Charmed Together

Capitolo 4, Parte 1: Tieni il veleno per te

«Lo capisco Jeremy, se non puoi venire domani non sarà un problema, tranquillo» disse Joel, porgendo la busta paga a uno dei baristi del P3. Il ragazzo lo ringraziò ancora, prese la busta e poi salì le scale, uscendo dal locale.

Lo stregone tornò alla pulizia di alcune stoviglie, passando un panno asciutto all'interno dei bicchieri e dei mixer. Con la coda dell'occhio vide formarsi nell'aria un turbinio di scintille nere e viola, a pochi metri da lui.

Spostò lo sguardo in direzione dell'intruso, dato che aveva riconosciuto l'arrivo di un Angelo Nero, ma rimase sconvolto quando riconobbe il volto di quell'uomo: era il suo papà biologico.

Joel serrò le labbra e corrugò la fronte, mentre l'uomo, stranamente sprovvisto di balestra e frecce avvelenate, si avvicinò con passo cauto al bancone dove lo stregone aveva smesso di asciugare le stoviglie.

«Gli Angeli Neri che si intromettono qui fanno una brutta fine. Se ci tieni alla vita vai via» lo cacciò freddamente Joel, abbassando lo sguardo sui bicchieri bagnati e riprendendo ad asciugarli.

Non aveva paura di esser ucciso: era sull'attenti e semmai quell'Angelo Nero avesse provato a farlo fuori, avrebbe attivato il suo potere protettivo e sarebbe orbitato via.

«Non voglio combattere, figliolo» disse l'uomo.
La sua voce era più profonda rispetto a quella che Joel aveva sentito durante il suo viaggio nel passato, effettivamente erano passati più di vent'anni da quel momento.

«Mio padre era un Angelo Bianco e si chiamava Francis. Io non so chi tu sia e nemmeno voglio saperlo» gli disse Joel, mantenendo quel tono siderale e non degnandosi neanche di guardarlo.

«Sono Callum» si presentò l'Angelo Nero, guardando suo figlio di sottecchi.
«Buon per te, ora puoi andare» tagliò corto lo stregone.

«Non pretendo i salti di gioia nel vedermi, ma almeno dammi la possibilità di parlarti...» controbatté Callum.
Joel sollevò lo sguardo e lo rivolse dritto negli occhi di suo padre biologico, cogliendo alcune somiglianze col suo volto.

«Vuoi parlare? Bene, parliamo. Ma lo faremo a modo mio.» gli disse freddamente lo stregone, lasciando il panno inumidito sul bancone.

✵ ✵ ✵

Callum e Joel si erano seduti distanti su un paio di divanetti posti al di sotto della scala d'ingresso del locale. Erano faccia a faccia, ma fra loro intercorrevano un paio di metri di distanza.

«Evidentemente ti avrà mandato la Sorgente, dato che mi starà spiando da mesi e saprà che ho scoperto che sei mio padre biologico, quindi sentiamo, perché sei qui? E perché hai deciso di parlarmi proprio oggi, dopo ventisei anni di assenza? Non che abbia sentito particolarmente la tua mancanza» Joel parlò a manetta, era furente.

Callum aprì la bocca per rispondere, ma Joel non gli diede agio di parlare: «Mia madre? Dov'è? E mia sorella? È con lei? Chi delle due è la Sorgente?».

«Frena, frena, frena figliolo. Volevo parlare, non subire il terzo grado» disse l'Angelo Nero, alzando le mani come a chiedere tregua.

Anche nel modo di rispondere si somigliavano, e questo nauseò molto lo stregone, che si limitò a rispondere, tagliente: «Se vuoi parlare, dovrai farlo alle mie condizioni».

Callum lo guardò fisso in viso. Stava cercando di trovare le parole giuste per poter rispondere a tutte quelle domande. A un tratto, sembrò accendersi una lampadina nella sua mente.

«Risponderò a tutte le domande che vuoi, ma dopo. Ho altro da dirti, adesso» gli disse, misterioso.

Joel rimase in silenzio e lo lasciò parlare, osservandolo attentamente.
«So bene che l'idea che io sia tuo padre ti fa ribrezzo e non poco, ma purtroppo la realtà è questa e non possiamo farci niente. Volevo porti le mie scuse, per ciò che ho fatto a quel Francis.
«È vero, il compito degli Angeli Neri è quello di eliminare gli Angeli Bianchi, ma tua madre amava quell'uomo e so di averla ferita uccidendolo. Farlo ha scalfito il nostro amore» iniziò Callum.