Taehyung aprì gli occhi, neri come la pece, e scrutò la stanza dove doveva stare rinchiuso durante la notte. Si alzò dal letto con un gesto meccanico, quasi programmato.

La faccia di Tae si piegò in una smorfia prima che So Yon riprendesse il controllo del suo corpo.

Si diede uno schiaffo da solo prima di mormorare:«Stupido ragazzino.» Gli occhi di Tae si assottigliarono quando puntò il suo sguardo sulla porta chiusa. Stese il braccio e puntò la mano su questa che si spalancò subito. Sorrise vittorioso poi uscì dalla piccola cella grigia.

Il suo viso, più pallido del solito, venne illuminato dalla fioca luce che proveniva dalla piccola lampada appesa in mezzo al lungo corridoio. Guardò prima a destra e poi a sinistra, poi fece due passi avanti per trovarsi nel centro del corridoio e lo spirito lanciò un urlo che entrò nelle orecchie di ogni paziente gridando le loro più grandi paure, preoccupazioni, il loro odio e tutto ciò che di negativo aveva una persona dentro di sé.

Dalle celle partirono gemiti sommessi e grida. Tae si portò un dito alle labbra mentre pensava a chi potesse essere la sua prima vittima. Girò la testa di scatto verso sinistra e ridacchiò prima di dirigersi verso la cella che aveva scelto.

Come aveva fatto con la sua, aprì la porta della cella trovando una donna accasciata per terra con le mani alle orecchie che gridava piena di terrore. Quel terrore che ti entra nella testa e non se ne va più.

Tae si abbassò verso di lei e le sorrise.
La donna piangeva mentre sollevava il viso verso quello del biondino che le tolse le mani dalle orecchie.

Assottigliò lo sguardo concentrandosi sulla donna inerte che le stava davanti. Questa cominciò ad agitarsi e piangere lacrime color amaranto. Si toccò il sangue mettendosi a gridare mentre Tae gli diceva di stare zitta, che tutto sarebbe finito presto.

Dalla bocca della donna cominciò a uscire sangue finché non cominciò ad avere convulsioni brevi, ma letali. In meno di un minuto la donna giaceva morta sul pavimento sporco del suo stesso sangue.

Tae si mise in piedi mentre osservava compiaciuto gli occhi iniettati di sangue della donna.
Ridacchiò appena uscendo dalla cella.

Le guardie notturne arrivarono proprio in quel momento, due da un lato e due dall'altro, con un manganello in mano per minacciare Taehyung e far ritornare la calma.

«Torna subito nella tua cella.» ordinarono con aria minacciosa.

Il biondino rise allargando le braccia in direzione delle quattro guardie. Chiuse gli occhi rilassandosi.

Cominciò a chiudere le mani in due pugni facendo gemere doloranti le guardie che si tenevano la testa fra le mani.
Tae allora chiuse di scatto le mani e le teste delle guardie esplosero, si trovò uno schizzo rosso sulla guancia, e con il dito lo tolse.

Jungkook che osservava la scena dalla sua cella, cercava inutilmente di aprire a spallate la porta di ferro, provocandosi solo del male.
«Tae! Taehyung. Torna in te Taehyung!»gridò.

Ma le sue urla si confusero nella confusione generale creatasi tra i pazienti del manicomio.

Aprì con un gesto rapido della mano tutte le porte delle celle.
I pazienti cominciarono a uscire urlando, correndo. Tae cominciò a concentrasi su alcune persone facendole morire per soffocamento.

La gente fuggiva via da Taehyung.

Jungkook uscì dalla sua cella e vide che la maggior parte delle persone o era scappata o era morta provandoci. Restava solo Taehyung, circondato da cadaveri, con o senza la testa. Che rideva con i suoi occhi neri osservando la scena.

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