Sadie
Non avere rimpianti. Cerca di vivere facendo tutto ciò che vuoi, dipingi, canta, balla, parla, corri, urla. Fai tutto ciò che ti possa far tornare a casa la sera con il sorriso e che ti faccia sentire soddisfatto.
Scoppia a ridere e non coprirti la bocca con la mano, parla ed alza la voce, non abbassare lo sguardo.
Probabilmente non saranno molte, le persone che vorranno ascoltarmi, ma io voglio ascoltare me stessa e voglio parlare ogni volta che me la sento.
Voglio dipingere su tutte le mie tele ed esporle ad una mostra, non per guadagnare soldi, ma per dire al mondo quali sono le mie passioni.
Lo faccio perché, in fin dei conti, siamo solamente piccoli granelli di sabbia dentro il vasto oceano.
Quindi, perché avere rimpianti?Mi guardo attorno appena ci sediamo nel locale, è molto carino, ci sono tante lucine appese la soffitto e davanti a tutti i tavolini si trova una piccola piattaforma, che fa da palco scenico.
Dopo circa cinque minuti inizia ad arrivare un po' di gente e un ragazzo dai capelli ricci si mette sulla piattaforma, guardando il pubblico e tenendo la chitarra acustica in mano.
Sorride e dice "come va? Sono Finn e...per vostra sfortuna mi sentirete suonare" dice, accompagnato da varie risate di sottofondo. Ci sorride un'ultima volta e si siede sullo sgabello.
Inizia a suonare My Kind Of Woman di Mac DeMarco.
Sorrido involontariamente, è una delle mie canzoni preferite.
Millie si gira verso di me e mi guarda appena confusa "conosci la canzone?" Chiede sorridendo quasi fiera, forse per il fatto che abbia fatto tante storie per venire qui e ora stia cantando. Le annuisco e Sophia ridacchia giocherellando con il suo bicchiere "qualcuno si è preso una cotta per il chitarrista" alza le sopracciglia e arriccia appena il naso, cercando di non scoppiare a ridere in mezzo a tutti.
Sento le guance andare in fiamme, mi giro verso il ragazzo, mentre canta tiene gli occhi chiusi, e i suoi ricci sembrano muoversi a tempo della musica, la luce soffusa della stanza da al ragazzo un'aria dolce e da alla stanza la stessa atmosfera.
Sophia si sporge verso di me e alza lo sguardo verso il mio "vuoi chiedergli di uscire o lo faccio io per te?"
"Dopo la serata vado a parlargli, va bene? Non gli chiedo di uscire" chino la testa verso di lei e mi sorride da ebete, ridacchiando, poi torna a sedersi composta.
Io Millie e Sophia siamo amiche dalla notte dei tempi. Cioè dalla seconda elementare.
Sophia era una bambina che non si faceva mettere i piedi in testa, mentre Millie conosceva tutti i segreti degli altri bambini.
Un duo che può essere letale, anche se formato da due bambine di sette anni.
Mi avevano aiutata con una nostra compagna di classe, che si divertiva a prendermi in giro per i miei capelli rossi.
Sophia l'aveva minacciata di picchiarla, se avesse continuato a farlo.
Millie, invece, l'aveva informata che sapeva tutti i segreti che aveva con le sue amiche e il suo fidanzatino di allora, minacciandola di dirli a tutti quanti.
Mi hanno fatta sentire importante, significava che c'era qualcuno che realmente mi voleva bene e a cui importasse di me.
Poi gli anni passarono e non ci dividemmo mai, nemmeno dopo tutti i litigi a causa delle nostre teste calde.
Siamo qui per ordini di Millie, dice che qui ci sono un po' di ragazzi carini, anche se, sinceramente, non sono i ragazzi ad essere al centro dei miei pensieri.Passano circa due ore, ormai si sono esibiti molti ragazzi, quasi tutti della nostra età.
Esco dal locale e passo nel retro, la musica è lontana, so di essere da sola perché Sophia e Millie sono dentro a parlare dei vari cantanti.
Guardo il ragazzo con cui volevo parlare poco prima, sta mettendo la sua chitarra nei sedili posteriori, mentre canticchia la canzone di prima.
Mi avvicino a lui sorridendo, chino appena la testa e dico "sei stato molto bravo" lui si gira di scatto e mi sorride.
"Sul serio? Grazie" risponde chiudendo la portiera, per poi girarsi bene verso di me e mettersi le mani sui fianchi.
"Di nulla" chino appena la testa, poi gli porgo l'altra mano "sono Sadie" lui me la stringe.
"Io sono Finn, non ti ho mai vista da queste parti, sei nuova o cose simili?"
"No, in realtà sono solo molto allergica al mondo" sussurro assottigliando gli occhi "ma non dirlo in giro, se no vengono a conoscermi tutti e non mi piace" lui scoppia a ridere e dopo poco smette, mantenendo il sorriso e guardandomi."Ci vediamo lunedì bella!" Urla Sophia dalla macchina di Millie, appena scendo per andare verso casa mia.
Cammino all'indietro, guardandole mentre vado verso la porta.
"Cercate di non divertirvi troppo senza di me."
"Assolutamente no, non ci riusciremmo mai" Millie agita la sua mano, salutandomi.
Entro in casa e salgo velocemente le scale. Apro la porta di camera di camera mia e mi svesto, mettendo velocemente il pigiama, fa decisamente troppo freddo, soprattutto in camera mia. È la più calda d'estate e la più fredda d'inverno. Il che non è il massimo, in nessuna stagione.Lunedì mattina, mi sveglio in ritardo.
Esco di casa e corro verso la mia scuola, ovviamente so di essere in anticipo, ma Sophia mi ha chiamata dicendomi che doveva dirmi una cosa importante.
Arrivo a scuola e apro il mio armadietto, prendo i libri per la seconda ora e poi corro in aula di letteratura avanzata, che il lunedì mattina, alla prima ora, non è esattamente il massimo.
Accanto alla mia classe, Sophia mi aspetta, con il suo solito atteggiamento da dura: schiena attaccata al muro, braccia conserte e faccia minacciosa, come quelle che ti vengono quando muori dalla voglia di picchiare qualcuno.
"Che succede?" Mi avvicino e mi metto di fronte a lei.
"Ho trovato il ricciolino oggi, usciva da Farley Street."
Roteo gli occhi sospirando, se solo avessi il coraggio di dirle la verità, sarebbe tutto più facile.
La prima campanella suona facendo alzare Sophia in posizione eretta "ne parliamo in mensa, ok?"
Annuisco e se ne va, facendomi entrare velocemente in classe.
STAI LEGGENDO
𝙒𝙝𝙖𝙩 𝙊𝙣𝙘𝙚 𝙒𝙖𝙨
Fanfiction"Ci sono volte in cui non hai tempo per aspettare l'arcobaleno. Allora mettiti sotto la pioggia e urla."