Six; a date? (Pt.2)

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Dopo quella piccola conversazione, non abbiamo parlato più molto.
Siamo in silenzio mentre viaggiamo fra le strade strette di Amsterdam diretti in un posto che nemmeno so dove sia.

«Ash?» chiedo dopo un po'.

«Dimmi Cal.» mi risponde dolce non distogliendo lo sguardo dalla strada.

«Ascoltiamo musica? C'è troppo silenzio per i miei gusti.»

Lui ridacchia e mi indica dei CD stipati in un vano del sedile passeggero.

«Guarda là se c'è qualcosa di decente da mettere.» mi risponde.

Do' uno sguardo fra i vari CD finché non trovo quello che più mi piace.
Sorrido e lo inserisco nel lettore della macchina, facendo partire poi la musica.

«Green Day, ottima scelta.»

«Sono una delle mie band preferite. Per fortuna che lo hai, sulla radio olandese danno musica strana.» faccio una smorfia facendolo ridere.

Il viaggio continua ancora per una manciata di minuti, in cui entrambi parliamo a proposito dei nostri gusti musicali, interrompendoci delle volte per cantare i nostri pezzi preferiti.

Tutto il nervoso di prima è lentamente scemato e sto anche iniziando a divertirmi.

Non correre troppo con l'immaginazione Calum

Soffoco la fastidiosa vocina nella mia testa, concentrandomi su quello che sta dicendo Ashton.

«Cosa?» gli chiedo, essendomi perso l'ultima frase.

«Siamo arrivati.» mi sorride, spegnendo il motore.

«Oh.» arrossisco e scendo dalla macchina.

Mi guardo intorno e cerco di riconoscere il posto, ma per quanto mi sforzi non mi sembra di esserci mai stato.

È calato il buio e le luci incominciano ad illuminare tutta Amsterdam. Per quanto possa sembrare strano, la sera questa città è ancora più viva che di mattina.

Sopratutto il posto in cui lavoro io

Il pensiero mi riporta a Sarah.
Scuoto la testa. Scaccio il pensiero, anche se vorrei ardentemente che lei fosse qui.

Continuo a seguire Ashton in perentorio silenzio, ma sembra che non dia fastidio a nessuno dei due.
Camminiamo fianco a fianco finché lui non chiede:

«Cal, tu non soffri il mal di mare vero?» mi chiede speranzoso, con una punta di nervosismo nella voce.

Scuoto il capo leggermente stranito dalla richiesta della sua domanda.

«No Ash, ma che centra?»

Osservo come il suo sorriso si illumini, seguito poi dai suoi occhi e per un secondo una pazza voglia di baciarlo mi attraversa il cervello.
Ma non baciarlo in modo meccanico, rude, disperato, ma un bacio lento, fatto solo di labbra, con la voglia di perdersi l'uno nelle braccia dell'altro.

Scaccio anche questo pensiero, leggermente impaurito.

La mia è solo attrazione fisica, diventeremo solo amici.
Amici è basta.

Ignoro anche la fitta al petto quando mi ripeto la parola amici nella testa, come un mantra.

«Be' diciamo che il ristorante in cui stiamo andando è leggermente diverso dal solito.» ridacchia prendendomi per un braccio e trascinandomi verso una piccola piazza.
Alla fine di essa c'è un piccolo ponte che attraversiamo per poi girare a destra e scendere fino alla sponda del canale.

Red Lights » CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora