Two; I just wanna talk

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«Ehm...» mi irrigidisco, indietreggiando a ogni passo avanti di Calum.

Passo dopo passo però le mie ginocchia incontrano il letto, così che perdo l'equilibrio cadendo sulle lenzuola rosse, le quali trovo stranamente molto pulite per essere in un posto del genere.

Provo a rialzarmi mettendo i gomiti sul materasso, ma Calum con una mano mi spinge di nuovo giù, gattonando su di me, rendendomi difficile respirare.
Non perchè pesi o altro, ma l'ansia e l'eccitazione stanno prendendo velocemente il meglio su tutto il mio corpo.

«Calum...» mormoro quando avvicina pericolosamente il suo viso al mio.

«Si?» soffia sulle mie labbra con gli occhi socchiusi.

«I-io... cioè ehm...»

«Che succede?» apre i suoi occhi marroni, fissandoli nei miei, incantandomi per un attimo.
Sono così profondi e... belli.
Per la prima volta riesco a vedere l'infinito in un paio di occhi marroni.

«Ashton?» mi richiama ridacchiando.

«Oh, s-sì... io volevo... tutto questo è troppo... affrettato, voglio solo parlare.» biascico mentre Calum alza un sopracciglio.

Si alza di scatto, rimanendo seduto sul mio grembo facendomi emettere un sospiro, essendosi mosso troppo velocemente sul mio pacco.

«Vuoi parlare?» chiede confuso.

Mi alzo poggiando i gomiti sul letto e guardandolo.
Osservo come la sua tuta gli stia troppo grande addosso e solo ora noto alcuni tatuaggi.

È possibile, in una situazione del genere, trovare tenera una persona?

«Sì, parlare.» rispondo tranquillo.

Il moro mi guarda per qualche secondo, indeciso sul da farsi.
Apre la bocca per dire qualcosa, richiudendola subito dopo e assottigliando gli occhi.

«Conosci qualcuno a cui devo soldi?» domanda cupo.

Spalanco gli occhi scuotendo velocemente la testa.

«Cosa? Soldi? No! Solo che questa... ehm, questa notte è sbagliata. Sono quei cretini dei miei amici che mi hanno trascinato qua. I-io non voglio approfittarmi di... di te.» riesco a dirgli guardandolo dal basso in alto.

«Oh.» è l'unica cosa che dice dopo interminabili secondi.

«Già» sospiro imbarazzato passandomi una mano sui capelli.

«Quindi tu non sei qui per scopare?» sussulto alla schiettezza delle sue parole.

«Uh, no.»

«Hai esitato.»

«Cosa? Non è vero.»

Ci fissiamo negli occhi per un paio di secondi, poi Calum si sposta da sopra di me, andando a sedersi a gambe incrociate dall'altra parte del letto.
Mi metto seduto anche io, cercando di far scemare l'imbarazzo che sta andando a crearsi.

«Allora sarà meglio che io vada, sto rubando tempo al tuo...»

Lavoro? Si può chiamare così la prostituzione? Sembra un po' una presa per il culo.

«Lavoro. Quindi ora v-vado, sì.» mi alzo, avvicinandomi alla porta e poggiando una mano sulla maniglia quando qualcosa mi afferra il polso.

Quel "qualcosa" è la mano di Calum, che di nuovo a contatto con la mia pelle fa partire innumerevoli brividi.

«No, resta.» sussurra tirandomi indietro e andando a risedersi sul letto, trascinando anche me.

Vuole che rimanga.

Red Lights » CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora