LA FIRMA DI UN DEMONE // LA Figlia Di Voldemort

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Continuavo a camminare diretta verso la sala comune quando qualcuno mi afferrò di scatto il polso facendomi voltare

D: Malfoy! Mi hai fatto prendere un infarto! Dissi nervosa

M: allora tu e Weslay eh?

D: non ti riguarda affatto! In più non é successo nulla!

M: buono a sapersi.

D: é solo il mio primo giorno e già mi segui? Va**anculo!!!
Gridai per poi liberarmi dalla presa e correre dritta al mio dormitorio.

Mi chiusi in tutta fretta nella mia stanza per evitare che QUALCUNO potesse entrare senza preavviso, buttai sul letto il mantello e notai un busta sul cuscino, una lettera

mi avvicinai ad essa e l'aprii con cautela non sapendo di cosa si trattasse:

*lettera*

Figlia mia, spero che il tuo primo giorno ad Hogwarts si sia concluso nel migliore dei modi.
Sono fiero del fatto che tu abbia accettato di andarci, potrai imparare cose che non ho potuto insegnarti io personalmente.
Ricorda:
Sii sempre un passo avanti!

Tuo padre

Quelle erano le parole che mio padre mi ripeteva da quando era bambina, voleva che fossi più intelligente, più astuta e più furba di chiunque altro.

Peccato che parte della sua lettera non fosse realtà, il mio primo giorno non si era concluso bene per colpa di Malfoy.
*risponderò domani alla sua lettera ora mi devo sistemare per la cena*.

Dato che di sera faceva più freddo misi pure il gilet di lana abbinato con la divisa serpeverde, lasciai la mia borsa in camera tanto non sarebbe servita e mi avviai nella direzione della sala grande una volta uscita.

*sala grande*

Arrivai dinnanzi all'entrata della sala grande dove intravidi già il gruppetto di Malfoy e proprio in quel momento mi venne un idea...

...andai a sedermi accanto a Blaise per infastidire il biondino

D: hey Blaise! Ciao ragazzi!

P: ciao Diana, come mai qui?

D: non volevo starmene a mangiare da sola dato che spavento la gente più fifona.

B: allora benevanuta tra noi!

D: grazie!

B: Draco, come mai quella faccia?

*Draco Malfoy*

Continuavo a ripensare alla scena di sta mattina, ero immerso nei miei pensieri e i ragazzi se ne sono accorti

B: Draco va tutto bene?
Domandò preoccupato

Ero talmente concentrato che non mi accorsi quasi per nulla che era arrivata Diana.

M: si si tutto bene.
Una domanda, ma nella foresta del lago nero ci sono i lupi albini?
Domandai, mi faceva strano vederne uno nei pressi di Hogwarts, saremo pure in montagna ma non penso ci siano

D: no perché? Ne hai per caso visto uno?
Mi domandò Riddle con aria strana

M: si questa mattina, mi aggiravo non lontano dalla capanna di Hagrid ed é spuntato dagli alberi.

B: strano.

P: si qui non c'è ne dovrebbero essere, ma come mai tutte queste domande?

M: no niente era solo un pensiero.
Un pensiero che però mi tormentava la testa, decisi che il giorno dopo sarei andato in biblioteca per accertare le mie ipotesi.

*Diana Riddle*

Malfoy mi guardava in modo strano, sospettoso pareva, poi si zittì ed andammo avanti a parlare cambiando discorso.

Qualche minuto dopo arrivò un ragazzino, capelli mori grassottello, un grifondoro e ci interruppe

X: sei tu Diana?

D: si!

X: ecco prendi!
E mi porse un bigliettino, lo afferra e subito dopo il ragazzino se ne torn al suo posto.

Aprii il bigliettino per vedere cosa c'era scritto, era una calligrafia strana ma bella, iniziai a leggerlo per conto mio mentre i miei amici mi osservavano incuriositi

*bigliettino*

Ci vediamo domani mattina prima di colazione alla torre di astronomia, sforzati di fare le scale!

Il tuo anonimo

Avevo solo una mezza idea su chi potesse essere ma lasciai questa teoria al mistero.
Finito di leggere accennai un sorriso

M: di chi é? Domandò con tono geloso

D: non c'è scritto mi spiace e anche se ci fosse non te lo direi.

M: cosa c'è scritto?

D: non sono affari tuoi!

B: cattiva la ragazza, fanno bene ad avere paura quelli del primo anno!
Affermò ridendo, in seguito alla sua battuta ci misimo a ridere tutti apparte il biondino insolente, come al solito.

Finita la cena non successe molto anzi, proprio nulla, andai nel mio dormitorio e mi sedetti sul davanzale della finestra aspettando il caldo abbraccio del sonno che non tardò ad arrivare.