II

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Liam deglutì con un lungo sorso d'acqua l'aspirina che aveva preso a causa del forte mal di testa che non l'aveva abbandonato dalla mattina precedente, quando si era risvegliato nel proprio letto in preda ai sintomi della sbornia. La peggiore della sua vita.

O forse era solo il fatto che non aveva più la resistenza di quando era un adolescente scapestrato a fargliela sembrare così insopportabile.

Strizzò gli occhi, schiaffeggiandosi piano le guance per ridarsi un tono, prima di abbandonare la propria postazione.

Quando raggiunse l'ufficio di Louis, come Eleanor gli aveva richiesto pochi minuti prima al telefono, quest'ultimo stava già visionando le fotografie scattate da Perrie che lui e Harry avevano precedentemente selezionato.

«Liam, vieni... accomodati pure» gli indicò la sedia libera accanto a Harry «Volevo sapere la vostra opinione riguardo la sfilata di Gucci alla quale avete assistito».

Lasciò cadere le fotografie stampate sulla scrivania davanti a sé, incrociando le mani e spostando lo sguardo dall'uno all'altro, attendendo una risposta.

A dire il vero l'opinione di Harry già la conosceva, visto quanto gliene aveva parlato una volta che entrambi erano rincasati, dopo i rispettivi show ai quali avevano partecipato, perciò «Dimmi che ne pensi, Liam» lo invitò a parlare per primo.

L'amico si mosse a disagio sulla sedia, adocchiando le fotografie prima di sollevare le spalle e «Onestamente, non mi è piaciuta» commentare, senza notare che al suo fianco Harry aveva istintivamente sollevato gli occhi al cielo.

«Non posso certo dire di esserne sorpreso» piegò l'angolo della bocca il maggiore.

«È che... non lo so, è troppo, capisci?» gesticolò «Decisamente troppo. E l'allestimento della location metteva i brividi: uno spazio completamente asettico, con sedie di plastica bianche a ricordare le sale d'attesa di un ospedale e luci al neon bianchissime».

Annuì pensieroso, sfogliando nuovamente le fotografie sotto ai suoi occhi. Non poteva di certo asserire che Liam avesse torto: fin dall'inizio Alessandro Michele aveva portato in scena lavori che si erano distinti per lo stile eccessivo e stravagante, dando vita alla cosiddetta "Guccification"; tuttavia doveva ammettere che quella nuova sfilata per la collezione Primavera-Estate lo aveva stupito in positivo.

«Quella è stata sicuramente una scelta particolare» concordò «Ma l'ho trovata molto in linea con l'idea che ha voluto mettere in scena» asserì quindi.

«Si è trattato di uno show che difficilmente le persone dimenticheranno» s'intromise Harry «Chi se ne frega se l'allestimento metteva in soggezione, dopotutto quello era l'obiettivo, no? E il fatto che abbia iniziato e concluso la sfilata con camicie di forza, a rappresentare le regole che vengono imposte dall'alto e poi interiorizzate da ciascun individuo, ne è una limpida dimostrazione».

«Beh, ci sono altri modi per mandare quel messaggio. Stiamo pur sempre parlando di una sfilata di moda».

«Infatti la moda c'è» lo interruppe Harry, recuperando qualche fotografia dalla pila che Louis stava osservando e voltandole verso Liam «Stiamo parlando di una collezione che lascia il posto a composizioni essenziali, ma d'effetto: c'erano completi anni '70, cravatte da Yuppies, body e abiti di paillettes, sottovesti e lunghi guanti in pelle. Non manca nulla».

Liam si voltò a guardarlo, scocciato «Posso dire che non mi piace o devo per forza essere d'accordo con la tua opinione?»

«Dico solo che mi sembra assurdo non riuscire a trovare nemmeno una nota positiva in questo capolavoro» sollevò le braccia in segno di resa «In questo caso dovremmo essere oggettivi, non basarci solo sul nostro gusto personale».

Le Remède À Toutes Mes PeursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora