IV

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La Bentley nera scorreva lentamente lungo le vie di Parigi, sempre troppo trafficate a qualsiasi ora del giorno e della sera. Le luci di auto, palazzi e lampioni illuminavano a giorno le strade della città, ma per Harry niente era più luminoso del suo nuovo anello che, da quando Louis glielo aveva regalato, non passava giorno non s'incantasse a rimirare per minuti interi. Adorava il suo taglio raffinato, la brillantezza di quelle pietre preziose che riflettevano la luce creando giochi cromatici ma, più di ogni altra cosa, ne amava il significato.

Marito.

Quell'anello prezioso stava a indicare che, tempo ancora qualche mese, poi sarebbe diventato un uomo impegnato a tutti gli effetti, sposato con una persona affascinante, di classe, facoltosa e rispettabile. E, cosa più importante, sarebbe diventato il marito di colui che ormai rappresentava il centro del proprio mondo e che lo rendeva la persona più felice della Terra.

«Sai, ho paura che finirai per consumarlo, a forza di guardarlo così tanto».

Sorrise, voltando il capo alla sua destra e specchiandosi negli occhi profondi di Louis, che lo stavano già osservando amorevoli e caldi.

«Correrò il rischio. Non posso farne a meno» sollevò poi la mano, avvicinandosela al viso con il dorso rivolto verso il maggiore «Non trovi che mi doni?».

Louis gli prese la mano, portandosela alla bocca e baciandone l'anulare «Penso sia perfetto, proprio come te» asserì, sporgendosi nella sua direzione e incontrandolo a metà strada in un bacio gentile.

«Grazie» soffiò piano, regalandogli una carezza sulla mascella morbida e fresca di rasatura e ridacchiando nel notare la traccia di rossetto che gli aveva lasciato appena sopra il labbro superiore, premurandosi di spazzarla via, strofinandoci sopra il pollice «Lou, non pensi abbia invece esagerato stasera? Forse non avrei dovuto indossare questa» mormorò poi incerto, sfiorando la corona di alloro dorata che aveva usato durante lo shooting di Gucci e che gli era poi stata gentilmente donata da Alessandro Michele.

Il maggiore sfiorò l'accessorio con le dita «Mon petit, tu es l'etoile de la soirée»¹. Ti è concesso eccedere un po' e poi sembra fatta apposta per te. Non credo che qualcuno possa lamentarsene, ma se anche fosse - »

«Tu lasciali parlare, sì lo so» concluse la frase al posto suo, mordendosi nervosamente il labbro inferiore «È solo che vorrei fosse tutto perfetto».

Rilasciò un breve sospiro, voltandosi poi a osservare le strade al di là del finestrino.

Era agitato.

Stavano per raggiungere la boutique di Gucci in rue du Faubourg Saint-Honoré, una delle vie per lo shopping di lusso, dove si sarebbe tenuto il party allestito per il lancio della nuova campagna beauty della maison di cui era uno dei protagonisti.

Dopo il grande entusiasmo e l'eccitazione che lo aveva accompagnato durante tutta la realizzazione del progetto, adesso che finalmente tutto sarebbe stato mostrato al mondo, l'ansia lo stava divorando vivo.

Aveva impiegato ore intere davanti allo specchio, improvvisamente insicuro del completo lilla che aveva appositamente scelto giorni prima per quell'occasione speciale, perché tutto gli sembrava inadeguato e fuori luogo. Ci teneva troppo a non far sfigurare quel marchio così importante, che aveva inaspettatamente puntato su di lui, ed erano serviti tutta la pazienza e l'amore di Louis per convincerlo che in realtà non ci fosse proprio nulla di cui preoccuparsi. Ma in quel momento, ormai giunti a poca distanza dalla meta, l'insicurezza era tornata a minare ancora una volta tutte le sue certezze.

Strinse forte le mani in due pugni, adagiati sulle cosce, quando Michel arrestò la macchina, proprio di fronte all'ingresso del negozio.

Avrebbe voluto scappare.

Le Remède À Toutes Mes PeursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora