Le Remède À Toutes Mes Peurs

III

Louis s'allacciò le stringhe delle sue sneakers, reggendo il cellulare fra l'orecchio e la spalla, mentre prestava attenzione a ciò che l'uomo dall'altra parte del telefono gli stava dicendo. Poi si avvicinò al grande specchio in salotto, scompigliandosi i capelli morbidi.

«L'importante è che mi assicuriate assoluto riserbo. Non vorrei dovermi trovare costretto a farvi poi causa, sarebbe davvero increscioso» calcò sull'ultima parola, sostituendo il Rolex al polso con un modello d'orologio più sportivo e piegando le labbra in un sorriso soddisfatto quando sentì l'uomo balbettare in difficoltà «Allora direi che siamo d'accordo, no? Invii pure le carte da firmare per ottenere i permessi necessari alla mia e-mail personale. Passerò da voi martedì mattina per accordarci definitivamente».

Era venerdì pomeriggio: Louis aveva deciso di concedere metà giornata libera ai suoi dipendenti, così Harry aveva proposto a Gemma di fare un po' di shopping, sicuro che fosse ciò di cui la sorella necessitasse in quel momento per rialzare un po' il morale, mentre lui si era accordato con Liam per uscire a fare del sano jogging insieme.

A causa degli impegni lavorativi era da un bel po' che non si ritagliava del tempo per se stesso e, domandare all'amico di unirsi a lui, gli era sembrata un'ottima idea per aiutarlo a svagare la mente.

«Perfetto, mi fido della sua parola. Arrivederci».

Chiuse la telefonata, per poi avvisare Liam che stava scendendo, quando quello suonò il citofono, salendo in ascensore solo dopo essersi assicurato di non aver lasciato nulla in disordine, altrimenti al suo ritorno Harry se ne sarebbe sicuramente lamentato.

Dopodiché iniziarono la loro corsa, affiancando la cattedrale di Notre-Dame e attraversando la Senna, per poi risalire fino a Place du Panthéon, che prendeva il nome dall'omonimo monumento che si stagliava in cima alla salita, prendendo infine la lunga discesa dritta che li portò dentro Le Jardin du Luxembourg, dove parigini e turisti si stavano rilassando comodamente seduti sulle sedie verdi sparse per l'intero parco - costeggianti anche la grande fontana centrale - godendo così della bella giornata di sole.

«Ok, ho bisogno di una pausa» arrancò Liam, arrestando il passo e piegando le braccia sulle ginocchia, annaspando a causa della fatica.

«L'età inizia a farsi sentire, eh?» lo prese in giro, rallentando e guardandolo divertito.

«Ti ricordo che siamo coetanei».

«A quanto pare, io li porto meglio» lo canzonò ancora, lasciandogli una pacca sulla schiena e avvicinandosi a una fontanella, pochi metri più avanti, per rinfrescarsi.

Si abbassò, permettendo al getto d'acqua di colpirlo sul viso, approfittandone anche per prendere un sorso dissetante, prima di arretrare un paio di passi in modo tale che Liam potesse imitarlo.

«Wow, mi ci voleva proprio» asserì poi, passandosi le mani bagnate tra le ciocche castane e scostando i capelli all'indietro.

Il suo viso era interamente costellato da goccioline d'acqua che riflettevano la luce dei raggi solari che ne colpivano i lineamenti.

Da quando Harry lo aveva praticamente obbligato a unirsi a lui nelle sue sessioni di sport all'aria aperta, Louis non aveva più potuto farne a meno. In quell'arco di tempo riusciva non solo a recuperare tutte quelle energie che il lavoro gli toglieva, ma anche a godersi un po' di quella città che i suoi occhi avevano smesso di ammirare emozionati prima dell'arrivo del suo giovane compagno.

Col tempo, infatti, Parigi era semplicemente divenuta per lui un mero scenario della sua quotidianità, un qualcosa che passava inosservato in mezzo a tutti i suoi numerosi impegni; ma, attraverso gli occhi sognatori e veri di Harry era riuscito a riscoprire la capitale francese, imparando ad assaporarne di nuovo la magia intrisa nelle sue strade eleganti, i palazzi raffinati e gli angoli nascosti che il ragazzo sorprendentemente gli faceva ancora scoprire, nonostante lui ci abitasse da praticamente tutta la vita.