«Non credo di poter essere mai perdonato da te per quello che ho fatto. Devi sapere che non sapevo cosa facevo. Non volevo mettere nessuno in pericolo, tantomeno una persona buona come te. Non volevo portare tanto male nella tua vita, e mi dispiace di averlo fatto, di averti coinvolto in questa strana e contorta situazione del cazzo. Ti chiedo perdono Kook, perché ti ho messo nei casini.» Tae guardava il muro grigio della sua piccola cella respirando profondamente.
Teneva le mani poggiate sulle ginocchia e cercava di sviluppare il discorso a cui stava lavorando. Si sistemò una ciocca di capelli che le cadeva davantino agli occhi.
Kook lo fissava sorridendo stranamente sollevato, rendendosi conto di quanto un semplice ragazzo fosse diventato così importante per lui in così poco tempo. Voleva dire qualcosa, farsi notare, ma si sorprese di quanto gli occhi azzurri di Tae potessero distrarlo dal suo intento principale.
Appoggiato allo stipite della porta di ferro ascoltava Tae che tentava di trovare le parole giuste per scusarsi con lui.
Intanto lui pensava che Tae non avesse niente di cui scusarsi anzi, che dovesse essere lui stesso a doversi scusare per il suo comportamento rude di due giorni prima.Il suo sguardo cadde sulle labbra di Tae, che si aprivano in una smorfia infastidita.
Jungkook ripensò a quando Tae lo aveva baciato perché contento che lui fosse ancora vivo. Scacciando via il pensiero decise di parlare.
«Non devi scusarti di niente.» disse Kookie sorridendo dolcemente a Tae.Lui si girò spaventato e sorpreso, non aspettandosi la presenza di Kook in quel preciso momento. «kook, che ci fai qui?» chiese lui guardandolo con imbarazzo. Lui aveva sentito tutto ciò che l'altro aveva detto.
Il corvino fece spallucce.«Mi mancavi.» disse facendo venire i brividi a Tae.«Posso?» indicò il pezzo di letto libero accanto al biondino.
Quest'ultimo annuì. Kook si sedette accanto a questa guardandolo negli occhi e con coraggio appoggiò le sue labbra su quelle del minore, quasi come il suo " ti perdono" dopo quelle scuse, ma anche per alleviare e scacciare tutti i pensieri che stavano torturando la mente di tutti e due.«Dobbiamo trovare un modo per scacciare So yon.» disse Kook staccandosi un po' dal viso di Tae.
«Ha detto che non si può giocare da soli e non si può giocare su un cimitero. Forse il suo corpo è ancora nella tua casa, forse se lo bruciamo lei sparirà.»
Tae scosse la testa.«La mia casa è stata già bruciata.» spiegò abbassando la testa. «Da chi?» chiese Kookie.
L'altro sorrise alzando le spalle.
«Gente che credeva che fossi impossessato dal demonio, niente di che.»Kook rifletté.
«Ma se, il corpo è stato bruciato, come fa ad essere ancora qui.» «Non lo so.» Tae si morse il labbro. I suoi occhi divennero bianchi e il biondino alzò la testa.
«Ragazzino.» sibilò la voce.
«Sono sorpreso.» Kook si allontanò di scatto da Tae.
«Che intendi?»
«Non sei ancora scappato, strano.» constatò il secondo Tae.«Non si abbandonano mai le persone che ami.» replicò lui.
«Taehyung.» disse Kook.
«So che sei là dentro. Combatti devi riuscire a sconfiggerla.»«Non è possibile, una volta entrata in possesso del corpo di Taehyung nessuno potrà svegliarlo.»
Spiegò lentamente.
Per un breve secondo gli occhi di Tae tornarono azzurri e lui riuscì solo a dire.«Kookie.» «Sta zitto!» gridò So-yon battendosi una mano sulla nuca.Ma quella volta invece che bianchi i suoi occhi divennero neri come la pece e un ghigno che somigliava ad un sorriso fece capolino sul suo viso.
«Ed ora, ragazzino fatti da parte che ho delle faccende da sbrigare.» Tae si alzò spintonando Kook che si sorprese della forza del minuto ragazzo, quando era impossessata.
«Cosa vuoi fare?» chiese Kookie afferrando il braccio di Tae.
«Oh Jungkook, piccolo ingenuo ragazzino, nulla di che, vi dico solo che è appena iniziata la vostra fine.»

STAI LEGGENDO
letal schizophrenia
FanfictionDove Taehyung incontra Jungkook in un manicomio; •Angst •Argomenti delicati quali: -Malattie neurologiche Completata[24.02.21] Revisionata[20.04.22]