Consiglio di ascoltare 'Runaway di Aurora' e 'Another Love di Tom Odell' mentre leggete questo capitolo
Sapete quelle giornate in cui non hai voglia di fare nulla, in cui nonostante hai dei piani, sei piena di cose da fare, ti rifiuti di farle? Quelle giornate in cui l'unico desiderio che hai è di metterti a letto e piangere, perché ti sembra l'unica cosa che ti riesca a portare via dalla realtà pesante che dovresti vivere ogni giorno.
Ormai per Nova quel tipo di giorni era un giorno che lei viveva tutti i giorni, pensava di star vivendo una delle vite peggiori che si potessero vivere, i giorni più noiosi e patetici di sempre, ma ora quei giorni se li sogna, se li ricorda come bei momenti, non come noiosi ricordi che pensava di star vivendo, quelli che viveva ora erano inferno in confronto.
Voleva solo un momento di pace, ma i momenti di silenzio che la gente adora a lei sembravano i più strazianti.
In quei momenti le uniche cose che sentiva erano urla, non sapeva di chi, non sapeva perché, sapeva solo che la ferivano, la facevano sentire male, così male che ogni tanto voleva solo farla finita.
Erano come dei fischi ma tre volte più forti, che rimbombavano nelle sue orecchie come palline di gomma che sbattono sul terreno ripetutamente.
Guardando fuori dalla grande finestra Nova si sentí male, guardava il cielo grigio di autunno, da quando era tornata a scuola nulla era cambiato, se non una cosa, ora le sembrava di essere da sola.
Eli non le aveva più parlato e così i suoi amici Serpeverde, lei voleva solo una spiegazione, ma forse non se la meritava.
Il tempo fuori dal castello era orribile e un grande temporale era appena arrivato, la pioggia cadeva sul tetto e sulle finestre, bagnando il tutto, forse un angelo stava piangendo.
Al momento la ragazza non era nel suo dormitorio ma alla biblioteca, voleva solo restare da sola, ma quando lo faceva, la solitudine la faceva soffocare. Era dentro un limbo e non riusciva ad uscirci più.
Alzandosi dal suo posto uscì dalla stanza piena di libri, incamminandosi velocemente nei corridoi, senza guardarsi indietro, senza pensieri che la facessero ragionare, ormai aveva perso il senso della realtà, qualcuno la chiamò, ma lei se ne fregò e continuò ad andare spedita verso l'uscita di Hogwarts.
I tuoni si sentivano potenti, spingendo forte le porte dell'entrata, uscì fuori nel giardino, il freddo di autunno le entrò nelle ossa, ma lei non lo sentiva, perché ormai nessuno la scaldava con amore da molto tempo.
I vestiti erano bagnati fradici, ma lei se ne fregò, lacrime calde cominciarono ad uscire dai suoi occhi mischiandosi con la pioggia, voleva urlare, voleva lasciare tutto fuori.
"Perché? Perché mi hai fatto tutto questo? Volevo solo vivere una vita normale, volevo vivere felice come una ragazza della mia età dovrebbe fare" la ragazza stava parlando da sola, mentre guardava il cielo.
"Mi hai tolto tutto, ne sei fiero adesso? Mh? I miei amici mi hanno abbandonata anche se mi avevano promesso di non farlo mai da sola per il resto della mia vita, i miei fratelli? Ormai non li conosco più" parlando si stava soffocando stelle sue stesse lacrime.
"Non ho mai avuto una bella famiglia, ogni tanto vorrei ringraziarti per avermi dato qualcosa di bello, ma cosa? Non mi hai mai dato nulla senza poi togliermelo quando mi stava rendendo felice!" Le gambe le cedettero facendola cadere sul terreno.
Con la testa bassa, continuava a ripetersi che andava tutto bene, quando in realtà tutto si stava sgretolando davanti ai suoi occhi e a lei sembrava che non ci potesse fare nulla.
"Ti prego aiutami, per una volta dammi qualcosa con cui io possa essere felice.... Sirius... torna a casa... non c'è la faccio più, ti prego" ormai non sapeva che fare, aveva visto la sua famiglia andare in frantumi, la guerra si stava avvicinando, i suoi amici l'avevano abbandonata e lei non c'è l'avrebbe fatta da sola.
Si è sempre considerata una ragazza forte, che sarebbe riuscita a superare tutto anche da sola, ma ora che era veramente da sola, si sentiva la ragazza più impotente del mondo, voleva alzarsi dal terreno e mostrare a tutti quanto forte fosse, ma non ne aveva l'energia necessaria.
Si chiedeva che cosa aveva fatto per meritarsi tutto questo, perché non poteva vivere una vita normale come le altre persone, cosa aveva lei di speciale?
Non c'è la faceva più, aveva superato tempeste, era uscita dai momenti più bui della sua vita, ma questo non era un momento buio, era un buco nero, a cui non c'era uscita.
La ragazza rimase lì, a piangere, a ripensare a tutto quello che era successo per ore senza tregua, non sapendo che tre paia di occhi la stavano guardando da lontano.
"Mi fa stare male vederla così" disse Tom, "perché la stiamo ignorando?" Disse subito dopo, la ragazza lo guardò seriamente, "deve capire come ci si sente" Alex rise senza felicità, "ma lei non ti ha mai fatto nulla" la ragazza ci pensò un attimo "no ma è una Black e la sua famiglia fa parte dell'esercito di tu-sai-chi, i mangiamorte, e loro hanno ucciso mio padre, quindi se non posso farla pagare ai suoi genitori, la farò pagare a lei"
Tom scosse la testa, "sei un idiota, non c'entra nulla lei con la sua famiglia" la ragazza li guardò di nuovo, "se non volete far parte del piano andatevene, io non vi trattengo mica, posso fare da sola" Alex se ne andò senza dire una parola, Tom si girarlo guardò e poi riguardò la nata babbana, "eravamo un bel gruppo di amici una volta, cosa ci è successo?" Lei rise "caro Tom, tutte le cose belle finiscono, noi non eravamo destinati a durare"
"O forse tu ci hai distrutti" con quelle parole il ragazzo se ne andò, senza guardare nessuno negli occhi, la ragazza guardò la poveretta pochi metri più avanti di lei, "mi hai obbligata a farlo, non mi sarei mai dovuta fidare di te Black, mi fai schifo" con quello lasciò il luogo.
La ragazza con i capelli corvini nel frattempo era ancora li, che si chiedeva che cosa avesse fatto di male, senza avere una risposta vera e propria, e senza nessuno che le potesse rispondere o che la potesse aiutare, come ne aveva bisogno nel momento lei, nessuno.
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𝘀𝗵𝗮𝗿𝗽 𝘄𝗲𝗮𝗽𝗼𝗻𝘀 - 𝗿.𝗯, 𝗻.𝗯 & 𝗲.𝗿
Fantasy'short story' SOTTO EDITING Nova non pensava di poter desiderare qualcosa, Regulus non pensava di poter essere amato, Sirius non pensava di essere abbastanza, magari non si consideravano fratelli, ma infondo erano sempre e comunque dei Black. 'et là...