capitolo sedici.

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Taehyung correva fin quando non si ritrovó senza fiato. Ancora con gli occhi sbarrati ripensava finalmente a tutta quella roba.

Una rabbia inaspettata salí i suoi polmoni e le sue corde vocali. Era sicuro che qualunque gli passasse davanti quel momento, sarebbe sicuramente scattato d’ira per tutto quello che aveva subito in cinque minuti.

Imprecó nella sua testa il nome di Jungkook e tante altre parole che non poteva dire ad alta voce, siccome il suo essere elegante non glielo permetteva.

Ma, fanculo jeon jungkook! lui, che si era anche preoccupato del suo riposo! se venivi a lavorare per combinarmi questa porcata ti sei messo contro l’omega sbagliato! e cosí tante altre cose per tutto il viaggio.

Ma questa volta non rilasció una lacrima per Jungkook.
Non ci riusciva e non voleva nemmeno rilasciarle. Non c’era motivo, Taehyung aveva già capito tutto.

Era sicuramente meglio se Jungkook non tornasse a casa quella sera, perché Taehyung era sicuro che l’avrebbe fatto volare dalla finestra: gli avrebbe sicuramente detto di impacchettare le sue cose e di andarsene via da casa sua. Se sicuramente non se ne sarebbe andato lui, sarebbe stato Taehyung quello ad abbandonare Jungkook.

Era sicuro che ora l’Alpha aveva superato ogni suo limite. Entró in casa sbattendo la porta di casa e spense la televisione. Si tolse la felpa del compagno e la lanció completamente via da sé. Entró nella loro camera, prendendo il suo cuscino e sistemandolo nella cucina, dove era sicuro che non avrebbe visto la faccia di quel traditore.

Prese qualsiasi cosa si ritrovó davanti e aprí quello che era un pacco di snacks e si mise a guardare la televisione. Digitó il numero di Jimin e l’altro rispose dopo un paio di squilli.

«Pronto?»

«Ciao Jimin.»

Sentí il tono dell’Omega nervoso e Jimin alzó un sopracciglio. Chiese scusa al suo ospite e si diresse a parlare fuori al balcone.

«Taehyung tutto bene?»

«No cazzo Jimin niente va bene!»

Jimin rimase sorpreso.

«Qualcosa non v–»

«Quel fottuto bastardo mi sta tradendo a lavoro e io giuro che lo butto fuori di casa! non puó farmi questo, non dopo che io gli ho dato tutto, non dopo che io mi sono concesso a lui dopo neanche che io avessi percepito che fossimo compagni! non dopo che l’ho sempre messo al primo posto, non dopo tutti i nostri fottuti ricordi!»

sbottó e Jimin rimase confuso.

«Non ho capito, Jungkook ti sta tradendo? e con chi?»

«Si! ma che ne so chi é quella ragazza so solo che lo sta facendo perché se l’é fottutamente baciata davanti ai miei occhi.»

Jimin rimase in silenzio con la bocca aperta per qualche minuto. Sentí poi Taehyung sospirare.

«l-l’ha baciata davanti a miei occhi, come se non esistessi, come se non fosse sposato, con un bellissimo bambino ad aspettarlo a casa. La toccava come se quelle mani non avessero toccato il mio corpo, come se quelle labbra non avessero già baciato le mie. J-Jimin dovevano baciare le mie per tutta la vita, le sue mani dovevano toccare la mia di schiena, il mio fondoschiena, n-non il suo.»

Disse con tono tremante. Jimin si mise una mano sul volto.

«Taehyung.. mi dispiace tantissimo.»

«Dispiacersi é sempre facile, Jimin.»

•••

Taehyung guardava il vuoto davanti a sé. La veranda accanto rispecchiava un bellissimo tramonto, fatto di colori caldi e alcuni freddi. Il rosa si mischiava all’arancio lasciando sfumare il rosso che piano piano faceva spazio al viola e al blu scuro, facendo svegliare le stelle e far coricare il sole.

Aveva un magone in gola, voleva davvero ribellarsene ma la sua gola non gli permetteva di rilasciare suoni né cenni. Ovunque guardasse, quella scena orribile si piantava davanti a suoi occhi, facendolo impazzire e urlare di dolore e agonia.

Per un momento credeva quasi di fare un qualcosa di folle, ma questo lo aiutó solo a peggiorare il tutto; chiarificandosi come il padre piú terribile al mondo. Appoggió una mano sulla pancia accarezzandola.

«P–Papà ti vuole cosí tanto bene, piccolo. E-E tante altre persone te ne vogliono. N-Non voglio lasciarti da solo, non ho la forza di porre fine alla mia vita, ma darei mille volte la mia per risparmiare la tua. T-Tu, non hai fatto nulla.»

Sentí il piccolo dargli un calcetto e sorrise. Continuó a mangiare per saziare il suo bambino che continuava a dargli voglie insaziabili, mentre guardava l’orologio appeso sulla parete.

le 20:00 di sera.

Era una normale serata d’estate e sia Jungkook che Taehyung decisero di uscire. Jungkook indossava un bellissimo smoking nero, mentre Taehyung uno bianco. Avevano una serata importante in onore di Jungkook.

Jungkook camminava a braccetto con Taehyung, mentre le persone nella sala ammiravano Jeon Jungkook e la sua fiamma attraversare il corridoio, dolce musica e occhi d’oro splendevano nei sfioramenti di Taehyung che dolcemente si lasciava cullare da Jungkook, arte c’era nei loro occhi mentre la quiete incominció a presentarsi tra i due.

Danzarono fino a che il pubblico non riuscí a togliersi gli occhi di dosso, custodendo gelosamente quei momenti, le otto di sera di quella meravigliosa luna piena, le loro labbra si incontrarono ancora, abbracciandosi e promettendosi.

00:00.

zero, zero tutto. Zero intorno a loro, zero Jungkook che si spoglia delle sue vesti per accogliere Taehyung tra le sue braccia candide. Zero le insicurezze di Taehyung che bacia la pelle di Jungkook, in posti che neanche Jungkook ha avuto modo di esplorare, rimanendo fedele al compagno.

zero l’orologio porta e tutto sembra fermarsi nel momento in cui le coperte vengono brutalmente stropicciate dai pollici di Taehyung, bocche umidi e peccaminose, continuano a prudurre suoni osceni schioccando e facendo una danza tutta loro.

3:00.

Jungkook prende l’alcool facendo scendere il liquido nel bicchiere, mentre Taehyung nudo tra le coperte del balcone ammira la luna volendo feticizzare il suo compagno, fallo cadere nelle bramosità del suo corpo mentre entrambi mischiano il sapore di birra alla saliva, ridacchiano come dei bambini innocenti, ma ci vuole poco per capire che di innocente non ce niente se non il tocco della mano di Jungkook che stringe la coscia carnosa di Taehyung, facendolo mugolare tra le sue labbra, portano la coperta addosso ai loro corpi non importandosene se il balcone risultasse cosí ghiacciato tra la schiena di Taehyung, altri brividi lungo il suo corpo sono presenti mentre altre risate e baci rubati volano nella luce lunare, dandogli uno spettacolo peccaminoso delle loro pazze voglie quanto perfette del loro amore incondizionato. urlava Taehyung, urlava mentre Jungkook grugniva ad ogni suoi movimento con il bacino che ripetutamente sbatteva contro il suo, roteava e baciava il corpo di Taehyung rendendolo sicuro e prezioso.

ma, Taehyung speva che non tutte le notti si puó fare l’amore.

Taehyung guardava l’orologio davanti a sé, con un sorriso amaro. La cena ormai era fredda e il suo cuore spezzato. Erano le tre del mattino e Jungkook ancora non era ritornato a casa.

Poi, un urlo scheggió le mura della casa.

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