Capitolo 5, Parte 3: Esorcizziamo i nostri demoni

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Godrac si accucciò per passare dalla porta di casa, mentre i quattro presenti nell'umile dimora si alzarono in piedi, spaventati.

Joel e Jade si guardarono intorno per cercare una via d'uscita, ma a quanto pare l'unico punto di fuga era proprio quello ostacolato dal demone.

La strega si parò davanti a Samira Nò e prese una delle sedie sulle quali i due Non-So-Chi erano seduti. La scaraventò contro Godrac, ma la seduta si sfasciò in mille pezzi non appena lo urtò.

Il demone iniziò a far roteare la sua spada per aria, rompendo i mobili che arredavano il soggiorno di Raven, ma fortunatamente tutti i presenti riuscirono a scampare al suo colpo fatale.

Questo perché Godrac era molto forte, ma al tempo stesso anche molto lento.
Cercò di sferrare un altro colpo in direzione di Samira, ma Jade la tirò via in tempo prima che potesse essere trafitta.

La spada di ghiaccio del demone si conficcò nel muro del soggiorno, e per alcuni istanti egli tentò di estrarla da lì.

«Ti mando in un posto sicuro, ma devi promettermi che non toccherai nulla e che resterai lì fino a quando non verrò a prenderti io, intesi?» disse velocemente Joel, poggiando le mani sulle spalle di Samira, che annuì.

«Sulla mensola del bagno» pronunciò, facendo orbitare la donna via da quella casa.
«Ritirata!» disse lo stregone successivamente, prendendo per mano Jade e Raven Nò e uscendo di corsa dalla piccola abitazione.

Scesero le scale che portavano alla strada deserta: tutte le persone che fino a poco prima la affollavano erano sparite.

I negozi erano chiusi, non c'era un'anima viva.
«Si sono nascosti tutti... l'arrivo di Godrac avrà creato spavento» sentenziò Raven Nò, guardandosi intorno.

«Dobbiamo andare a prendere quella spada, ma non abbiamo la mappa. Puoi farci ci strada tu?» chiese Joel, ansimante per via della corsa.
«Andiamo» acconsentì Raven.

✵ ✵ ✵

Samira Nò aveva parlato di un tortuoso cammino che portava alla spada infuocata, cammino che iniziava con un deserto impolverato.

I due stregoni capirono di averlo raggiunto quando, dopo aver percorso uno stretto sentiero intagliato nel legno della mensola della credenza e che portava fuori dalla città di Non-So-Dove, si ritrovarono in una immensa landa nebbiosa.

«Una curiosità Raven: questa nebbia è un fenomeno atmosferico o è la polvere che Joel non toglie dal 2015?» chiese sarcastica Jade, cercando di non allontanarsi troppo dai due ragazzi.

«Senti, la mia casa è immensa, se iniziassi a fare le pulizie di primavera finirei in inverno» le rispose lo stregone, serio.

Avrebbe voluto scherzare, ma quella nebbia lo stava asfissiando.
«Fate attenzione ragazzi, cercate di camminare sempre in linea dritta, è facile perdersi» li avvertì Raven Nò.

Camminando per alcuni centimetri, che a loro parvero chilometri, iniziarono a perdere il senso dell'orientamento.

«La spada è ben custodita, è normale che stiate compiendo tutti questi sforzi» disse il Non-So-Chi, in risposta alle lamentele dei due ragazzi.

«Tutto questo per raggiungere un piatto di porcellana, alle nostre altezze normali avremmo fatto in due secondi» si lamentò ancora Jade, stremata.

«A proposito, che cosa ci avete lanciato addosso quando siamo diventati minuscoli?» chiese Joel.

«Erano delle palle di neve magiche, grazie a quelle potevate diventare piccoli come noi. Non preoccupatevi, c'è una pozione nel Libro delle Ombre che vi farà tornare alle vostre dimensioni originarie» rispose Raven Nò.

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