27

819 64 1
                                    

Jimin's pov
Arrivai al suo ufficio più veloce della luce o almeno era quello che avevo cercato di fare. Avevo cercato di essere veloce e di non farlo aspettare consapevole che non fosse paziente per quanto riguardava i ritardatari.

Ormai davanti alla sua porta, dopo un bel respiro, bussai sentendo un "avanti" pronunciato all'interno della stanza. Morsi il labbro inferiore cercando di scaricare l'ansia che aveva preso possesso di me.

Aprii ed entrai un po' titubante non sapendo cosa mi stesse aspettando. Avevo terribilmente paura che volesse darmi dei compiti extra da fare all'improvviso che mi avrebbero impegnato tutta la giornata e forse anche tutta la sera. Non sarei stato pronto ad una cosa così. Ero ancora troppo stanco e distrutto per fare ciò.

-jungkook mi cercavi?-chiesi, portando le mani ad intrecciarsi davanti alle coscie aspettando una sua reazione, ormai davanti alla sua scrivania, ma che non arrivò in quanto sembrava essere più preso dai fogli che da me. Rimasi fermo ed immobile per alcuni momenti, sentendomi totalmente ignorato.

-Jungkook...?-dissi ancora cercando di attirare la sua attenzione, ma nuovamente rimasi senza una risposta. Morsi ancora il mio labbro sperando che reagisse e che non dovessi chiamarlo nuovamente.

-dimmi-rispose un po' freddo non alzando la testa poco dopo. Lo trovai un po' strano come comportamento, soprattutto da parte sua. Fino al giorno prima sembrava dolce e carino nei miei confronti, mentre ora sembrava l'opposto. Avevo fatto qualcosa di sbagliato? Ero io il problema?

-va tutto bene Jungkook?-chiesi cercando di capire cosa fosse successo e il perché di quel comportamento. Volevo saperlo. Nonostante tutto, mi dispiace quel tono che usava nei miei confronti.

Attesi qualche altro minuto, ma ancora nessuna risposta. Iniziavo a sentirmi a disagio. Ero stato convocato per cosa? Dovevo stare lì in piedi a fissarlo in silenzio aspettando cosa?

-vieni qui-mi disse di un tratto senza alzare la testa con un tono al quanto freddo. Così feci come richiesto. A passo lento ed un po' incerto mi avvicinai alla sua scrivania portandomi esattamente davanti per poi fermarmi, attendendo indicazioni.

-Jimin, non farmi arrabbiare vieni qui-disse di nuovo, con lo stesso tono, indicandomi il vuoto accanto a lui.

Deglutii sentendomi sempre più in imbarazzo ed a disagio, assecondando le sue richieste. Non capivo il motivo di quello spostamento ma sentivo che se non lo avessi fatto sarebbe stato anche peggio. Rigido come un'asta di legno, mi avvicinai posizionandomi in quel punto preciso, come da lui richiesto.

Dopo pochi attimi, ero accanto a lui di nuovo in attesa in una sua mossa. Passarono interminabili minuti di silenzio che sembrarono ore, o almeno a me. Ero in ansia. Le mani iniziavano a sudare e il cuore a battere più velocemente.

-io..jungk...-cercai di dire, quando dopo un po' lo vidi scattare verso di me per voltarsi ed abbracciarmi di slancio.

Sbarrai gli occhi per quel gesto inaspettato. Cosa stava succedendo?

Strinse le braccia intorno ai miei fianchi poggiando la testa sul mio ventre. Non sapevo ne cosa dire ne cosa fare, semplicemente rimasi immobile portando le mani ai suoi capelli accarezzandoli, quasi istintivamente, sentendolo rilassarsi sotto al mio tocco.

Era una situazione al quanto strana ma incredibilmente piacevole. Jungkook mi stava abbracciando e non voleva lasciare il colpo, io da canto mio non volevo lo facesse.

Nonostante fosse un trentenne, ai miei occhi, in quel momento sembrava quasi un bambino in cerca di coccole o affetto, davvero dolce e tenero. Un dolce coniglietto in cerca di affetto.

-jungkook...forse...io...-cercai di dire nuovamente ma lui mi zittí prendendo la parola.

-solo un momento ancora per favore Jimin-mi disse con la voce di chi non vuole rinunciare a qualcosa tanto facilmente. Non risposi, ma lo lasciai fare. Avevo avuto la conferma che ne avesse bisogno cosi come io volevo che continuasse.

Dopo un paio di minuti, tornò in sé e lentamente sciolse le braccia allontanandosi da me per ricomporsi.

Entrambi andammo a schiarisci la voce. Mi sentivo avvampare per quel contatto, era stato un momento bellissimo, al quale avevo rinunciato troppo presto. Tenni lo sguardo basso incapace di guardarlo, ancora troppo imbarazzato per ciò che era appena successo.

Cercai di andarmene per allontanarmi da quel luogo dove mi sentivo terribilmente imbarazzato, ma mi sentii prendere il polso all'improvviso.

Sbarrai gli occhi nuovamente, fermandomi e voltando il viso verso il suo cercando di capire cosa volesse ancora.

-jimin...-disse, prima di guardarmi negli occhi-vuoi uscire con me stasera?-mi chiese, mordendosi poi il labbro inferiore in trepidante attesa di una mia risposta.

Avevo sentito bene? Mi stava chiedendo di uscire? Mi stava chiedendo un appuntamento?

Sorrisi internamente, credendo realmente che fosse un appuntamento e cercai di rispondere quando mi interruppe ancora. Sembra ormai diventata un abitudine in quel momento.

-scusa forse sono stato affrettato, forse non avrei dovuto chiedertelo, cioè io sono io tuo capo e forse per è strano ma posso capir...-iniziò di dire ma questa volta fui io ad ad interromperlo.

-s..si-risposi, abbassando lo sguardo per l'imbarazzo. Lui non appena sentii la mia risposta arrestò le parole in un attimo, guardandomi sorpreso.

-si a cosa? All'uscire con me o al fatto che è strano ed il resto?-chiese ancora con un luccichio negli occhi, sperando più nella prima opzione.

-si, voglio uscire con te-dissi, sorridendo poi, alzando il viso per vedere la sua espressione super contenta e felice.

NON PUOI SFUGGIRGLIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora