non c'era da aspettarselo, come potevo credere che una come lei avesse la giusta punizione che si meritava?
Era stata rinchiusa a lungo ad Azkaban, ma la sua furbizia e la sua astuzia, a quanto pare le avevano permesso di uscirne ancora viva e intatta. Avevo letto di una evasione dove veniva citato il suo nome, e avevo sperato con tutto me stesso che quella notizia della Gazzetta del Profeta non fosse vera; ma a quanto pare mi sbagliavo.Bellatrix: Cissy, quanto mi sei mancata, sorella. Dobby, stupido elfo, levati di mezzo!
Lucius: bentornata Bella, sei di nuovo a casa ora.
Narcissa: Bella...
Bellatrix: si sì, grazie, lo so, vi sono mancata. E tu caro, perché quel muso lungo? Non sei contento di vedere la tua zietta? Ohh cattivo Draco, molto molto cattivo.Bellatrix si avvicinò a me. Era spaventosa. Indossava un lungo vestito nero dalla stoffa preziosa, tetro, proprio come la sua anima. Capelli arruffati e ricci le ricadevano sul volto. Con la mano si avvicinò al mio collo, puntando un dito contro le mie labbra, mentre mormorava aspramente e con tono sibilante quelle parole. Non pronunciai una sillaba. Rimasi in silenzio puntando lo sguardo su mia madre. Solo ora avevo capito il perché di quella sua reazione non troppo sorpresa. Lei era lì solo per proteggersi e scampare dal ministero della magia, solo perché mio padre aveva il potere di non essere mai un sospettato per via del suo lavoro.
Pensavamo tutti fosse sola, ma non feci in tempo a levarmela di torno, che subito dopo di lei entro in altra persona nella stanza. Una persona che non mi sarei mai aspettato di vedere in quel momento. Un lungo manto dai colori grigio neri, occhi di ghiaccio, senza un briciolo d'anima; pelle chiara e piedi scalzi. Non potevo credere fosse lui.
Voldemort era lì, in casa sua, con un sorriso malefico sul volto e con la bacchetta tra le mani.
Era il suo momento, cercava lui.—————————————————————
Buonasera a tutti! Come molti di voi avranno già intuito nel capitolo precedente, Voldemort è tornato, e si trova al Malfoy manor. Draco avrà il suo marchio? O verrà protetto da qualcuno?
Flora ed Hestia saranno al sicuro?
Lo scoprirete solamente nel prossimo capitolo!
Un saluto a tutti voi!
-malfoyeyess🌱🤍
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𝑭𝑳𝑶𝑹𝑨 𝑪𝑨𝑹𝑹𝑶𝑾 || 𝒕𝒉𝒆 𝒈𝒊𝒓𝒍 𝒘𝒉𝒐 𝒉𝒂𝒅 𝒏𝒐 𝒄𝒉𝒐𝒊𝒄𝒆
FanfictionEntrambi erano dei ragazzi strani. Lui taciturno e vanitoso, lei una serpe apatica; o almeno così li credevano. Quei due erano temuti, ma incompresi. Quei due avevano un legame così forte; che avrebbero potuto urlarsi contro anche i peggiori insult...