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A Harry e Louis,

per averci prestato il loro amore e ispirare costantemente la mia anima romantica.


A Louis,

l'amore che mi tengo cucito sul cuore.


A Harry,

l'esempio che mi rende migliore.




















Quella mattina il sole era velatamente celato dalle nuvole bianche sparse per tutto il cielo di Parigi, concedendo solo a pochi raggi di filtrare oltre le vetrate dell'ufficio di Louis, il quale aveva dovuto lasciare il proprio letto troppo presto per i suoi gusti. Ma i tempi erano stretti e lui doveva ancora controllare accuratamente le ultime pagine del menabò, prima di acconsentire a procedere con l'imposizione tipografica.

Adocchiò l'orologio che aveva al polso con un cipiglio scuro: mancava all'incirca un quarto d'ora e poi sarebbe iniziata la riunione generale. Perciò raccolse le varie scartoffie sparse per la scrivania, che stava revisionando, e abbandonò l'ufficio.

«Eleanor, mi sto dirigendo in sala riunioni» la informò, trovandola già dietro alla propria scrivania, impegnata a rispondere a delle e-mail al computer «Aspetta che ci siano tutti e poi dì loro di raggiungermi».

La ragazza si alzò immediatamente in piedi «Certo, Louis».

«E ordina ancora un'altra tazza di caffè nero, per me. Ne ho decisamente bisogno» si massaggiò il ponte del naso, mentre procedeva lungo il corridoio bianco.

Era esausto.

Non chiudeva occhio da troppe ore e avrebbe dovuto esserci abituato, dal momento che quella era una prassi quando ormai mancavano pochi giorni prima della messa in stampa della nuova uscita di Couture, eppure la sua smania di avere sempre tutto sotto controllo non gli permetteva di regolarsi, finendo a trascorrere sul lavoro quasi il doppio delle ore ogni giorno.

Recuperò il cellulare dalla tasca dei pantaloni neri, che stava squillando, sorridendo nel leggere il nome che riempiva lo schermo.

«Pronto?»

«Lo so, sono in fottutissimo ritardo, ma giuro che sto arrivando» gli assicurò, con il fiato corto «Sono praticamente qua fuori».

Louis aprì la porta battente aiutandosi con la spalla, sorridendo nonostante l'altro non potesse vederlo «Fai presto, sono già in sala riunioni. Ti aspetto».

Udì uno schioccò di labbra e poi la linea cadere.

Scosse il capo, perché la puntualità non sarebbe mai stata il suo forte.

Era trascorso già un anno da quando Harry aveva finalmente accettato la sua offerta di ritornare a Couture. In realtà Louis gliel'aveva proposto dopo pochi mesi che erano tornati assieme, ma il ragazzo aveva sempre declinato, preferendo intraprendere quella via da freelance che lui stesso gli aveva suggerito, sbizzarrendosi sia nella scrittura che nella fotografia, spaziando da un argomento all'altro in base a ciò che maggiormente attirava la sua curiosità in quel preciso momento.

Era stato così fiero di lui, della sua forza d'animo e della sua tenacia, che lo spronavano continuamente a fare meglio e non accontentarsi mai. In quello erano da sempre stati molto simili. E così, aveva visto Harry formarsi e maturare all'interno di quel mondo che entrambi amavano.

Le Remède À Toutes Mes PeursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora