VI

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Quando Sirius tornò a casa, insieme a lui tornò la felicità, o almeno per i fratelli Black, perchè diciamoci la verità Sirius era sempre stato l'anima festa e molto probabilmente sempre lo sarà, Sirius era il dio Dioniso, il dio del vino, aveva un certa euforia che lo seguiva ovunque lui andasse, dopo essere cresciuto in una famiglia così spenta e così infelice, quando i semi dei vigneti di felicità e libertà gli capitarono nelle mani, Sirius li prese e li piantò nel terreno fertile di Hogwarts, facendoli crescere e creando così di quel luogo il suo personale posto di euforia, crescendo così gli alberi, bevve il succo dei suoi frutti e se ne drogò, ma solo più avanti il giovane dio dalla bella capigliatura si sarebbe reso conto del grande errore che stava commettendo, facendo così un peccato, per ora si godeva il sapore dolciastro del suo succo color sangue.

Con il ritorno del ragazzo arrivarono così anche i problemi, la madre che si lamentava con Sirius tutti i giorni, litigate cominciavano la mattina e non finivano più, ma Sirius non mostrava nessun dispiacere a ciò, anzi, lui tirava la corda, la tirava e tirava tagliandosi le mani sempre di più, eppure ignorava il dolore perché il piacere della vittoria che era sotto al suo naso lo abbindolava di più, a lui piaceva, lo divertiva vedere il viso rosso dalla rabbia della madre ogni volta che esso dicesse qualcosa contro di lei e i suoi pregiudizi.

L'estate era stata così, per ora nessuno dei litigi che Sirius aveva creato avevano irritato troppo il ragazzo, anzi c'era sempre il solito largo sorriso che addobbava il suo volto, uno sguardo di sfida luccicava nei suoi occhi ogni volta che sentiva i tacchi della madre sbattere velocemente e pesantemente contro il pavimento in legno scuro. Ogni tanto li dispiaceva per i poveri elfi che avevano pulito l'intera casa solo momenti prima, ma allo stesso tempo l'adrenalina che li faceva battere il cuore sapendo che avrebbe presto visto la faccia corrugata della madre che sarebbe entrata dalla camera per sgridarlo, lo faceva divertire.

A Sirius non era mai importato, fino a che i genitori non scoprirono che Sirius Black era amico di un Potter. Il discorso era salito mentre a tavola le mormora della madre parlavano del fatto che se il giovane grifondoro non avesse cambiato il suo comportamento sarebbe rimasto solo a vita, ma Sirius aveva alzato la testa fieramente e aveva annunciato che invece qualcuno già lo aveva, e li il nome del primo e ultimo genito di Fleamont Potter e sua moglie Euphemia Potter, James Potter uscì dalle sue labbra, e a sua madre sembrò un una blasfemia.

Il suo sguardo si irrigidì immediatamente, ignorando i nomi degli altri due ragazzi in cui il figlio aveva trovato come conforto, la sua mente si bloccò sul cognome Potter, a lei sembrava che avesse ben vietato al grifondoro di parlare al ragazzo con gli occhiali, ma non era così sorpresa del fatto che esso non avesse ascoltato.

"Potter? Mi sembrava di averti detto di starci alla larga, non li conosci davvero, non sai che persone sono i suoi genitori. Traditori del loro stesso sangue, non fanno nemmeno parte delle sacre 28, sono solo conosciuti per essere entrambi Auror, ma fidati non so chi sia più un malfamato se suo padre o quel tuo amico James" Sirius guardò la madre con gli occhi socchiusi per la rabbia e non aspettò un attimo prima di dire i suoi pensieri riguardo le parole della madre.

"Probabilmente quella che non sa nulla riguardo loro sei tu madre, perchè per quanto tu li possa chiamare traditori del nostro sangue, ciò non li rende peggio di voi, anzi, James è un ragazzo molto educato e da quello che so non è stato cresciuto in una famiglia malata come la nostra, dico ciò per farti capire che non serve che ti lamenti del comportamento di persone che neanche conosci e del loro figlio, quando ai tuoi stessi, gli hai fatto passare l'inferno, solo per avere un risultato peggiore, come una brutta copia" la madre alzò la testa alla risposta del figlio e ribatté allo stesso tono. Da qualcuno doveva pur aver preso il ragazzo.

"Forse non conosco il figlio hai ragione mio caro, ma di sicuro conosco il padre e nonostante io fossi solo una ragazzina al tempo, ricordo benissimo come lui, un uomo di 24 anni, chiedesse a tutte le ragazze che trovasse, di bere qualcosa con lui, solo per sposarsi due anni dopo con la sua attuale moglie, quell'uomo è un dannato, un peccatore, è meglio se gli stai alla larga" Sirius rise, lui rise, non una risata felice più una risata amara.

"Un peccatore, un fottutto peccatore, un dannato, madre quelli che tu dovresti chiamare peccatori sono coloro che si intingono le mani di sangue, coloro che godono nel vedere le persone soffrire, coloro che al rumore delle grida di dolore di qualcuno, ridono, non coloro che chiedono a delle donne un bicchiere di vino insieme e quattro chiacchere, perchè sono sicuro che aveva chiesto anche a te, e tu hai accettato"

Sirius si alzò dal tavolo andandosene dalla stanza, non una parola volò nella stanza, non si sentiva nessun rumore se non i passi del ragazzo che saliva le scale e sbatteva la porta della sua camera da letto. Nova ci pensò bene prima di alzarsi dalla sedia, ci pensò bene perchè lei non aveva il coraggio del fratello, è vero era una bambina forte, ma la madre l'aveva sempre terrorizzata, molto probabilmente questa sua paura se ne sarebbe andata, un po' come la paura del buio ai bambini.

Salì poi le scale molto lentamente, e busso poi delicatamente sualla porta dipinta di nero del fratello maggiore, che la aprì dopo poco immaginando chi fosse. Nova entrò nella stanza e solo in quel momento si rese conto di come la stanza fosse cambiata dall'ultima volta che l'aveva vista.

Il letto era dall'altra parte del muro in cui stava di solito, di fianco a esso una bici stava appoggiata contro il muro ricoperto da carta da parati, il comodino aveva un grande quantitativo di bicchieri dove Sirius beveva durante le sue giornate intere in camera, la scrivania aveva una dozzina di lettere sopra- dai suoi amici sicuro, pensò Nova.Il ragazzo era tornato a sedersi sulla sua sedia e lei andò a sedersi a gambe incrociate sul letto del fratello.

Un paio di secondi di silenzio volavano nell'aria prima che la bimba aprì la bocca per parlare "allora, chi sono questi tuoi amici?" il cuore di sirius si scaldò al tono gentile e insicuro della sorella e così un leggero sorriso li crebbe in volto, perché in quel momento Sirius si rese conto che sua sorella era sempre stata l'unica che c'era sempre stata, era l'unica che quando Sirius non aveva il suo vino, gli dava altro da bere, era l'unica che provava a farlo rimanere ciò che era.

Così Sirius cominciò a parlare di tutto quello che era successo nella scuola di magia, e solo quando Nova notò il luccichio di euforia negli occhi del ragazzo si rese conto che il vino che Dioniso beveva non era una sostanza fluente e dolciastra, ma era il sangue degli amici che aveva trovato a Hogwarts. Trovava gioia nelle loro vene e nella loro anima, perché di anima a casa sua non ce ne era mai stata, e il sangue che scorreva nelle vie veneree di tutta la sua famiglia era quello di un purosangue con pregiudizi, quello dei suoi amici invece era intatto, era vergine ancora privo di idee strane e malate, e aveva un che di aspro a cui Dioniso non era abituato, ma che amava e ciò lo rendeva sempre più voglioso di assaggiarlo di nuovo, sempre più voglioso di voler tornare a scuola.

𝘀𝗵𝗮𝗿𝗽 𝘄𝗲𝗮𝗽𝗼𝗻𝘀 - 𝗿.𝗯, 𝗻.𝗯 & 𝗲.𝗿 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora