«Sai per caso dirmi cos'è una tavola Ouija?» chiese Jungkook sedendosi sul letto di Tae che aveva appena aperto gli occhi.

«Cosa?» chiese lui confuso mettendo a fuoco l'area intorno a lui.

«Tavola di Ouija.» ripeté il ragazzo.«Cos'è?» l'altro scosse la testa non capendo di cosa stesse parlando.

«Che stai dicendo? Cosa è successo?» domandò lui tirandosi su.

«Taehyung dimmi cos'è la tavola Ouija.» insisté Jungkook iniziando a mostrare il suo cipiglio di rabbia.

«Kookie, mi sono appena svegliato, non sono in vena di scherzi...» iniziò lui scocciato dallo strano comportamento del ragazzo. «Cazzo, Tae!» esclamò lui. «Rispondi alla mia domanda.»

«Serve per parlare con i fantasmi, davvero non sapevi cosa fosse?» rispose freddamente Tae corrugando le sopracciglia fissando Kook che scosse la testa in risposta alla domanda di Tae. «Perché me lo stai chiedendo?» disse confuso.

«Non si gioca da soli, non si gioca su un cimitero, ti ricorda qualcosa?» Lui guardò dritto negli occhi azzurri del biondino. Lui rispose pervasoda un brivido che le scendeva lungo tutta la spina dorsale.

«Kook, cosa stai dicendo?» chiese ancor più confuso il ragazzo scuotendo la testa. Jungkook si sentì quasi tradito dall'altro che sembrava non volersi aprire con lui, quando lui, invece, lo aveva fatto con lei. «Smettila di raccontarmi cazzate, Taehyung.» disse lui a denti stretti.
«Non ti sto dicendo cazzate, Kook.» replicò questo.

«La tavola Ouija è solo una stronzata per bambini, non funziona realmente.» spiegò calmo Tae intrecciando la sua mano con quella di Kook. Lui la tirò via. «Ci hai giocato da solo, non è vero Tae?» chiese il corvino.

«Cosa...» cominciò lui ma venne interrotta da Jungkook.

«Ci hai giocato da solo, sì o no?» insistette lui allontanandosi leggermente da Tae. «Sì.» disse l'altro afflitto.
«Ma come ti ho già detto è solo una stronzata.» ripeté lui cercando più di convincere sé se stessa che Kook.

«Sei uno scemo, Taehyung, Uno stupido!» esclamò Jungkook mettendosi le mani nei capelli.

«Come fai a non capire?» sbraitó lui linciandola con lo sguardo. «Kook...» iniziò il biondino alzandosi dal suo piccolo letto.

«Sei un incosciente, Tae. Hai risvegliato uno spirito, e da solo!» il tono duro di Jungkook fece sussultare Tae. Il ragazzo ripensò al giorno nel quale decise di giocare alla tavola.

1962

Tae era soddisfatto; era riuscita a trovare un'antica tavola Ouija in un negozio dell'usato. Il proprietario non era molto felice di avergliela data, ma dopo aver insistito tanto sulle regole da seguire assolutamente e avergliele ricordato tutte gli era sembrato subito più rilassati all'idea di darle via la tavola.

"Mi raccomando, "aveva detto il signore."Non giocare per nessuna ragione al mondo da solo."

«Non giocare da solo.» gli fece il verso Tae aprendo la porta di casa sua.

«È solo uno stupido gioco.» rise lui andando in camera sua.
Accese la luce della sua scrivania e posò la tavolo, con il puntatore, su di essa.

Guardò attentamente tutte le lettere incise su di essa. Era proprio una bella tavola.

Tae si sedette sulla sedia e si avvicinò
alla scrivania.
Mise la mano sopra il puntatore e lo fece roteare tanto quanto i giocatori, quindi una volta.

«Se c'e qualcuno si faccia notare.» disse Tae guardandosi intorno per vedere se stesse succedendo qualcosa. Il puntatore si mosse su delle lettere formando la parola "Ciao".

Taehyung sorrise elettrizzato.
«Ehi, ciao, posso farti qualche domanda?» chiese gentilmente allo spirito, non voleva
farlo arrabbiare.

Il puntatore si spostò sul "si".

«Okay, sei un maschio?» Tae fissò attentamente il puntatore che si mosse velocemente sul "no".

«Quindi sei una donna.» annuì il ragazzo. «Sei morta nella tua casa?»
Lo spirito spostò il puntatore sul "sì".

«Come ti chiami?» disse Tae.
Il triangolo di spostò su diverse lettere scrivendo "So yon".

«Bel nome.» constatò il ragazzo.

Prese il puntatore triangolare in mano e ci
guardò dentro dall'obiettivo posto al centro di esso. Vide una mano sulla sua e si girò lentamente verso So yon.

Lo spirito spalancò subito la bocca lanciando un urlo terrificante. Tae lasciò cadere il puntatore per terra e si tappò le orecchie. «Smettila!» gridò il ragazzo.

I suoi occhi si velarono di bianco e tutto d'un tratto si sentì debole e impotente. Tutti i suoi dubbi, le sue paura vennero a galla mentre gridava impaurita guardandosi allo specchio che aveva davanti alla scrivania.

«Non avresti dovuto giocare da sola, stupido ragazzino.» disse sempre Tae, anche se a parlare non era lui, era qualcun altro. Lo spirito lanciò un grandissimo urlo.

Tae si svegliò di soprassalto sul suo letto. «Oh Dio, era solo un sogno.» si disse guardando la tavola sulla sua scrivania. Probabilmente la scorsa sera l'aveva
poggiata sulla scrivania e poi era crollato sul suo letto.

Si avvicinò alla tavola e vide il puntatore
fermo su "Addio."

Sentì un brivido freddo sul collo.

Quello che però Tae non sapeva era che quel brivido era provocato da So-yon che le respirava sul collo.

«S-So yon...» mormorò portandosi una mano alla bocca sconvolto.
«Non era un sogno.»

«Ci sei arrivato, stupido ragazzino.» soffiò una voce nel suo orecchio.

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