Capitolo 17.

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Da quel giorno, incominciai a passare ogni mio momento libero nell'infermeria, con Todoroki.

Todoroki: Ehi T/N... Da quanto tempo.
Esattamente un'ora, ventiquattro minuti e sedici secondi.
T/N: Già. So che hai bisogno assolutamente della mia compagnia. 
Ti sei ricordato di ciò che ti è successo?
Todoroki: No. Continuo a non ricordare niente.

Avevo la netta sensazione che mi stesse mentendo.

T/N: Dai, non è importante. Piuttosto... Come ti senti oggi?
Todoroki: Meglio, ora che ti ho vista.
T/N: Ah Ah. Sei un vero spasso.
Todoroki: Deduco che fosse ironia.
T/N: Si.
Todoroki: Non sei obbligata a stare con me tutto il giorno. Sul serio.
Mi sento un peso. Esci un po', vai da qualche parte... Non posso vederti rinchiusa in questa stanza tutto il tempo a sopportarmi.
T/N: Si, ma nessuno mi obbliga a farlo. Passo qui tutto il tempo insieme a te perché mi va.

Nonostante Ochaco e tutti gli altri ragazzi della 1ª A fossero molto preoccupati per Todoroki, sembravo l'unica davvero interessata al suo stato di salute.
No, forse ero solo troppo attaccata a lui, a tal punto da non lasciargli neanche un minuto per respirare.
Doveva essere sicuramente una cosa alquanto fastidiosa, per questo decisi di fare come mi aveva detto.

C'era qualcosa di strano nella storia dell'incidente.
Quel pomeriggio, ero andata da lui e gli avevo dato un bigliettino con il nome di un anime da vedere.
Aveva iniziato a vederlo in quel momento, ma allora perché pochi istanti dopo si trovava in strada, di ritorno da una pasticceria?

Bakugou: Disturbo?
T/N: No, entra.

Ero appena entrata nella mia camera, riflettendo sulla storia dell'incidente, quando Bakugou bussò alla porta.

T/N: Cosa c'è?
Bakugou: Ecco... devo parlarti di una cosa.
T/N: Certo, dimmi.
Bakugou: No, ecco...
Ti va di andare a prendere un gelato?

Ero stufa di mangiare gelati per fare da psicologa agli altri e ascoltare tutti i loro problemi.

T/N: Mi dispiace, ma proprio non posso.
Ti va di andare a fare una passeggiata, magari stasera?
Bakugou: Ma sì, dai. D'accordo, a stasera.

Gli chiusi la porta in faccia e andai a stendermi sul letto.
Dal giorno in cui era entrato in infermeria, comportandosi in quella maniera così insensibile....
Non riuscivo neanche più a guardarlo. 
Avevo voglia di alzarmi e tornare da Todoroki, per scherzare insieme a lui e sentirmi sollevata da tutti quei pensieri che mi tormentavano.

Da giorni, continuavo a fare lo stesso sogno.
Ero in una macchina, tutta sola. Piangevo.
I miei genitori erano morti da pochi minuti. Nella città regnava il caos.
Voci indistinte continuavano ad avvicinarsi; poi, una voce potente che prevaleva sulle altre, parlò.
Disse che eroi potenti e valorosi erano morti, proteggendo la loro figlia.
Disse che si erano sacrificati, combattendo con orgoglio.
Meritavano la stima di tutti.
Avevo il telefono in tasca, che d'un tratto incominciò a vibrare. Lo accesi e... Incominciai a vedere Angels of death.

Successivamente, il sogno terminava e io mi svegliavo.
Non riuscivo mai a terminarlo.
Ma questo sogno era piuttosto veritiero.
Avevo davvero incominciato a vedere un anime, durante la mia vera e propria apocalisse mentale.
È stata l'unica cosa che mi abbia fatto compagnia. 
Quella sera, nessuno si era reso conto di me.
La mattina dopo, però, un uomo aprì la macchina e mi trovò addormentata con il telefono stretto in mano.
Poi, fui mandata da mia zia, l'unica parente che mi restasse.

Mi ero di nuovo addormentata. Avevo di nuovo sognato tutto.
Mi svegliai in preda all'angoscia e alla paura.

Todoroki: Ehi, ti senti bene?
Sei completamente sudata.
Dev'essere stato un incubo terrificante.
T/N: I-Io...
Che ci fai qui?
Non dovresti essere in infermeria, nel letto, a pensare: Oh, che tristezza... T/N non è qui con me...
Todoroki: Davvero credi che io sia così?
T/N: Già. Davvero.
Non preoccuparti, sto bene.
È stato uno stupido incubo del passato. Nulla di importante.
Todoroki: D'accordo... Oh no, devo scappare e tornare in infermeria.
T/N: Attento, se Recovery Girl si rendesse conto che le disubbidisci...
Todoroki: Già, vado immediatamente. 

Accennai una risata, Todoroki era già sparito.
Sembrava essersi ripreso quasi del tutto.
Controllai l'orologio.
Dovevo incontrare Bakugou.
Indossai il primo vestito che mi capitò sottomano e, quando finii di prepararmi, passai da Todoroki.

T/N: Ehi Shoto, sto facendo ciò che mi hai detto: sto uscendo. Ci vediamo domani mattina, d'accordo?
Todoroki: Ma sì, certo. Buona serata.

Presi la borsa e andai verso l'ingresso della scuola.
Bakugou era già lì ad aspettarmi.

Bakugou: Buonasera T/N, sei davvero una meraviglia.
Cioè, lo sei sempre, ma... Oggi sei... Sei fantastica e... C'è qualcosa che ti rende davvero...
T/N: Sì, d'accordo. Andiamo, dai.

Mi prese per mano e mi condusse in centro. Dopo un po', decisi di andare al dunque.

T/N: Quindi... Cosa dovevi dirmi?
Bakugou: Ah, si... Ecco, vedi... Tu...
TU MI PIACI UN SACCO, T/N.
DA SEMPRE.
DA QUANDO TI HO VISTA PER LA PRIMA VOLTA A SCUOLA.
SEI LA RAGAZZA PIÙ FANTASTICA CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO.
NON POSSO RINUNCIARE A TE. NON MI INTERESSA SE...
TI GIURO CHE SARAI MIA.
T/N: D'accordo. Lo spettacolo è finito? Perfetto. Ora posso andarmene a casa.
Bakugou: CHE!? NO, ASPETTA!
DOVRESTI DIRE: ANCHE IO TI AMO!
E DOVREMMO BACIARCI AL TRAMONTO, GUARDANDO IL MARE.
T/N: Che scenario sconveniente... Non credevo fossi un tipo tanto romantico.
Non mi importa ciò che pensi di me.
Non ti amerò mai, MAI.
E NON POTRAI MAI CONVINCERMI CHE UN GIORNO POTRÒ AMARTI. MI DISGUSTI.

Presi la borsetta e me ne andai velocemente.
Lui era rimasto letteralmente impietrito. Non muoveva un muscolo.
Ero stata alquanto crudele, me ne resi conto.
Ma non mi interessava.
Era giunto finalmente il momento di chiudere quella storia e di mettere ordine nella mia testa.

Per questo, andai da Todoroki.

Perché sarò sempre con te🤍(Todoroki Shōto x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora