capitolo ventiquattro.

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«Taehyung, c’é un problema.»

Taehyung guardó Jungkook con un cipiglio confuso sul volto non capendo. Jungwoo era nelle sue braccia mentre guardava i biscotti sul tavolo, quelli che Taehyung aveva offerto a Jungkook.

Jungkook si mise una mano nei capelli e guardó Taehyung.

«I miei genitori stanno venendo qui.»

Taehyung rimase sorpreso. I genitori di Jungkook venivano poco a visitarli, per fortuna, ma quando lo facevano o dovevano dare brutte notizie o era successo qualcosa a Jungkook.

«Come mai?»

Jungkook guardó Taehyung mordendosi il labbro.

«L’ospedale ha chiamato i miei genitori, siccome sono il tuo compagno. Credono che io sia padre.»

Nella stanza ci fú un silenzio tombale. Taehyung guardava Jungkook senza aprire bocca e Jungkook se lo aspettava. Era un casino e entrambi lo sapevano. Non potevano dire la verità, i genitori di Jungkook non avrebbero mai capito.

«Mi dispiace.»

Dissero entrambi e si guardarono. Un silenzio imbarazzante prese a salire e Taehyung si ricompose, mentre la manina di Jungwoo raggiungeva il biscotto. Jungkook guardó la mano di Jungwoo e ridacchió. Taehyung stranito vide poi Jungwoo cercare disperatamente il dolciume e entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.

«Mi dispiace che tu debba essere costretto a fingere.»

borbottó Taehyung, lo sapeva che tutto quel casino aveva finito per allontanarli entrambi ma non é mai stata colpa sua. Taehyung si era sempre preoccupato per l’altro – anche quando Jungkook gli chiudeva le porte in faccia.

«Taehyung,»

inizió Jungkook e Taehyung lo guardó.

«Devi ritornare a casa.»

Taehyung guardó Jungkook con un sguardo confuso.

«Cosa?»

Jungkook sospiró, serio.

«Devi ritornare a casa, Taehyung. I miei genitori non possono vederci cosí. Loro vogliono vedere Jungwoo e io non posso dirgli la verità.»

Taehyung guardó gli occhi freddi di Jungkoook, esattamente come mesi fa, gli occhi di Jungkook erano senza emozioni e la sua voce sprigionava un ordine.

«Jungkook, i tuoi genitori sono sempre state persone esigenti, ma mentirgli–»

«Non mi interessa Taehyung! mia madre non lo accetterebbe mai! Come credi reagirebbe se sapesse che viviamo in case diverse?! Come reagirà quando saprà che quel bambino non é mio figlio?!»

Indicó Jungwoo che mordicchiava il biscotto, siccome ancora non possedeva dei denti e non riusciva a masticare. Taehyung strinse il piccolo tra le sue braccia e guardó storto Jungkook.

«Tu non sei nessuno per comandarmi Jungkook! E non provare ad indicare Jungwoo! Lui non c’entra niente tra di noi. Se non fosse per questo bambino sarei ancora rinchiuso in quelle mura con un marito che pensa solo a sé stesso! Jungkook credi davvero che sia finito tutto? che la rabbia sia sparita, che, il dolore, sia sparito?! No Jungkook! non é mai andato via!»

Urló, al puro sangue che guardava Taehyung con la stessa rabbia.

«Io sono il tuo compagno, il tuo Alpha e farai quello che ti dico!»

Usó il tono da puro sangue e Taehyung sta volta non poteva fare nulla. Tuttavia usarlo era forma di abuso e il fatto che Taehyung lo vide fare su di lui, lo rattristó. Jungwoo ora si muoveva in modo irrequieto e Taehyung tremava con la testa abbassata.

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