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Wyatt

È da quando sono piccolo che vedo il mondo da un'unica e sola prospettiva.
La prospettiva che mi permette di vedere solamente 4 mura, una porta finestra e degli scaffali, senza comprendere la gente in mezzo ad essi: bassi, alti, con i capelli lisci, ricci, corti o lunghi; con la pelle scura o chiara; bambini che strillano, o dormono nel loro passeggino beatamente, senza fare nessun rumore.
Non mi ricordo quasi nulla, di quando ero un bambino, mi ricordo solamente le parole di mio padre al compimento dei miei dodici anni, mi rimbombano ancora in testa.

Campione, è ora che tu inizi a lavorare un po' in negozio.

Tornassi indietro, prenderei a sberle lui e poi me stesso, per essere stato così tanto felice ed emozionato nel stare dietro ad un bancone a recitare la solita battuta di copione: "grazie e arrivederci."
Mio padre mi ha fatto diventare un robot, credo che di notte mi attacchi alla corrente mentre dormo, per non scaricarmi.
Lui, quando aveva la mia età, era uno dei giocatori di football più bravi degli ultimi trent'anni, nella nostra scuola. Odio sentirmi dire continuamente commenti dei professori, soprattutto quello di ginnastica, delle imprese meravigliose che ha fatto quell'uomo per noi.
Io non sono affatto come lui, starei tutto il giorno chiuso in camera a mangiare patatine e giocare ai videogiochi, a leggere fumetti o fare finta di essere uno Jedi.
Sono un nerd, assolutamente si, non lo nego, ma non fraintendetemi, so fare molte altre cose!

Suona il campanello della porta di ingresso, alzo lo sguardo per capire chi è: una ragazza dai capelli biondi e gli occhiali inizia a guardarsi intorno, mantenendo un'espressione seria sul volto.
Viene molto spesso qui, indossa sempre la solita giacca di pelle con una felpa sotto, rigorosamente con il cappuccio sulla testa.
Prende le solite cose, è una ragazza abitudinaria, non cambia mai nulla, sempre gli stessi prodotti della stessa marca.
Vi chiederete, sono un maniaco? No, in realtà osservo la gente, mi piace notare le minime cose.
Dopo circa dieci minuti lei si ferma davanti a me e mi guarda, serrando le labbra.
"Ok...sono 17 dollari e 75" dico guardando il monitor sulla cassa.
Lei annuisce e mi porge i soldi, sono esatti, come ogni volta. Prende la busta e inizia a camminare verso l'uscita.
"Grazie e-" inizio, poi la porta si chiude e io sospiro "arrivederci."

Mi siedo a tavola e guardo mio padre mentre toglie dalla busta il cibo cinese che abbiamo ordinato.
"Allora" dice sorridendo "che cosa hai fatto oggi al negozio? È successo qualcosa?" Chiede quasi entusiasta, come se lui non facesse il triplo dei miei turni.
"Uh...no- insomma...succedeva mai qualcosa di divertente, quando tu eri giovane?"
"Ehi, sono ancora giovane, e comunque no, ma cercavo comunque di trovare qualcosa di divertente." Si avvicina a me, poi mi da uno dei due piatti "si era formato un gruppo di amici, era fantastico, peccato che dopo il diploma ci siamo divisi" sospira "eravamo molto uniti, vi siamo conosciuti dentro quel negozio, sai?" Inizia a mangiare, continuando il suo motivante discorso "potresti trovare anche tu, amici così" propone alzando le sopracciglia.
"Nah, io non credo" dico sospirando, mentre fisso il tristissimo piatto di noodles.

Il giorno dopo, appena entro a scuola, decido di andare direttamente verso l'armadietto. Non mi va di vedere nessuno, come sempre d'altronde.
"Fidati di me amico, quella è fuori di testa!" Dice una voce alle mie spalle, mi giro e sospiro appena vedo la figura di Jaeden, ha un sorrisetto compiaciuto e mi guarda facendomi un cenno con la testa "ciao amico mio!" Esclama contento. Lo guardo stranito.
"Tutto ok?" Chiedo scuotendo appena la testa. Lo conosco da quando abbiamo sei anni e l'ho visto poche volte con questo atteggiamento.
"Sateen mi ha rivolto la parola, cavolo se questo è il paradiso voglio rimanere qui per sempre" dice appoggiandosi sull'armadietto accanto al mio.
"Ma a te non piacevano le bionde?" Chiedo, mentre metto con disordine lo zaino nell'armadietto "perché Sateen ha almeno 20 colorazioni più scure del biondo."
"Fatti i cazzi tuoi, almeno a me le ragazze mi considerano." Ribatte lui, quasi irritato dalla mia domanda.
Sospiro iniziando poi a camminare verso l'aula di scienze "quindi, cosa ti ha detto di così importante?"
"Mi ha chiesto gli appunti di biologia, ma è comunque un passo avanti!" Risponde, prima che io scoppi a ridere "ci sei stasera?" Chiede poi, quando mi fermo davanti alla classe "giochiamo a Call Of Duty o cose così, ieri ho pure comprato Little Nightmares 2!" Esclama entusiasta.
"Stasera studio e poi faccio anche il turno al negozio, lo sai" rispondo sospirando.
Lui sbuffa, aggiustandosi lo zaino sulla palla "hai mai parlato a tuo padre di questa stronzata? A sedici anni sei ancora sotto i suoi ordini, mentre potresti passare il tempo con l'amore della tua vita" dice esasperato.
"Chi sarebbe l'amore della mia vita?" Chiedo confuso, assottigliando appena gli occhi.
"Io, ovviamente, non resisterai mai al mio fascino" risponde pavoneggiandosi.
"Vaffanculo Jae, me ne vado" dico ridendo, per poi entrare in classe.

𝙒𝙝𝙖𝙩 𝙊𝙣𝙘𝙚 𝙒𝙖𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora