Nine; promises never end well

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Prima di questo capitolo vorrei ringraziare darkcashton per il supporto morale e tecnico ;D
fletcherssmile98  per le dolcissime e bellissime parole e infine lhemmonade per avermi risparmiata (per il momento) ahah

E ovviamente grazie a tutti quelli che hanno letto, commentato e messo una stellina a questa storia, I fucking love ya all <3

Btw leggete le note d'autore a fine capitolo per favore :D

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Un mese.

Un mese che non lo vedo e un mese che non smetto di pensarlo.
Dopo che me ne sono andato dal suo appartamento tutto pian piano è iniziato a diventare sfuocato.
Tutto quello che prima facevo e che mi rendeva felice adesso mi sembra soltanto una presa un giro.
Un rimpiazzo inadeguato a quello che vorrei veramente.

Eppure i giorni vanno avanti e io con loro, a passo stancante, finché non ci sono momenti in cui, non avendo niente da fare, mi siedo in camera mia, sul letto, fissando il vuoto.
E penso, con occhi spenti, a quello che sarebbe potuto essere e che invece, non è stato.

Ma la cosa peggiore è che lui ci ha provato, anche dopo i miei costanti no.
Infatti, dopo la mia fuga non hanno smesso di provare a parlarmi e a sistemare le cose.
Per una settimana mi sono arrivati messaggi, che alla fine ho letto, ma a cui non ho risposto e chiamate che finivano in lacrime per entrambi visto che ho ascoltato tutti i messaggi vocali, anche più volte, col cuore a pezzi.

E io, da stupido, non ho mai avuto il coraggio di fare un passo avanti. Non ho avuto il coraggio di scrivergli niente o di attivare la chiamata.
E sono rimasto fermo, nell'ombra del mio passato e delle mie paure.

Oggi ho cambiato posto. Non sono seduto sul mio letto, ma nella mia piccola veranda che si affaccia su una stradicciola modestamente trafficata.
Osservo le persone passare e, di tanto in tanto, soffermo lo sguardo sulle coppie che passano mano nella mano, su chi riceve un mazzo di fiori inaspettato o su chi riceve dei complimenti che lo fanno arrossire.

Tutte cose di cui mi sono reso conto di essere altamente geloso.

Il telefono squilla, ma io non ho la forza nemmeno per alzare la cornetta.
Continuo a guardare gli altri vivere la loro vita mentre io spreco la mia.

«Cosa vuoi che combini una feccia come lui nella sua vita!?»

Scuoto la testa, al ricordo indesiderato della voce di mio padre.
Il telefono continua a squillare, interrompendo fastidiosamente la mia solitudine.
Mi alzo, determinato a far cessare il rumore e a rispondere chiunque esso sia.

«Pronto?» rispondo con voce rauca, dovuta al mio costante silenzio.
Mi schiarisco la gola, prima di ripetere.

«Pronto?»

«Cal sono io.» sento Sarah rispondere dall'altra parte.

«Oh, ehm, ciao Sarah? Perchè mi chiami al telefono fisso?» domando un po' confuso.

«È colpa di Isaac. Mi ha regalato questo nuovo cellulare che non capisco proprio come funziona. Ho inserito i numeri ma me li cancella e siccome il tuo non lo ricordavo a memoria all-» incomincia a spiegarmi.

«Okay okay. Ho capito.» la interrompo non avendo voglia di seguire tutto il discorso.
Non voglio essere maleducato, solo che non sono molto in vena di lunghe chiacchierate al telefono.

Aleggia un po' il silenzio mentre aspetto di sapere il motivo per cui mi ha chiamato.

«Sarah?» chiedo dopo un po'.

Red Lights » CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora