CAPITOLO 6

23 2 0
                                    


Eh si, Charles tornò a casa felicissimo con un podio portato con sé. Prima che abbracciare me baciò la creatura nella mia pancia, colui che venne concepito a Monaco, quasi totalmente a caso, ma che rappresenta uno dei ricordi più belli di quella notte. Di quella notte ricordavo anche il modo in cui mi abbracciò da dietro e ho ancora le farfalle allo stomaco. Questi furono tutti i miei pensieri nel momenyo in cui vidi il suo sorriso e il modo in cui abbracciava il bimbo, sì, era un bel maschietto, il piccolo Daniel Leclerc, figlio mio e di Charles, Charles Marc Hervè Pericival Leclerc per la precisione, il nome che avrei sentito davanti l'altare. Dopo esseci salutati ci sedemmo sul divano, uno accanto all'altro a vedere un film su Netflix, e nel bel mezzo della pubblicità iniziammo un bel discorso:
C= "dove ci sposiamo?"
R= "così all'improvviso?"
*bacio*
C= "quando dovremmo decidere"
R= "Charles manca un anno"
*bacio*
C= "Dai amoreeee"
R= "Taci e stai al gioco"

Finimmo il film riempiendoci di baci e grattini, stavo impazzendo guardando le sue mani sulle mie braccia. Era nel momento in cui stavo andando a letto quando iniziai a riempirmi di pensieri strani quanto belli: "sto vivendo un sogno", era la frase che stavo ripetendo continuamente nella mia testa, anche senza senso, all'improvviso mi veniva da dire questa frase: "sto vivendo un sogno", perché stavo com Charles, il mio migliore amico stava con Lando Norris e avevo un figlio nella mia pancia, un matrimonio tra circa un anno con data e luogo da destinarsi. Ed è qui che volevo un abbraccio, non il solito di Charles, ma quello di un Charles che mi stia affianco, un abbraccio che duri una notte, un abbraccio che mi faccia risvegliare al sicuro, come in una sfera, come il primo abbraccio che mi diede 5 mesi prima.

Mario arrivò la mattina dopo, non riusciva a sedersi, capii subito. Non gli dissi nulla, ci guardammo a vicenda, scoppiammo a ridere, volevo che mi raccontasse. Lo fece in parte. Disse che Lando finì la live, stava morendo dal ridere guardandola, arrivò con una cinta Lando, abbiamo capito tutti, prima Lando legò Mario e poi il contrario. Potete solo immaginare cosa sia successo quella notte, Lando aveva lo stesso problema di Mario, voglio solo ridere.

Eravamo in macchina io, Mario e Lando, partì una canzone, una super canzone. Iniziammo tutti e tre a cantarla a squarciagola: "Don't give up NA NA NA, all the give up, NA NA NA, let me love you, let me love you", da quel momento fu la canzone mia e di Charles. LET ME LOVE YOU,  "LASCIA CHE IO TI AMI", era la frase che continuavo a ripetere a Charles. Accompaggnammo Mario a casa sua finché non chiamò di nuovo, era passato poco tempo, CHIAMATE UN AMBULANZA, VELOCE, VI PREGO, CORRERE... Lando aveva bevuto troppo alcol con Carlos che era venuto a casa, erano sdraiati a terra e chiamammo subito due ambulanzs, chiedemmo di correre e lo fecero. Coma etlico per Lando, Carlos si era svegliato... Mario piangendo andò urlando nell'ospedale verso Carlos urlando continuamente "PERCHÈ", Carlos lo abbracciò e Mario stette all'abbraccio, era tutto vero...

Mario era a pezzi, anche noi, stava malissimo ma non si diede all'alcol, gli faceva troppo senso...

~SPAZIO AUTORE~
Hey gaiz, ho pianto anche io nel momento in cui scrivevo la storia spero di non avervi fatto piangere🥺

~HimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora